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Pagellone Sport italiano 2019: tanti voti alti, ma anche insufficienze gravi. I giudizi per singola disciplina

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PAGELLONE SPORT ITALIANO 2019

Arrampicata sportiva, voto 7 – Due pass olimpici ed un titolo mondiale: difficile pensare ad un risultato migliore all’inizio di questa stagione. L’Italia sarà presente ai Giochi in questo nuovo sport che farà il proprio debutto nel programma a Cinque Cerchi e questo è indubbiamente un grandissimo risultato: Ludovico Fossali ha vinto il Mondiale nella specialità speed e poi ha festeggiato il biglietto per il Giappone proprio durante la rassegna iridata, poi è toccato a Laura Rogora attraverso il torneo preolimpico di fine novembre. La 18enne romana, argento agli Europei nel lead, ha ampi margini di miglioramento e potrebbe essere una vera e propria mina vagante ai Giochi, mentre il 22enne emiliano dovrà inevitabilmente migliorare tra lead e boulder per essere competitivo nell’appuntamento più importante del quadriennio. L’obiettivo olimpico non è invece stato raggiunto dal veterano Stefano Ghisolfi, che però potrà provarci ai prossimi Europei, dove verrà messo in palio l’ultimo pass.

Atletica, voto 5.5 – Qualche timida luce in fondo al tunnel, ma la stagione resta comunque insufficiente nel suo complesso. Solo una medaglia ai Mondiali di Doha, ma in specialità non olimpica (il bronzo di Eleonora Giorgi sui 50 km di marcia), 31° posto nel medagliere e 26ma posizione nella classifica a punti, con appena sette finalisti in tutta la rassegna iridata (atleti che hanno concluso la propria gara tra i primi otto). Le fiammate comunque non sono mancate e sono state di grande rilievo, come la storica finale iridata di Filippo Tortu sui 100 metri (anche se il primatista nazionale non è riuscito a scendere sotto il muro dei dieci secondi in quest’annata), l’ottima stagione di Yeman Crippa (record italiano sui 10000 metri a 30 anni di distanza da Salvatore Antibo, vittoria nella Coppa Europa di specialità e bronzo agli Europei di cross), l’esplosione definitiva di Davide Re (record italiano sui 400 metri con un eccellente 44.77 e ad un soffio dalla finale iridata). Da annotare anche il quarto posto in Coppa Europa ad appena mezzo punto dal podio ed un buon rendimento alle World Relays. I giovani non mancano, guidati da una straripante Larissa Iapichino in rampa di lancio (la figlia di Fiona May è volata fino a 6.64 metri), come testimoniano le cinque medaglie d’oro agli Europei Under 20, ma c’è ancora tanto lavoro da fare e soprattutto bisognerà evitare di perdere buona parte della linea verde come è successo in passato. Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 non si possono nutrire grandissime ambizioni, le carte da medaglia sono quelle menzionate più volte: Gianmarco Tamberi nel salto in alto (il marchigiano non è esploso a Doha dopo qualche problema fisico di troppo), le marciatrici Antonella Palmisano (2019 al di sotto delle aspettative) ed Eleonora Giorgi (che tornerà sui 20 km), magari Yeman Crippa in stato di grazia, anche se è molto difficile.

Badminton, voto 3 – Purtroppo il 5 della passata stagione scende. Il #ProgettoGiovani #duemila20e24 della Federazione, che sembrava aver iniziato a dare frutti nell’ultima annata, potrebbe aver subito un brusco stop, almeno in ottica Tokyo 2020. Lo scorso anno la storica medaglia ai Giochi del Mediterraneo pareva aver dato una scossa all’ambiente, mentre nel 2019 non è arrivato un risultato di pari prestigio e così il confronto con le altre superpotenze europee e mondiali resta impietoso. L’addio di Rosario Maddaloni al palcoscenico internazionale dopo i Mondiali rischia di essere più pesante del previsto, ancora una volta nel torneo di casa tutti gli azzurri sono usciti tra qualificazioni e primo turno in quel di Milano.

Baseball, voto 4 – Il problema principale del 2019 italiano è uno: quanto accaduto a Parma e Bologna. La Nazionale, infatti, si è sciolta nel momento in cui avrebbe dovuto e potuto dare il massimo, nel torneo di qualificazione alle Olimpiadi organizzato in casa. Invece, a breve distanza dal secondo posto agli Europei, gli azzurri si sono sciolti sotto una serie di controprestazioni che hanno lasciato strada alle avversarie, ed in primis ad Israele, capace di metter su una squadra solo per cercare la qualificazione olimpica, riuscendo nell’intento, mettendo fuori causa anche l’Olanda. Le dimissioni di Gilberto Gerali sono state l’inevitabile conseguenza di tutto ciò. La mossa della FIBS di mettere sulla panchina azzurra Mike Piazza è di indubbio fascino, e l’augurio è che un simile, grandissimo nome possa dare un notevole impulso alla Nazionale del futuro. Il capitolo club è invece migliore, dal momento che la Fortitudo UnipolSai Bologna, dopo sei anni, è riuscita di nuovo a laurearsi campione d’Europa interrompendo l’egemonia di Neptunus ed Amsterdam che durava dal 2015. Una luce, questa, che non deve però far dimenticare il fatto che si è giocato un campionato con sole sette squadre iscritte, una questione sintomatica del fatto che, al di là del talento che la Serie A1 riesce ad attrarre per l’indubbia validità tecnica dell’Italia, di problemi ce ne sono (per ulteriori informazioni, basta osservare l’intera vicenda che ha coinvolto e sta tuttora coinvolgendo Nettuno, una delle terre storiche del baseball italiano).

