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Biathlon, presentazione stagione 2019-2020 maschile. Martin Fourcade lancia l’assalto a Johannes Bø per riconquistare il trono

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La Coppa del Mondo maschile di biathlon, istituita nell’inverno 1977-’78, è giunta alla sua XLIII edizione. Sabato 30 novembre vi sarà una sorta di prologo rappresentato da due prove miste, dopodiché a Östersund (Svezia) verrà dato fuoco alle polveri con la sprint di domenica 1 dicembre.

L’annata 2018-’19 è entrata giocoforza nella storia della disciplina, poiché ha rappresentato la fine del regno di Martin Fourcade. Infatti, dopo aver inanellato una sequenza senza precedenti di 7 Coppe del Mondo consecutive, il fenomenale francese ha dovuto abdicare in favore di un Johannes Thingnes Bø letteralmente devastante. Il norvegese, unanimemente considerato come l’erede del transalpino, è finalmente riuscito a detronizzarlo dopo una lunga rincorsa.

Tuttavia, quanto accaduto lo scorso anno ha lasciato l’amaro in bocca. Sì, perché il termine “abdicare” non è stato utilizzato a sproposito. Difatti Fourcade non ha ceduto al termine di una feroce lotta; al contrario, non ha proprio avuto modo di sfidare Bø a causa di qualche magagna di carattere fisico. Ricaduta della mononucleosi che l’aveva colpito nel 2014? Overtraining? Di sicuro c’è che il francese ha perso la bellezza di 8 kg, ritrovandosi con un organismo debilitato, senza possibilità alcuna di combattere ad armi pari contro il norvegese. Il risultato è stato che il ventiseienne scandinavo ha avuto campo libero, realizzando una stagione da record.

La speranza per il 2019-’20 è quella di ritrovarli entrambi al top della condizione, in maniera tale da assistere a una riedizione dello splendido braccio di ferro che aveva caratterizzato l’annata olimpica di PyeongChang. In tal senso, le gare pre-stagionali di Sjusjøen hanno mostrato una situazione ribaltata rispetto a dodici mesi orsono. Martin ha battuto per due volte Johannes, lanciando il guanto di sfida al più giovane rivale. Quest’ultimo, invece, ha rilasciato delle dichiarazioni che sarebbe esagerato definire allarmanti, ma dalle quali si comprende come si aspettasse di essere a un livello di competitività più alto.

Peraltro su Bø grava un’incognita extrasportiva. La moglie è incinta e la nascita del primogenito della coppia è prevista nel mese di gennaio. Il norvegese ha dichiarato di essere pronto a saltare una o più tappe di Coppa del Mondo, se dovesse essere necessario per assistere la compagna. Esattamente gli stessi propositi espressi da Fourcade poco meno di tre anni fa, quando la consorte era in attesa della secondogenita della famiglia. In quel caso, però, non si verificarono assenze, poiché la piccola Inés lasciò lavorare tranquillamente il padre, venendo al mondo giusto quattro giorni dopo il termine della stagione. Vedremo, quindi, se davvero il ventiseienne di Stryn darà forfait per uno o più eventi. Nel qual caso, ci sarebbe una complicazione in più nella sua battaglia per difendere il trono conquistato lo scorso anno.

Insomma, c’è un po’ di pepe in vista dell’apertura delle ostilità. Si spera che la pietanza del biathlon maschile possa rimanere gustosa il più a lungo possibile, evitando insipidi monologhi, sia in un senso che nell’altro. Si attende dunque con impazienza Östersund, dove si comincerà davvero a fare sul serio, per capire quali sono i reali rapporti di forza tra il fuoriclasse catalano e quello nordico.

Fourcade e Bø. Bø e Fourcade. Sinora si è parlato solo di loro, ma non ci sono altri pretendenti alla Sfera di cristallo? La risposta è no. Perché se anche uno solo dei due dovesse essere quello vero, allora sul lungo periodo non ci sarebbe alcuna possibilità per tutti gli altri. Lo dicono i fatti e le classifiche di Coppa del Mondo degli ultimi anni, che testimoniano il margine di cui sono dotati questi due fenomeni rispetto alla concorrenza.

