Ciclismo
Ciclismo, la NextGen dell’Italia: Samuele Battistella. L’iridato degli U23 approda al Team NTT per stupire anche tra i professionisti
Samuele Battistella, negli ultimi anni, si è messo in luce come uno dei prospetti più eclettici e intriganti dell’intero panorama ciclistico giovanile internazionale. Esplosivo, veloce e in grado di cavarsela su salite di ogni tipo, il veneto è un corridore che sa dire la sua in ogni occasione e la vittoria nell’ultimo Campionato del Mondo U23 è il coronamento di un percorso di crescita che parte da lontano e che lo ha visto migliorare di gara in gara.
Il talento di Samuele è sempre stato lampante, sin dai tempi degli juniores, quando salì anche sul podio finale del Giro della Lunigiana 2016, gara vinta da nientemeno che Tadej Pogacar. La prestazione più ecclatante, però, fu quella del Trofeo Buffoni, manifestazione internazionale che si svolge sul finire di stagione e presenta, lungo il percorso, un circuito in cui svetta la salita della Fortezza. Sul penultimo passaggio sull’ascesa appena citata Battistella scatta e si leva tutti di ruota, poi va a riprendere uno dopo l’altro i fuggitivi disseminati lungo e il percorso e conquista la corsa battendo allo sprint Stefano Baffi. Un corridore del calibro di Marc Hirschi, quel giorno, arrivò a un minuto dal futuro campione del Mondo. Pogacar subì un passivo di addirittura 1’25”.
Passato di categoria con la Zalf, nella prima stagione ha poco spazio e deve aspettare il 2018 per sbocciare. Il secondo anno di militanza nello storico team dilettantistico, per Samuele, è fantastico. Vince sei corse ed è protagonista di tutte le classiche italiane internazionali, recitando il ruolo di antagonista più temibile di quel Robert Stannard che fu dominatore delle gare più importanti del calendario nostrano. La grande delusione fu il Piccolo Giro di Lombardia. In quell’occasione Battistella si dimostrò uno dei tre corridori più forti in salita insieme a Stannard e ad Andrea Bagioli. Anzi, probabilmente era quello che ne aveva di più in assoluto. Una foratura nel finale di gara, però, lo ha tagliato fuori dalla lotta per il successo .
Il veneto, inoltre, si mise in mostra anche in una delle corse a tappe più importanti della categoria, ovvero la Corsa della Pace, alla quale partecipò con la maglia della nazionale. Nella seconda frazione va in fuga con altri tre corridori, vince allo sprint, prende la maglia di leader e guadagna una 30ina di secondi sui grandi favoriti. Nell’arrivo in salita di Dlouhé stráně, caratterizzato dal forte vento contrario che tagliò le gambe a Tadej Pogacar, Samuele è 8° a 14″ dal vincitore Marc Hirschi. Dallo sloveno, invece, non perde nemmeno un secondo. Purtroppo per lui, però, Pogacar è un fenomeno e all’ultimo giorno, in quel di Jesenik, in una frazione con tracciato da tappone dolomitico, mentre un diluvio apocalittico non lascia tregua ai corridori, si inventa un numero dei suoi. Il terzo classificato della Vuelta 2019 parte a 30 km dall’arrivo e rifila oltre un minuto a tutti, sfilando la maglia gialla al nostro che deve accontentarsi di un comunque ottimo secondo posto.
Battistella poteva passare professionista già a inizio 2019, ma ha saggiamente preferito fare un anno in una continental, optando per la Dimension Data for Qhubeka, filiale dell’attuale Team NTT che ha sede in Italia. Scelta che si è rivelata azzeccata, dato che ha avuto modo di fare ulteriori passi in avanti. Non solo un Mondiale che non necessita di essere raccontato ulteriormente, inoltre, per Samuele nella stagione da poco conclusa, ma anche il primo successo in una classica internazionale del calendario U23 italiano, ovvero quel Giro del Belvedere che per lui è un po’ la gara di casa. Un trionfo sofferto, ma meritatissimo, arrivato al termine di uno sprint in cui ha avuto la meglio su Giovanni Aleotti per questione di millimetri.
Diverse anche le prestazioni eccellenti sulle salite lunghe. A maggio Samuele ha vinto il Tour of Limpopo in Sudafrica levandosi tutti di ruota nella tappa regina che arrivava sul Mt. Agatha. Alla Bassano-Monte Grappa è stato il più forte sulla nota ascesa veneta insieme al campione d’Italia Marco Frigo, anche se quel giorno si impose il compagno di Battistella Mulu Kinfe Hailemichael, il quale inizialmente si era staccato dagli altri due, ma dopo essere rientrato in discesa sfruttò la superiorità numerica per andarsene sull’erta finale. Ottime anche le prestazioni al Tour de l’Avenir, ove Samuele era 5° in classifica generale all’inizio dell’ultima tappa, nelle quale, purtroppo, è stato vittima di una foratura nel momento peggiore possibile che gli è costata cinque minuti e un posto il posto in top-10. Un problema fisico, invece, lo ha costretto a ritirarsi presto dal Giro d’Italia U23 e lo ha condizionato al ritorno in gara al Giro della Valle d’Aosta, ove non è riuscito a essere competitivo.
Nel complesso Samuele è un corridore portato principalmente per le gare in linea più dure, come il Giro di Lombardia e la Liegi-Bastogne-Liegi. Non è nemmeno da scartare, però, l’ipotesi che tra qualche anno possa fare classifica, con buoni risultati, nelle grandi corse a tappe. Le qualità in salita sono là da vedere, del margine a cronometro c’è, manca un po’ di solidità, ma quella arriverà col passare degli anni. Tra i corridori italiani nati sul finire degli anni ’90 è probabilmente quello dotato di maggior talento, ma anche quello che, verosimilmente, avrà bisogno di un po’ di tempo in più per adattarsi al ciclismo dei grandi. Già nelle categorie inferiori, come ci dice il suo storico, ha sempre avuto bisogno di un periodo di rodaggio.
La NextGen dell’Italia – Capitoli precedenti
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Riccardo Scanferla