Basket maschile, voto 6 – Si conclude un 2019 che ha continuato a cambiare volto di mese in mese, a volte anche di settimana in settimana, per il mondo della palla a spicchi. In chiave Nazionale maggiore, il ritorno ai Mondiali si è tramutato in una spedizione cinese sostanzialmente secondo le attese, con le vittorie sulle formazioni meno quotate (Filippine, Angola e Porto Rico) e le sconfitte contro Serbia prima e Spagna poi, seppur arrivate dopo un’aspra lotta. Servirà però una vera impresa per arrivare al Preolimpico, perché l’urna svizzera ha “regalato” Belgrado e la Serbia: posto che vada tutto secondo le previsioni, l’appuntamento potrebbe essere il 28 giugno in una delle arene più calde d’Europa contro una selezione con un tasso di ricambi con pochissimi pari al mondo. Sul piano più prettamente organizzativo, è da sottolineare il fatto di essersi aggiudicati un girone degli Europei 2021 a Milano. La stagione delle Nazionali giovanili ha riservato momenti contrastanti: l’Under 20 è stata sfortunata perché ha perso due elementi chiave in corso d’opera e, per la seconda volta in pochi anni, ha rischiato la Division B, salvandosi grazie al talento di Gabriele Stefanini (che, pochi mesi dopo, ha subito un brutto infortunio per il quale deve saltare praticamente un’intera stagione in NCAA). L’Under 18 ha messo in mostra i talenti di Sasha Grant e Gabriele Procida, anche se il risultato è stato il nono posto, mentre in chiave Under 16 è arrivato il bronzo del PalaCarnera di Udine, con Matteo Spagnolo e Davide Casarin grandi trascinatori: l’uno è alla seconda stagione nella cantera del Real Madrid, l’altro se lo coccola la Reyer Venezia. Per quel che riguarda i club, la stagione 2018-2019 ha offerto un’Olimpia Milano in grado di combattere fino all’ultimo per i play-off di Eurolega, perdendoli soltanto all’ultima giornata di regular season, mentre in EuroCup Trento, Brescia e Torino sono tutte uscite subito (l’Auxilium, com’è noto, avrebbe poi finito i propri giorni in mezzo alle carte bollate). Nelle competizioni FIBA, invece, i successi di Virtus Bologna e Sassari hanno ridato un po’ di luce alla nostra pallacanestro, che si sta traducendo in tutto quello che stiamo vedendo nell’attuale annata. Milano ha riportato in Italia Ettore Messina, l’uomo che con Zelimir Obradovic si contende il ruolo di numero uno d’Europa dell’era moderna, e ha impostato una stagione con il focus nei primi mesi del 2020. Le V nere, invece, hanno piazzato il colpo Milos Teodosic e, sotto la sua guida, stanno disputando un’ottima EuroCup al pari dei Campioni d’Italia della Reyer Venezia, di Trento e di Brescia. Ed è di grande importanza, in questo senso, il fatto che tutte si siano qualificate per le Top 16. Di valore anche il percorso di Sassari in Champions League, mentre anche Brindisi, all’esordio nella competizione dopo la parentesi di EuroCup dell’annata 2015-2016, non sta sfigurando. Il tutto, condito da un livello della Serie A che non si vedeva da molti anni, dove le neopromosse Fortitudo Bologna, Virtus Roma e Treviso sfidano senza tanti problemi le big e le realtà solide della nostra pallacanestro.

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Basket femminile, voto 4.5 – Il biennio con Marco Crespi è stato praticamente un fallimento. Fin dalla fase di qualificazione le azzurre non hanno mai brillato (vittoria stentata con la Gran Bretagna e pesante sconfitta con la Croazia), ma le ambizioni all’Europeo erano certamente diverse rispetto all’esito finale. Il ko con l’Ungheria (Nazionale ampiamente alla portata dell’Italia) ha condizionato il cammino di Zandalasini e compagne, costrette a chiudere al secondo posto ed a giocare un difficile ottavo di finale con la Russia. Alla fine è arrivata una sconfitta con le russe e dunque anche l’esclusione dal preolimpico, che era un obiettivo ad inizio torneo. Si è ripartiti da coach Capobianco, ma subito è arrivata una sconfitta con la Repubblica Ceca, che mette già in salita il cammino dell’Italia, che comunque si è ripresa con il successo contro la Danimarca. La sensazione è quella che il gruppo storico sia ormai logoro e che c’è ormai bisogno di un importante ricambio generazionale ed i risultati delle Nazionali giovanili fanno ben sperare in ottica futura. E’ stata un’estate eccezionale per le varie Under: i trionfi storici di Under 20 e Under 18, la qualificazione ai Mondiali dell’Under 17. La classe 2002 è una delle migliori di tutto il continente ed il futuro è assolutamente azzurro. A livello di club Schio ha raggiunto la semifinale di EuroCup, dopo l’eliminazione in Eurolega, mentre in questa stagione Venezia è stata brava a qualificarsi alla prima fase dell’Eurolega.