Infatti, se sommiamo i punti ottenuti nel massimo circuito da tutti gli uomini in attività nel quadriennio 2015-2019, otteniamo questa graduatoria:

4.237 – FOURCADE Martin [FRA]
3.921 – BØ Johannes Thingnes [NOR]
2.805 – PEIFFER Arnd [GER]
2.447 – DOLL Benedikt [GER]
2.416 – EDER Simon [AUT]
2.407 – FILLON MAILLET Quentin [FRA]
2.275 – EBERHARD Julian [AUT]
2.255 – DESTHIEUX Simon [FRA]
2.242 – BØ Tarjei [NOR]
2.128 – SCHEMPP Simon [GER]
2.057 – LESSER Erik [GER]

Nessun altro atleta in attività ha raccolto almeno 2000 punti.

La classifica è la perfetta fotografia di quest’epoca del biathlon maschile, caratterizzata da due semidivinità, al cui cospetto tutti gli altri non possono fare altro che inchinarsi. D’altronde il terzo della graduatoria ha un distacco di 1.116 lunghezze dal secondo, il che significa più di 18 gare. Quasi una stagione intera di ritardo! Non va dimenticato che il terzo non è l’ultimo arrivato, in quanto negli ultimi quattro anni ha saputo mettersi al collo un oro olimpico e uno mondiale!

Ricapitolando, potrebbe non esserci trippa per gatti. A meno che entrambi non siano vittima di qualche inghippo, come capitato al transalpino lo scorso anno. Se il motore di Fourcade non tornasse più a girare come ai vecchi tempi e se al contempo Bø dovesse incontrare a sua volta inaspettate difficoltà, allora i due si ritroverebbero automaticamente nella mischia, poiché alle loro spalle sgomita una muta di inseguitori affamati di successi. Certo, ci sono parecchi “se” e un po’ troppi tempi verbali al condizionale, ma come ci insegna lo “007 apocrifo” girato da Sean Connery nel 1983, “never say never again”: mai dire mai.

Nel caso di un contemporaneo ingolfamento di Martin e Johannes, chi potrebbe approfittarne? In questo caso la lista è lunga, ed è capitanata dal discusso russo Alexander Loginov, reduce dall’annata della tanto attesa esplosione a livello assoluto. Ci sono poi due connazionali di Fourcade, ovverosia Quentin Fillon Maillet e Simon Desthieux, cresciuti progressivamente nel corso degli anni sino a diventare atleti completi. In casa Germania, Arnd Peiffer ha dimostrato di essere sempre stato pronto a cogliere l’occasione propizia quando c’erano le medaglie in palio, Benedikt Doll è alla caccia della definitiva consacrazione, mentre Simon Schempp sarà avido di tornare al vertice dopo un biennio caratterizzato da seri problemi fisici. Infine, guardando alla Norvegia, non bisogna dimenticare che Tarjei Bø, fratello maggiore di Johannes, una Coppa del Mondo l’avrebbe già vinta (nel lontano 2010-’11). Inoltre Vetle Sjåstad Christiansen, che di Johannes è stato il grande rivale ai tempi delle competizioni juniores, viene dalla migliore stagione della carriera e sembra intenzionato a crescere ulteriormente di livello.

Questa però è solo la cima dell’elenco. Dietro al tandem che domina la scena, la situazione è quanto mai fluida e ci sono anche un paio di azzurri che possono togliersi importanti soddisfazioni.

Parliamo, ovviamente, di Dominik Windisch e Lukas Hofer.

