Sci Alpino
Sci alpino, Dominik Paris e il sogno Coppa del Mondo che diventa una chimera
Il ritiro dell’austriaco Marcel Hirscher aveva lasciato trapelare un pensiero stupendo nel clan azzurro dello sci alpino: senza un vero e proprio padrone incontrastato, Dominik Paris si sarebbe potuto giocare addirittura la Coppa del Mondo generale.
Una tesi corroborata dalla straripante condizione sciorinata dall’altoatesino nella seconda metà della scorsa annata, quando colse ben cinque successi nelle ultime sei gare disputate tra discesa e superG in Coppa del Mondo, senza dimenticare anche il titolo iridato conquistato ad Are proprio in superG, disciplina che lo ha visto dominare in lungo ed in largo, con tanto di sfera di cristallo di specialità in carniere.
L’ultima volta che un velocista puro riuscì ad agguantare il trofeo generale fu nel 1997: il francese Luc Alphand, allora 31enne, infilò nove podi complessivi e ben sei vittorie tra discesa e superG. Il transalpino non uscì mai dai primi 10, conseguendo due noni posti come peggiori risultati. Erano altri tempi, con un calendario nel complesso piuttosto bilanciato tra discipline tecniche e veloci. Oggi non è più così. Nella stagione in corso la Coppa del Mondo prevede 10 discese, 9 superG, 3 combinate alpine, 10 giganti e 12 slalom, a cui si aggiungono 2 paralleli. Come si comprende, un programma di gare decisamente favorevole per gli specialisti delle discipline tecniche, che possono contare su un maggior numero di eventi, nonché su un rischio minore che le intemperie atmosferiche possano portare a delle cancellazioni. Aggiungiamoci poi che, talvolta, una disciplina come il superG possa assomigliare molto da vicino ad un gigante nella tracciatura (come accaduto a Beaver Creek) ed il gioco è fatto.
Tutto ciò premesso, i naturali contendenti alla Coppa del Mondo generale sono Alexis Pinturault e Henrik Kristoffersen: il francese va definito attualmente come lo sciatore più completo (può ottenere tanti punti in gigante, combinata, su determinati superG ed anche in slalom, qualora si confermasse sul livello dello scorso anno) e per questo parte davanti al norvegese, che al contrario si destreggia solo tra le porte larghe e fra i rapid gates. Per confidare nel colpaccio, Paris dovrebbe puntare a salire quasi sempre sul podio nelle proprie discipline, confidando al tempo stesso in qualche passo falso da parte degli avversari.
Se i due secondi posti di Lake Louise lasciavano presagire l’inizio di una lunga ed ambiziosa rincorsa, il fine settimana di Beaver Creek ha fortemente ridimensionato le ambizioni del 30enne altoatesino, fuori dai 10 sia in superG sia in discesa. Il campione italiano difetta della continuità di rendimento necessaria anche solo per coltivare un obiettivo tanto complesso. Soprattutto, continua a patire nelle piste che meno gradisce dal punto di vista tecnico. La Birds of Prey è una di queste, ma arriveranno anche la Saslong in Val Gardena (solo due podi, entrambi nel lontano 2014) e la Lauberhorn di Wengen, dove non è mai andato oltre la quarta posizione del 2016. Non è un caso se un fuoriclasse come Paris non abbia ancora vinto la Coppa del Mondo di specialità in discesa libera.
Ad ogni modo, una stagione agli albori rende ancora possibile qualsiasi scenario. La missione resta ardua, ai limiti dell’impossibile. Paris sarà chiamato a confermare la propria superiorità su piste tradizionalmente amiche come quelle di Bormio, Kitzbuehel e Kvitfjell, cambiando decisamente passo su pendii dove in passato ha faticato: già la Val Gardena, in questo senso, offrirà un responso quasi definitivo. D’altronde Luc Alphand insegna: occorre una continuità di rendimento mostruosa per accaparrarsi la sfera di cristallo generale. Paris dovrà trovarla in tempi brevi, oppure un sogno ambizioso si trasformerà ben presto in una chimera.
federico.militello@oasport.it
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Foto: Facciotti-Pentaphoto/Fisi
Fabio90
9 Dicembre 2019 at 11:12
Difficile per Paris essere piu continuo di cosi, lo è già diventato tanto rispetto i suoi standard iniziali. Il problema ( e mi scandalizza come nessuno faccia nulla,discesisti in primis) è come dite la PALESE differenza di gare tra uno slalomista e discesista!
Lo slalomista ha l’accoppiata slalom+gigante che ha inspiegabilmente piu gare dell’accoppiata discesa-superG…inoltre la Combinata favorisce nettamente uno slalomista che può per natura infliggere distacchi piu pesanti e persino avere il vantaggio di scendere con pista pulita ogni volta; se non bastasse ciò hanno ANCHE i paralleli! Se poi ci aggiungiamo che ti fanno un superG in America che sembra un gigante o che le gare in discesa sono sempre piu a rischio cancellazione…ditemi voi come un discesista può vincere? IMPOSSIBILE.
Possibile che tutti sappiano e nessuno fa nulla? Peccato,perchè a parità di occasioni, non era assolutamente scontato Paris non potesse farcela..basta vedere anche ora che è incollata al 1°Posto con due gare ottime e due non buone..ma l’imprevedibilità sta nel fatto che non vi è un padrone assoluto.
Comunque ovviamente il francese è favorito…ma il norvegese se fa regolarmente meglio di lui in slalom..può farcela.