Basket 3×3, voto 5 – Non è stata un’annata particolarmente fortunata per il 3×3 azzurro, visti i risultati delle due Nazionali. Si parte dall’Italia femminile, che non è riuscita a conservare il titolo iridato dopo aver fatto i conti anche con la sfortuna di incontrare una versione della Francia di grandissima sostanza difensiva nei quarti di finale. In sede europea, invece, l’Italia (che aveva nel frattempo perso Giulia Ciavarella per infortunio) è uscita direttamente nel girone eliminatorio. C’è comunque l’obiettivo del Preolimpico nel prossimo marzo, con doppia chance, benché sia difficile ad oggi formulare qualsiasi tipo di previsione. Il capitolo maschile, sebbene abbia ancora una mancanza nel qualificarsi a Mondiali ed Europei, stavolta sembra in miglioramento, se non altro perché la chance continentale è stata vicinissima in quest’occasione. Manca ancora una squadra che abbia elementi fissi, anche perché esiste un ragionevole problema di conflitto (che vale anche per il femminile) con l’attività del basket classico, però anche in questo senso la soluzione non sembra lontana. Del resto, l’ingrediente vitale per i recenti risultati del femminile è stato quello.

Beach soccer, voto 8 – L’Italia è stata meravigliosa ai Mondiali di Asuncion ed ha conquistato un brillantissimo secondo posto anche se c’è un po’ di amarezza per la finale persa contro il Portogallo, avversario sulla carta superiore, ma non così imbattibile. La nostra Nazionale si è distinta sulla sabbia del Paraguay, nella fase a gironi ha sconfitto Tahiti, che era reduce da due secondi posti consecutivi e poi nella fase a eliminazione diretta si è superata sconfiggendo la Svizzera e, soprattutto, la fortissima Russia in una semifinale al cardiopalma decisa ai supplementari. Gli azzurri sono tornati a disputare un atto conclusivo dopo addirittura undici anni (nel 2008 si impose il Brasile), Gabriele Gori e compagni hanno emozionato in pieno autunno e si sono confermati ai vertici internazionale di questo sport dopo due terzi posti iridati consecutivi.

Beach volley, voto 6 – Una stagione in chiaroscuro. Non sono arrivati podi per le coppie di punta ma è stata un’annata tutt’altro che negativa per il movimento azzurro, tornato anche ad organizzare un grande torneo internazionale come il World Tour Final di Roma. Lupo/Nicolai hanno conquistato la qualificazione alla loro terza Olimpiade vincendo il torneo di Pechino. Saranno ancora loro a rappresentare l’Italia, dopo il quinto posto di Londra e l’argento di Rio. Al Mondiale di Amburgo tre coppie azzurre hanno raggiunto i quarti, miglior risultato di sempre a livello di squadra (assieme a Lupo/Nicolai anche Rossi/Carambula e Menegatti/Orsi Toth). E’ stato quello il momento più importante della stagione azzurra, che ha visto anche due successi di una coppia giovane e in ascesa come Windisch/Cottafava, nei tornei 1 stella di Budapest e Tel Aviv, e l’Italia una coppia giovane che vince quelli che una volta erano i Satelliti CEV non ce l’aveva da un bel po’ di tempo. Sempre restando fra i giovani, il tricolore è tornato sul podio in un Mondiale giovanile, sempre grazie a Jakob Windisch, in coppia con Alberto Di Silvestre, al secondo posto al Mondiale Under 21 in Cina.

Boxe maschile, voto 5 – Annata decisamente sottotono per l’Italia, che ai Mondiali non ha portato a casa nemmeno una medaglia, il miglior risultato è stato il quarto di finale raggiunto da Salvatore Cavallaro tra i medi. Il 24enne siciliano è stato il dilettante di riferimento in questa stagione, visto che ha anche conquistato l’argento agli Europei, dove sono arrivati i bronzi di Federico Serra, Simone Fiori, Manuel Cappai: onestamente troppo poco per raggiungere la sufficienza, considerando i recenti fasti del nostro movimento. Ci si aspettava molto da Aziz Abbes Mouhiidine, ma il 2019 del peso massimo è stato da bocciare: eliminazione al primo turno nella rassegna iridata contro il modesto giordano Iashaish, out ai quarti della kermesse continentale non offrendo mai quel pugilato spumeggiante che aveva espresso nella passata stagione. È andata leggermente meglio tra i professionisti, dove Matteo Signani, Francesco Patera e Luca Rigoldi  sono campioni d’Europa rispettivamente dei medi, dei leggeri e dei supergallo, ma al momento nessuno sembra poter lottare per il Mondiale, così come non è ancora pronto Daniele Scardina, il volto di riferimento tra i pro, che ha difeso l’Internazionale IBF dei supermedi. Fabio Turchi ha invece perso la cintura International WBC dei massimi leggeri e non sarà facile risalire la china. Guido Vianello ha vinto sei incontri per ko negli USA, ma contro avversari modesti, lo attendiamo in un prossimo futuro.

