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Taekwondo, il post Grand Prix Final Mosca 2019: Dell’Aquila fra i grandi. Cina e Corea superpotenze

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Il Grand Prix Final di Mosca 2019 ha ufficialmente chiuso i battenti e come sempre quando un evento di questa portata finisce, per il taekwondo internazionale è tempo di bilanci e considerazioni, in questo caso – anche – “al sapore olimpico” verso Tokyo 2020.

La più bella notizia per l’Italia è quella della vittoria nella-58 kg di Vito Dell’Aquila che, dopo essersi laureato nella sua Bari campione d’Europa qualche mese fa, ha dato una ulteriore e straordinaria continuità al suo rendimento vincendo il torneo e ottenendo il pass a Cinque Cerchi; che ai colori azzurri mancava da otto anni. L’atleta tricolore si candida, con il suo taekwondo puntuale, preciso e coraggioso, ad essere una buona freccia del contingente italico in Giappone fra qualche mese quando le medaglie peseranno e non poco; come ha dimostrato la vittoria nella tiratissima finale in terra moscovita conseguita per 21-18 sul numero uno del mondo Jun Jang.

Un prodigio quello di Dell’Aquila considerando che Jun Jang fa parte di un movimento, quello sudcoreano, che anche a Mosca ha fatto vedere il suo valore, soprattutto al maschile. Lee Dae-hoon e In Kyo-don infatti – da primi nella graduatoria planetaria – si sono confermati al top imponendosi rispettivamente nei -68 kg e nei 80 kg mostrando di essere già molto pronti in vista dell’anno prossimo.

E al femminile? Il riferimento qui l’ha fatto la Cina, con una sorprendente Zongshi Luo (-57 kg) e con una Zheng Shuyin (+67 kg) al solito straordinaria quando percepisce l’aria di eventi importanti.

Ma a farsi notare non è sono stati solo le superpotenze asiatiche, anzi. Sono molte le nazioni finite sul podio più di una volta: i padroni di casa della Russia, ad esempio, con il primo posto di Maksim Khramtsov (-80 kg) e il terzo di Georgy Popov (-58 kg), l’Azerbaijan di Milad Beigi Harchegani (secondo nei -80 kg) e Radik Isayev (terzo nei +80 kg), la Serbia di Tijana Bogdanović (1a nei -49 kg) e Milica Mandić (2a nei +67kg), senza dimenticare la Turchia, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. 

Una mappa globale che comprende nazioni quali Costa D’Avorio, Iran, Croazia e Uzbekistan che fa capire ancor di più quanto il taekwondo stia diventando sempre di più uno sport universale. 

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Foto: FITA

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