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Sci Alpino
Sci alpino, la discesa della Saslong ai raggi X. Una pista severa, tra Gobbe del Cammello e Ciaslat
La Coppa del Mondo di sci alpino 2019-2020 è pronta ad affrontare il lungo fine settimana sulle nevi italiane tra Val Gardena e Val Badia. Si incomincerà con le due prove veloci di venerdì (un supergigante) e sabato (una discesa libera) sulla mitica pista denominata Saslong uno degli scenari più affascinanti dell’intero panorama del Circo Bianco. Questa pista, realizzata nel 1968, si stende dai piedi del Sassolungo in Val Gardena nel comprensorio sciistico del Dolomiti Superski. Il tracciato prende il via dalla località chiamata Ciampinoi e scende fino al paese di Santa Cristina Valgardena.
La partenza della discesa libera è fissata a quota 2249 metri sul livello del mare, mentre l’arrivo è posizionato a quota 1410, per un dislivello complessivo di ben 839 metri. La lunghezza del tracciato risulta di 3,446 chilometri ma, i dati più impressionanti, sono ben altri e riguardano la pendenza della Saslong. A livello medio infatti si parla del 24%, mentre il picco massimo sfiora addirittura il 57%.
L’avvio della discesa è subito mozzafiato, con le prime curve che anticipano un settore al 50% di pendenza e il salto dello Spinel. In questo punto si tocca la pendenza massima di tutto il percorso che porta alla prima compressione e ai primi due salti: il Saut dl Moro e il Looping (limato con il passare degli anni per evitare cadute rovinose che si erano manifestate).
Dopo questo primo settore si entra in un lungo tratto di scorrimento della lunghezza di quasi mezzo chilometro, nel quale gli atleti si ritrovano in una sorta di falsopiano. Se si commette un errore prima dell’ingresso, quindi, si rischia di perdere tantissimo tempo che potrebbe già rovinare la prestazione complessiva.
Chiuso questo lungo settore si arriva ad un altro salto, il Sochers che precede una combinazione sinistra-destra e di nuovo sinistra che porta i protagonisti ai Muri di Sochers, ovvero un altro settore che sfiora il 56% di pendenza. Da questo momento prende il via un’altra parte di scorrimento puro (dove si raggiungono le velocità maggiori di tutta la pista) che fa da antipasto alle famose Gobbe di Cammello – Kamelbuckel. Spesso questa serie di tre dossi (da qui il termine Gobbe) risulta decisiva, sia perchè si possono effettuare salti decisamente lunghi, sia perchè se viene commesso un errore, può pregiudicare l’andamento nell’ultimo tratto del tracciato.
Terminate le Gobbe si arriva al settore finale, quello più tecnico in programma, con la complicata Curva del Lago che sancisce l’ingresso nei celebri Prati del Ciaslat – Ciaslat Wiese dove non si può commettere il minimo errore per non venire sbalzati fuori dalla linea ideale. Si tratta di quattro curve in successione su un terreno particolarmente ondulato e selettivo che non ammette la minima sbavatura. In caso di perdita della giusta conduzione e velocità, infatti, si rischia di lasciare sulla neve decimi preziosi, dato che rimane solamente l’ultimo settore, dopo il Salto di Nucia, ovvero un lungo schuss finale che fa piombare gli atleti direttamente sul traguardo. La discesa libera della Val Gardena quindi si può dure che proponga il giusto mix di curve tecniche, velocità elevate e, non ultimo, di punti spettacolari e mozzafiato.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Paris sci alpino Pentaphoto