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Boxe femminile, voto 6.5 – L’annata del pugilato femminile italiano si può definire tutto sommato di buon livello, con la punta del titolo europeo professionistico di Silvia Bortot nei superleggeri. A livello dilettantistico, invece, il massimo l’ha raggiunto Angela Carini ai Mondiali, con un argento che in qualche modo sa anche di beffa, perché il verdetto del suo combattimento con Dou Dan è stato quantomeno discutibile. Bene anche Roberta Bonatti nei 48 kg, mentre per Flavia Severin, punta indiscutibile della spedizione italiana, la voce “giudizio dubbio” sulla sua sconfitta ai quarti è ugualmente ripetibile. Rimane un’amarezza anche abbastanza viva: Alessia Mesiano, che era la punta di diamante (è stata preferita ad Irma Testa), rimasta invece incagliata nella sua nemesi, l’olandese Betrian. In chiave Europei, invece, tantissimi i risultati di rilievo con numerose finali e le vittorie di Irma Testa nei 57 kg e di Francesca Amato nei 64 kg, un risultato, quest’ultimo, che nel prosieguo dell’anno le ha anche messo addosso una non indifferente fiducia, così come accaduto del resto a Carini, che di argenti (europeo e iridato) ne ha trovati due. Da non dimenticare neppure quello che è accaduto a livello giovanile, con le tre medaglie d’oro conquistate agli Europei Youth, indice di un movimento che continua a sfornare buone novità.

Calcio maschile, voto 6.5 – La ferita del 13 novembre 2017 a San Siro è dura da rimarginare. La mancata qualificazione ai Mondiali 2018 in Russia è una macchia indelebile per il nostro calcio. Tuttavia, in questo 2019, la Nazionale di Roberto Mancini ha trovato la quadra e il rendimento nelle qualificazioni agli Europei 2020 è stato eccellente. Certo, il Gruppo J con Finlandia, Grecia, Bosnia, Armenia e Liechtenstein, non rappresentava un grandissimo banco di prova per lo spessore delle compagini affrontate, però le 10 vittorie conquistate in altrettanti incontri (nuovo record per la selezione del Bel Paese), i 37 gol fatti ed i soli 4 subiti sono dati non casuali. Un percorso di alta qualità, suggellato dalla chiosa contro l’Armenia: un 9-1 che rappresenta il successo più rotondo nella storia delle qualificazioni continentali (il precedente primato era Italia-Turchia 6-0 nel 1962). Non vi sono dubbi che il CT Roberto Mancini sia riuscito a creare una filosofia di gioco nella quale tutti si sentono protagonisti. Le individualità di un tempo non sono a disposizione, però ci sono prospetti interessanti. La musica, dunque, pare essere cambiata, e la rassegna europea itinerante del 2020 rappresenta un bel banco di prova per la truppa del “Mancio”. Un’annata nella quale, però, i club italiani continuano a far fatica nelle competizioni continentali: il digiuno da vittorie nella Champions League (nove anni) e nell’Europa League/Coppa Uefa (20 anni) si prolunga pericolosamente. Se, infatti, la Nazionale sembra aver svoltato sotto il profilo del gioco, le formazioni italiane paiono ancora un po’ ancorate ad un modo di intendere il calcio non al passo dei tempi e fin troppo tattico. Scarso ritmo e mentalità difensivista le vere criticità. Nel 2020 vedremo qualcosa di diverso?

Calcio femminile, voto 7.5 – “Il calcio non è uno sport per signorine“. Quante volte si è detto così, nelle partite a calcetto con gli amici o al bar, dello sport preferito dagli italiani. Una considerazione di una figura mitica come Guido Ara, vecchia però di un secolo, in cui si racchiude la visione limitata sul “Pallone” nel nostro Paese. Ad abbattere con grinta e determinazione le mura del pregiudizio, ci ha pensato la Nazionale azzurra di Milena Bertolini. La selezione del Bel Paese, grazie ai quarti di finale raggiunti nei Mondiali in Francia di quest’anno, si è ritagliata quello spazio di notorietà e visibilità che le calciatrici tanto desideravano. L’Olanda ha interrotto il percorso magico, ma la formazione di Bertolini la sua vittoria l’ha ottenuta: dimostrare che il gioco più diffuso al mondo non è solo maschile. Per questo, il “Grazie lo stesso” non è di circostanza, perché le emozioni non sono numeri, le emozioni non si possono catalogare in ori, argenti e bronzi, le emozioni si possono solo vivere e le azzurre ne hanno trasmesse in quantità industriale. La creatività di Manuela Giugliano, le corse a perdifiato di Valentina Bergamaschi e di Alia Guagni, la vena realizzativa di Cristiana Girelli e di Valentina Giacinti sono le perle di una spedizione che però non devono trasformarsi in una cattedrale nel deserto. Per questo, tiene banco la questione “professionismo” e alcuni passi avanti sono stati fatti, attraverso le affiliazioni tra club maschili e femminili e l’emendamento relativo alla Legge di stabilità. Si è, però, ancora distanti, perché non vi sono certezze in termini contributivi ed il prodotto “calcio femminile” è poco appetibile per motivazioni meramente culturali. Serve, quindi, uno sforzo ulteriore e, probabilmente, una modifica della legge 91 del 1981. I temi all’ordine del giorno non mancano, ma è chiaro che l’evidenza di una selezione di giocatrici dilettanti nella top-8 di una rassegna mondiale, con compagini professioniste, fa riflettere. Ora, i prossimi obiettivi saranno quelli, per la Nazionale, di conquistare il pass per gli Europei 2021 in Inghilterra, mentre i club, di fatto, ancora una volta sono stati bocciati, al cospetto di squadre decisamente più attrezzate.

