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MotoGP, l’addio malinconico di Jorge Lorenzo. Stagione da comprimario, ma le motivazioni erano sparite

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Domenica 17 novembre 2019, il giorno del ritiro di Jorge Lorenzo, la data di un malinconico addio al termine di una stagione incolore e in cui non è mai riuscito a a essere protagonista. Lo spagnolo aveva lasciato la Ducati lo scorso anno, con cui aveva vinto l’ultima gara nel 2018 (GP d’Austria dopo la doppietta Mugello-Barcellona), per tentare una nuova avventura in Honda ma non è mai riuscito a trovare il giusto feeling con questa nuova moto che si adatta alla perfezione con il dominatore Marc Marquez ma che non si è mai sposata con le caratteristiche di guida del maiorchino. Jorge Lorenzo non ha mai conquistato una top ten in questa annata, si è infortunato ad Assen ed è rimasto fuori per quattro gare, ha chiuso il Mondiale MotoGP con all’attivo appena 28 punti (peggior risultato personale fin dai tempi della 125) e ha salutato mestamente il Circus.

Petardi dopo il traguardo, lacrime di tristezza, pacche sulle spalle e un addio sensato a 32 anni perché un cinque volte Campione del Mondo (tre in MotoGP: 2010, 2012, 2015) non poteva andare avanti arrancando nelle retrovie e ha così decisione di dire basta. Probabilmente le motivazioni erano sparite, lo Jorge Lorenzo dei giorni migliori non era più in pista e il suo talento non riusciva più a esprimersi al meglio, mancavano quella concentrazione e quella grinta per essere competitivi e probabilmente il ribattezzato Parafuera si era quasi convinto di non potere più lottare per le posizioni di vertice, in piena lotta con una moto che non lo assecondava più.

Jorge Lorenzo ha regalato grandissime emozioni nel corso di 17 lunghi anni di onorata carriera e i numeri parlano per lui (68 vittorie, 152 podi, 69 pole position oltre ovviamente ai già citati cinque Mondiali), a lui va un sentito in bocca al lupo per il prossimo futuro anche se non si sa ancora cosa farà. Un possibile ritorno in MotoGP nei prossimi anni sarebbe fattibile? Mai dire mai nella vita come egli stesso ha ribadito ma appare onestamente molto difficile perché rientrare in un Mondiale così competitivo dopo delle stagioni di pausa è tutt’altro che semplice.

 

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Foto: Lapresse

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