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Formula 1
F1, la nuova Ferrari 2020 andrà più forte in curva e meno in rettilineo
Cosa spera di trovare la Ferrari sotto l’albero di Natale? La risposta è ovvia e scontata: una vettura 2020 più competitiva rispetto alla SF90 sotto tutti i punti di vista. Nel corso dei 21 Gran Premi appena conclusi, infatti, la monoposto con il Cavallino Rampante sulla livrea ha messo in mostra diverse criticità. In primo luogo soffriva in maniera notevole in curva, mentre in rettilineo filava come nessun’altra. Una differenza tra carico aerodinamico verticale e frontale (anche grazie all’impostazione out-wash dell’ala anteriore) che ha fatto tutta la differenza. Charles Leclerc e Sebastian Vettel, troppo spesso, non riuscivano proprio ad inserire in curva la loro macchina, con un sottosterzo che faceva perdere ai due piloti decimi preziosi e prestazione alle gomme.
Il bilancio compiuto dal team principal, Mattia Binotto, è preciso quanto brutale, con particolare attenzione ai vari momenti del 2019, ma inizia anche a gettare basi verso il futuro. “Non abbiamo mai decifrato cosa sia successo fra le prime prove di Barcellona, dove avevamo mezzo secondo di vantaggio sulla concorrenza, e la doccia fredda di Melbourne – le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport – Nemmeno i nostri rivali della Mercedes lo sanno. Sicuramente, però, abbiamo tardato a capire le nostre carenze. Il fondo lo abbiamo toccato nel Gran Premio di Spagna quindi, dopo l’estate, abbiamo reagito vincendo a Spa e Monza, piste veloci adatte alle nostre caratteristiche, ma anche a Singapore, dove il pacchetto aerodinamico più importante della stagione ci ha permesso un salto di qualità notevole a livello di stabilità in frenata al posteriore e sottosterzo. In curva perdevamo in media due decimi, contro i sei di inizio campionato. L’ultima gara di Abu Dhabi infine ci ha sottolineato quanto lavoro ci sia ancora da fare”.
I punti sui quali migliorare la prossima nata in quel di Maranello sono diversi. Si inizierà dalla ricerca di maggiore carico aerodinamico, come già anticipato, ma ci sarà anche dell’altro. In primo luogo andranno evitati i guai a livello di affidabilità. I problemi tecnici in questo 2019 non sono mancati. Il primo, a Sakhir, mise in ginocchio Charles Leclerc che stava volando verso la vittoria del Gran Premio del Bahrein, quindi è arrivato il ko del motore di Sebastian Vettel in Russia, senza dimenticare i problemi nel corso delle qualifiche in Austria e Germania. Tutti intoppi che hanno negato vittorie e tolto punti pesanti, sui quali la Ferrari dovrà intervenire in maniera capillare, per provare ad opporsi ai primi della classe.
“Nel corso della mia carriera raramente ho visto una rivale impeccabile come la Mercedes di questi anni – ammette Binotto – Il team di Brackley non solo è eccellente in pista, ma anche fuori, proponendo sempre vetture di primo livello quanto affidabili. Da quanto è nata l’era ibrida, nel 2014, abbiamo compiuto passi in avanti concreti, avvicinandoci in quasi tutti gli aspetti. All’inizio, per esempio la nostra Power Unit cedeva 40 cavalli rispetto al motore Mercedes, mentre ora siamo diventati il riferimento per il gruppo, e ne siamo orgogliosi”.
Sotto questo punto di vista, però, ci saranno novità. La nuova Ferrari, della quale non si sa ancora il nome, avrà maggiore carico aerodinamico verticale per andare forte in curva e gestire meglio la durata delle gomme. Per questo motivo le Rosse non saranno le più veloci in rettilineo come accadeva quest’anno, a favore di un comportamento migliore in curva. La Power Unit inoltre sarà rivista nella zona delle testate, anche per una questione di affidabilità.
La nuova vettura, che vedrà ancora un colore opaco (per risultate più leggera) sarà presentata l’11 febbraio e, a quanto trapela da Maranello proporrà una vera e propria rivoluzione rispetto alla vecchia, con il lavoro anche di Simone Resta tornato nel ruolo di responsabile del telaio dopo la parantesi in Alfa Romeo. La speranza è che, ovviamente, il pacchetto risulti migliore rispetto a quello del 2019 che aveva illuso tutti nel corso dell’inverno, per poi squagliarsi al sole dell’Australia. La SF90, come si è visto con il passare dei mesi, era una monoposto con chiare lacune, che non sempre sono state risolte, ma il team con il Cavallino Rampante sa dove intervenire per un campionato 2020 nuovamente da protagonisti.
Carico aerodinamico verticale, comportamento con il pieno di benzina, consumo degli pneumatici e inserimento in curva erano i 4 nodi sui quali Charles Leclerc e Sebastian Vettel hanno sofferto lungo tutto il corso della stagione. Tecnici ed ingegneri emiliani saranno stati in grado di risolverli nella giusta maniera senza andare a scapito dei pregi messi in mostra? Lo scopriremo solamente tra qualche mese, cercando di non prendere come oro colato quello che vedremo nei test di Barcellona dove gli avversari, Mercedes in primis, amano mischiare le carte in maniera importante.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lapresse