Calcio a 5, voto 6 – Il 2019 del futsal azzurro può essere definito “senza infamia e senza lode”. La Nazionale italiana di Alessio Musti ha centrato l’obiettivo di accedere all’Elite Round delle qualificazioni ai Mondiali 2020, venendo inserita nel Gruppo A con Portogallo, Bielorussia e Finlandia. Azzurri che dovranno guardarsi dai forti lusitani, per avere il pass diretto alla fase finale e non saranno avversari facili, vista la qualità della formazione portoghese. Qualora si giungesse in seconda posizione, allora vi saranno i playoff. Gli uomini di Musti nel Main Round di Eboli hanno incontrato sulla loro strada proprio i bielorussi, pareggiando 3-3, e poi si sono imposti contro l’Inghilterra e l’Ungheria. Un andamento in crescendo per una formazione, ancora in costruzione, dopo i disastrosi Europei 2018, in cerca della chimica giusta. Sarà necessario migliorare l’affiatamento tra gli effettivi, cercando di esaltare le qualità dei singoli, decisive in match di così grande importanza.

Canoa velocità, voto 6 – Confermata la sufficienza della scorsa stagione, sulla fiducia che nel 2020 possano arrivare quelle carte olimpiche che sono sfuggite nel 2019. I soli due pass ottenuti ai Mondiali sono davvero pochi e, purtroppo, nella rassegna iridata è stato sottolineato lo stato di difficoltà della canadese maschile con Carlo Tacchini che non ha ottenuto la carta per Tokyo. Settore femminile non pervenuto, urgono contromisure, da adottare ormai soltanto in vista del prossimo quadriennio olimpico.

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Canoa slalom, voto 6 – Pesa, forse oltremodo, il mancato pass olimpico nella canadese monoposto maschile che, per quanto visto in stagione, doveva essere acciuffato dagli azzurri. Ora l’impresa appare ardua, anche alla luce del fatto che incredibilmente la Germania non ha centrato lo stesso obiettivo ed ora resta una sola carta da assegnare. Bene gli azzurri in Coppa del Mondo, da rivedere le prestazioni iridate, anche se, va sottolineato, oltre alle carte olimpiche ottenute dal kayak, sia al maschile che al femminile, quella conquistata dalla giovanissima Marta Bertoncelli nella canadese monoposto femminile.

Canottaggio, voto 7.5 – Scende ancora dall’8.5 della passata stagione, ma il voto sarebbe stato anche più basso se ai Mondiali di Linz non fossero arrivati ben nove pass olimpici, che hanno mitigato la resa non eccellente in quanto a metalli e podi in relazione alle attese. A Tokyo 2020 tornerà finalmente il singolo senior maschile, anche se le speranze più grandi sono riposte in Oppo-Ruta ed in Lodo-Vicino, coppia ricomposta dopo un 2018 segnato dagli infortuni. In calo rispetto all’anno passato l’imbarcazione dei Cavalieri delle Acque, il riscatto dovrà esserci a Tokyo.