Il primo è reduce da una stagione in gran parte deludente, rischiarata a giorno però dalla supernova della medaglia d’oro nella mass start dei Mondiali di Östersund, che ha cambiato completamente il tono del suo inverno. Il trentenne di Rasun-Anterselva, però, ha avuto la lucidità di non farsi abbagliare da tale successo, rendendosi conto del fatto che il resto dell’annata è stato opaco. Per questa ragione ha deciso di abbandonare la squadra élite, svolgendo la preparazione estiva con il gruppo di livello inferiore. L’obiettivo è quello di ritrovare la brillantezza sugli sci dei giorni migliori, allo scopo di mettersi nella miglior posizione per realizzare gli exploit a cui ci ha abituato. Dominik, probabilmente, non sarà mai un mostro di continuità a causa delle lacune al poligono che lo affliggono da sempre. Cionondimeno, quando tutto girerà per il verso giusto, sarà in grado di far saltare il banco anche nei contesti più prestigiosi. Insomma, Windisch avrà i connotati della più classica delle mine vaganti, pronta a esplodere e a far danni non appena si dovesse presentare l’occasione propizia.

Hofer, invece, ha caratteristiche ben diverse. La continuità di rendimento è il suo punto di forza, come testimoniato dal fatto di aver concluso gli ultimi due inverni rispettivamente alla quinta e decima piazza della classifica generale. Tuttavia i podi sono stati merce rara, poiché ne sono arrivati quattro spalmati nell’arco delle due stagioni. Infatti l’habitat naturale del trentenne originario di San Lorenzo di Sebato è rappresentato dalle posizioni tra la sesta e la quindicesima. Chissà che non possa riuscire a effettuare un altro piccolo balzo verso l’alto, proponendosi così come uno degli uomini in grado di entrare a ripetizione nella top-three. Per farcela sarà fondamentale limare qualcosa al tiro, alzando leggermente le percentuali ed eventualmente cercando di ridurre il tempo di rilascio del primo colpo, soprattutto nelle sessioni di tiro a terra. Se Lukas dovesse riuscirci, allora il suo rendimento crescerebbe in automatico. Possibilità da non escludere, poiché nell’ultimo decennio vi sono parecchi esempi di atleti capaci di realizzare la miglior stagione della loro carriera dopo aver scollinato i 30 anni.

Rimanendo in casa Italia, dietro alle due punte, il terzo violino del team è indiscutibilmente Thomas Bormolini. Il ventottenne valtellinese ha preso il posto di Windisch nella squadra élite e, in tal senso, il fatto di lavorare assieme a Hofer gli ha fornito un importante punto di riferimento. Non sarebbe quindi sorprendente vedere il lombardo alzare l’asticella, che per lui significherebbe frequentare con regolarità le prime trenta posizioni, presentandosi occasionalmente nelle migliori quindici.

La quarta forza della squadra resta Giuseppe Montello, i cui pregi e difetti sono ormai noti. Per il ventisettenne friulano il traguardo più ambizioso sarà quello di far breccia quante più volte possibile in zona punti.

Si cercherà, inoltre, di lanciare qualche nuova leva. Al riguardo, i principali indiziati sono Daniele Cappellari (classe 1997) e Patrick Braunhofer (classe 1998). Per entrambi l’obiettivo è quello di fare esperienza e prendere le misure con il massimo circuito, allo scopo di intraprendere quella crescita di rendimento sugli sci stretti indispensabile affinché possano risultare competitivi anche in Coppa del Mondo. Il primo avrà una chance già a Östersund.

Si vedrà se strada facendo potrà essere “ripescato” anche Thierry Chenal, scivolato indietro nelle gerarchie interne nonostante lo scorso anno non abbia demeritato. Il ventisettenne valdostano comincerà dall’Ibu Cup e cercherà di guadagnare spazio al piano superiore a suon di risultati nel circuito cadetto.

Ogni tema relativo alla stagione del biathlon è stato approfondito nello speciale podcast di Winter Sport News in compagnia di Massimiliano Ambesi e René Laurent Vuillermoz. La trasmissione può essere ascoltata utilizzando la mascherina qui sotto. È inoltre possibile effettuarne il download.

Ascolta “Speciale Biathlon – Novembre 2019” su Spreaker.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: LaPresse

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