MotoGP
MotoGP, la stagione anonima della Ducati. Obiettivo iridato mai veramente tale: il gap da Honda e Yamaha è cresciuto
Tempo di valutazioni e tempo di bilanci. L’ultimo giorno di “scuola” in MotoGP, sul tracciato di Valencia (Spagna), ha confermato quanto si è visto nel corso dell’anno. Marc Marquez è uscito con la media del “12” nei quadri di fine stagione, come i sigilli stagionali. L’asso nativo di Cervera è arrivato a quota 82 centri in carriera, primo di sempre ad abbattere la barriera dei 400 punti in un’annata (420) e mai peggio di secondo nelle gare nelle quali ha visto il traguardo (18 su 19).
Numeri che descrivono più di mille parole questo campionato ed è chiaro che la Ducati, partita con grandi ambizioni, ha qualcosa su cui riflettere. Il secondo posto di Andrea Dovizioso in classifica generale non può certo bastare alla Rossa, tenendo conto della differenza quasi imbarazzante rispetto a Marc: 151 lunghezze di ritardo. Una Rossa che, oltre a dover fare i conti con il funambolico spagnolo, ha dovuto subire la risalita della Yamaha.
L’ascesa del francesino Fabio Quartararo (7 podi e pole) e i colpi di mano di Maverick Vinales ad Assen (Olanda) ed a Sepang (Malesia) hanno riportato in auge il marchio dei tre diapason che, in vista del 2020, può puntare molto sul transalpino che, avendo a disposizione una moto completamente ufficiale (verosimilmente), potrà affrontare la sfida mondiale con ancor più decisione, forte di un’anno di esperienza nella categoria.
La scuderia di Borgo Panigale, quindi, ha bisogno di un’inversione di tendenza perché le differenze prestazionali con la concorrenza sono cresciute e Ducati evolve in maniera lenta rispetto agli avversari giapponesi. Gigi Dall’Igna ha promesso un progetto molto innovativo per il 2020, cercando una soluzione definitiva sulla problematica della percorrenza in curva.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Valerio Origo