Ciclismo su strada, voto 7.5 – Il 2019 è stata una delle migliori stagioni del decennio per il pedale azzurro, se non altro nelle corse di un giorno. Alberto Bettiol ha riportato nello Stivale il Giro delle Fiandre a 12 anni di distanza dall’ultimo successo tricolore targato Alessandro Ballan. Matteo Trentin, invece, con l’argento amarissimo dei Mondiali britannici, ha, quantomeno, conquistato la prima medaglia italiana nella rassegna iridata dal 2008 a questa parte. Grazie ad Elia Viviani, inoltre, la maglia di campione d’Europa è rimasta nel Bel Paese e l’oro olimpico di Rio ha anche conquistato la terza Classica di Amburgo consecutiva (record). Non vanno, oltretutto, dimenticati i bei piazzamenti dei nostri alfieri nelle classiche delle Ardenne, con Davide Formolo che è giunto 2° alla Liegi-Bastogne-Liegi e Diego Ulissi che ha colto un ottimo 3° posto alla Freccia Vallone. I toni diventano chiaramente meno entusiastici quando si parla dei GT. Vincenzo Nibali, nel 2019, è stato l’unico azzurro capace di conquistare un posto nei 10 in una corsa a tappe di tre settimane. Con la seconda piazza al Giro d’Italia, inoltre, lo Squalo ha dimostrato di poter ancora competere per il successo, ma il problema è che ha 35 anni e dietro di lui, nell’immediato, sembra non esserci nessuno, dati i problemi cronici che stanno perseguitando Fabio Aru. Ad ogni modo, non si può non far notare il gran Tour de France corso dagli alfieri del Bel Paese. Alla Grande Boucle gli azzurri hanno vinto tre tappe, una con Viviani, una con Trentin e una proprio con Nibali, mentre Giulio Ciccone ha vestito la maglia gialla per due giorni. Proprio il camoscio abruzzese, maglia blu con successo parziale all’Aprica al Giro, è stata la novità più bella del 2019 italiano nelle gare di 21 giorni. Probabilmente il portacolori della Trek è l’unico atleta nello Stivale, Nibali escluso, che al momento può lottare per un posto nei 10 in un grande giro. Bellissime notizie arrivano dal settore giovanile. Tra gli Under 23 l’Italia ha vinto sia il Mondiale che l’Europeo di categoria, rispettivamente con Samuele Battistella ed Alberto Dainese, mentre Giovanni Aleotti è giunto secondo al Tour de l’Avenir. Nel complesso sono arrivate 17 vittorie internazionali per gli azzurrini, conquistate, oltre che dai tre sopraccitati, anche da Andrea Bagioli (per lui stagione fantastica con i successi a San Vendemiano, al Piccolo Giro di Lombardia, alla Ronde de l’Isard, dove ha conquistato due tappe e la classifica generale, ed al Giro della Valle d’Aosta, dove si è imposto a Cervinia), Filippo Zana, Fabio Mazzucco, Nicola Venchiarutti, Matteo Sobrero e Alexander Konychev. Molto bene anche tra gli juniores, con Antonio Tiberi che ha vinto la maglia iridata a cronometro, Andrea Piccolo che ha conquistato l’Europeo delle prove contro il tempo ed il Giro della Lunigiana, ed Alessio Martinelli, che si è piazzato 2° al Mondiale in linea.

Ciclismo su pista, voto 8.5 – Dino Salvoldi e Marco Villa possono dormire sonni tranquilli ed iniziare a sognare verso il prossimo anno, che sarà sicuramente quello più importante, con i Giochi Olimpici di Tokyo. Le medaglie in Giappone saranno difficilissime da agguantare, ma sicuramente alla portata degli squadroni azzurri. Tra gli uomini la citazione più importante va fatta assolutamente per Filippo Ganna: il piemontese è stato mostruoso in questo 2019, agguantando il titolo iridato in Polonia nell’inseguimento individuale e timbrando poi a fine stagione il nuovo record del mondo della specialità. Sempre il corridore del Team INEOS è stato il vagone più importante di un trenino che ha riscritto più volte il record italiano ed ha scalato le gerarchie, giungendo secondo agli Europei (citazione va fatta per Michele Scartezzini, Simone Consonni e Francesco Lamon). Menzione particolare anche per Davide Plebani, impegnato spesso nel quartetto e favoloso bronzo iridato nell’inseguimento. Discorso a parte per Elia Viviani, cresciuto tanto su strada, ma sempre voglioso di tornare al vecchio amore della pista: il veneto vuole confermare il titolo a Cinque Cerchi nell’omnium, provando a giocarsi le sue carte anche nella madison. Al femminile una rosa di atlete davvero giovanissime. Il quartetto dell’inseguimento a squadre è cresciuto tantissimo, ma al momento sembra essere ancora distante dalle prime tre a livello mondiale. C’è spazio però per provare ancora a crescere. I podi in Coppa del Mondo sono stati tantissimi, i ricambi sono molti, con un vivaio eccellente. La stella è Letizia Paternoster, argento iridato nell’omnium e pronta a puntare al podio anche ai Giochi di Tokyo. Si conferma campionessa d’Europa nella corsa a punti una strepitosa Maria Giulia Confalonieri.

Ciclismo femminile, voto 6.5 – Il 2019 del ciclismo femminile italiano è stato caratterizzato da alti e bassi. Le soddisfazioni più grandi sono arrivate da una ritrovata Marta Bastianelli e dall’astro nascente Soraya Paladin, ma le nostre ragazze sono mancate in occasione del Giro Rosa, con una sola vittoria di tappa ed una classifica generale anonima, e poi al Campionato del Mondo su strada dello Yorkshire. Qui le grandi ambizioni della vigilia sono svanite in un nulla di fatto. Bastianelli è stata la più grande gioia annuale con la sua storica vittoria al Giro delle Fiandre. Dopo la maglia di campionessa europea conquistata nel 2018, la laziale ha raggiunto così il riscatto più bello sulle strade dell’università del ciclismo dopo anni veramente difficili. La ciliegina sulla torta è stata la conquista del campionato italiano che l’ha rilanciata come regina delle due ruote del nostro Paese. Dopo una primavera veramente eccezionale nelle classiche, e piazzamenti importanti nelle piccole corse a tappe, ci si aspettava qualcosa di più al Mondiale, ma nel complesso queste ultime due stagioni sono state le più belle della sua carriera. Colei che un giorno prenderà in mano l’eredità di Bastianelli sarà la giovane veneta Soraya Paladin, nuovo innesto per il 2020 della CCC Liv di Marianne Vos dopo un’annata spettacolare. Cinque vittorie ed una primavera di classiche dove tra Belgio ed Olanda ha ottenuto dei piazzamenti d’onore importantissimi, soprattutto tra Amstel Gold Race e Liegi-Bastogne-Liegi. Ha sempre tenuto bene nelle classifiche delle brevi corse a tappe, e poi ha concluso il Giro Rosa al nono posto. Ha ancora qualche lacuna in salita, pecca nelle cronometro, ma per il resto è una ragazza dalla maturità invidiabile, alla quale manca davvero poco per raggiungere l’esplosione definitiva, ed il 2020 potrebbe proprio fare al caso suo. Ci si aspettava molto di più dalla ragazza più completa del ciclismo italiano, Elisa Longo Borghini, ma non è riuscita a raggiungere gli obiettivi che si era prefissata. Resta comunque la migliore azzurra al Mondiale britannico. Cresce a vista d’occhio Letizia Paternoster, fortissima a cronometro e dalle grandissime prestazioni in volata, tanto che quest’anno si è laureata campionessa europea Under 23. Sulla stessa linea d’onda Elisa Balsamo, paragonabile alla trentina, visto che entrambe stanno facendo il medesimo percorso ad alti livelli dividendosi a pieno tra strada e pista. Marta Cavalli ha cercato di onorare al meglio nei primi sei mesi dell’anno la sua maglia di campionessa italiana, ma la strada è ancora lunga, mentre la campionessa tricolore a cronometro Elena Cecchini resta comunque una bella garanzia nelle prove contro il tempo, e sta crescendo anche come attaccante; difatti ha conquistato il secondo posto al Campionato Europeo elite al termine di un’azione da grandissima finisseur. Dunque, nel complesso, le nostre cicliste italiane si meritano una bella sufficienza perché, anche se il divario con le imbattibili olandesi sembra decisamente incolmabile, le azzurre ci mettono sempre un impegno invidiabile, una grinta ed una tenacia che talvolta si è persa via via, in alcune occasioni, nel settore maschile. Dobbiamo migliorare nelle corse a tappe e ritrovare la tattica giusta ai Mondiali per non commettere ulteriori errori. Il cammino nelle classiche sembra davvero buono, e nel 2020 saranno più che mai fondamentali in preparazione delle Olimpiadi di Tokyo, dove le azzurre daranno il massimo per giocarsi uno storico gradino del podio a Cinque Cerchi.

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Mountain bike, voto 6 – Sufficienza per la mountain bike azzurra, i cui risultati nel cross country, specialità regina della disciplina, rispetto al 2018, sono leggermente calati, anche se il Bel Paese continua ad essere una costante nelle posizioni che contano delle maggiori competizioni che si svolgono su bici con ruote grasse. Gerhard Kerschbaumer è arrivato a pochi metri dal ripetere il secondo posto Mondiale della scorsa stagione, a Mont Sainte-Anne (Canada), prima di venire affondato da un problema meccanico e perdere anche il podio. In Coppa del Mondo Gerry è passato da una vittoria e tre podi del 2018 ad un solo podio nel 2019. Per la verità, però, non ci sono grosse colpe del nostro atleta dietro a questo calo di rendimento. Nell’ultima annata, infatti, dopo un periodo di apprendistato, il fenomeno neerlandese Mathieu van der Poel è esploso nella disciplina ed ha iniziato a dominare quella che i francesi chiamano VTT, condizionando l’intero ecosistema del XC. Anche Luca Braidot non è riuscito a confermare il podio europeo dell’anno scorso, ma il biker azzurro ha comunque colto un buon 7° posto nella rassegna continentale, peraltro preceduto dal fratello Daniele, che ha sfornato una stagione di livello assoluto. Nella Mixed Relay l’Italia non è stata in grado di difendere il titolo europeo, ma ha conquistato, tuttavia, un buon secondo posto. Ottimi i risultati anche a livello giovanile con De Cosmo, Avondetto e Zanotti rispettivamente 5°, 6° e 7° agli Europei U23 e lo stesso De Cosmo 6° al Mondiale di categoria, mente Vittone è giunto 3° ai Mondiali junior e 4° agli Europei junior e Toneatti 7° agli Europei junior. Meno esaltanti i risultati a livello femminile, nonostante un buon 8° posto di Lechner nella rassegna continentale dedicata alle elite ed il 5° sia ai Mondiali che gli Europei Under 23 di Martina Berta, la quale ha anche vinto a Lenzerheide in Coppa del Mondo. Per quanto concerne le specialità non olimpiche, va fatto un discorso totalmente opposto a quello di cui sopra, invece, per la Downhill, dove sono le ragazze a tenere alto l’onore del Bel Paese. Eleonora Farina è giunta 6° al Mondiale, mentre Veronika Widmann ha colto un bronzo europeo ed un 3° posto in classifica generale di Coppa del Mondo. Nell’Eliminator si segnala il dominio totale di Gaia Tormena, che ha vinto Coppa del Mondo, Mondiale ed Europeo. Veramente degni di nota anche i risultati nella Marathon, dove Samuele Porro ha colto un argento europeo ed un bronzo mondiale.

BMX, voto 3 – Insufficienza grave per l’Italia della BMX, la quale, ai Mondiali di Zolder, non è riuscita a qualificare nemmeno un suo rappresentante alla fase finale delle prove riservate a uomini e donne elite e junior. Disastro totale anche in Coppa del Mondo, dove il pedale azzurro non ha conquistato nemmeno un podio in 20 tappe complessive tra maschile e femminile e non ha neanche piazzato un proprio alfiere nella top-10 della classifica generale di una delle due manifestazioni. Ad oggi manca totalmente una cultura della BMX nel Bel Paese, disciplina che evidentemente non viene ancora vista per quello che è, ovvero uno sport olimpico, ma piuttosto come un passatempo per ragazzini.

Ciclocross, voto 5.5 – Leggera insufficienza per il ciclocross italiano, dovuta, soprattutto, alla situazione disastrosa che la disciplina sta vivendo per quanto concerne la categoria uomini elite. Gioele Bertolini, dopo il bel 6° posto ai Mondiali di Valkenburg 2018, non è più tornato su quei livelli e, anzi, ha deciso di mettere un po’ da parte la bici da cross per dedicarsi soprattutto alla MTB, nella speranza di strappare un improbabile pass per le Olimpiadi di Tokyo. Da tutti gli altri punti di vista, però, il pedale azzurro se la cava più che bene nella specialità che si snoda tra fango, sabbia e prati. Alice Maria Arzuffi ed Eva Lechner sono, al momento, le più forti crossiste non neerlandesi al mondo. La brianzola, nell’anno che si sta per concludere, ha conquistato il suo secondo successo nel Superprestige, a Boom, dopo quello del 2018 a Gavere. La bolzanina, invece, ha colto un bellissimo argento agli Europei casalinghi di Silvelle. Oltre a loro due, si è messa in luce anche Rebecca Gariboldi, 16ma nella rassegna continentale e 14ma nell’Ambiancecross di Wachtebeke. A livello giovanile, inoltre, il cross continua a crescere. Numeri alla mano sono sempre più i giovani praticanti tra uomini e donne. E, al contrario di quanto succede tra gli elite, tra junior ed under 23 anche i maschi sono competitivi. Jakob Dorigoni, già oggi il numero uno in Italia nella disciplina, come testimoniano i successi a Brugherio e Vittorio Veneto, è arrivato 5° ai Mondiali under 23 di Bogense, 3° e 4° nelle prove di Coppa del Mondo di categoria di Pont-Château e Hoogereide ed in top-20 con i grandi nelle tappe di Hoogstraten e Middelkerke in Superprestige. Tra gli juniores, invece, brilla la giovanissima stella di Davide De Pretto, 6° agli Europei di Silvelle e 2° in Coppa del Mondo a Tabor (Repubblica Ceca). Meritano, inoltre, una menzione anche Filippo Fontana, 10° a Tabor in Coppa del Mondo under 23, Filippo Agostinacchio, vincitore ad Aigle nell’EKZ Tour junior (circuito più importante di Svizzera) e Lorenzo Masciarelli, 7° al Koppenbergcross junior e 10° al Flandriencross junior (entrambe prove del DVV Verzekeringen Trofee, competizione che vanta un prestigio anche superiore a quello della Coppa del Mondo). Tra le ragazze delle categorie giovanili si segnalano Silvia Persico, giunta ai piedi del podio nella rassegna under 23 di Bogense, Gaia Realini e Francesca Baroni, entrambe in top-10 agli Europei di Silvelle, e Sara Casasola, autentica mattatrice nelle prove più dure del calendario nazionale. Per concludere spendiamo due parole anche sui già citati Campionati Europei di Silvelle, un evento che ha portato 10000 persone sul circuito veneto per seguire van der Poel e gli altri grandi del cross, a dimostrazione che questa disciplina è molto amata in Italia e che dedicandole la giusta cura si potrebbe tornare ad avere, anche tra gli uomini, atleti del calibro di Americo Severini, Renato Longo, Vito Di Tano, Daniele Pontoni e Luca Bramati.

Equitazione salto, voto 4 – Ancora una volta nella gara a squadre l’Italia non ci sarà a Tokyo 2020. Male gli azzurri agli Europei, poi alle finali di Nations Cup il duello con l’Irlanda è stato nettamente perso. Dovrebbe arrivare il pass individuale per Emanuele Gaudiano, ma certamente tutto ciò non può bastare ad una Nazionale come quella azzurra. Il grande obiettivo stagionale è stato fallito, non ci può essere la sufficienza, anche ampia, della scorsa annata.

Equitazione dressage, voto 1 – Azzurri non pervenuti nel principale circuito internazionale. Il nostro movimento non può dipendere dall’eleggibilità o meno di Tatiana Miloserdova, e comunque la mancata presenza agli Europei non è stato un bel biglietto da visita per la nostra Federazione. Occorre una rifondazione in vista del prossimo quadriennio, dove l’Italia deve tornare ad avere un nome di rilievo quantomeno a livello continentale.

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Equitazione completo, voto 7.5 – La sorpresa più bella della stagione. Azzurri costantemente nelle posizioni di vertice della Nations Cup, poi è arrivata la carta olimpica già agli Europei, dove gli azzurri hanno fatto la differenza rispetto alle rivali dirette nel cross country. Il voto sarebbe stato più alto se, a carta raggiunta, non fosse stata fatta scappare via la vittoria in Nations Cup, che sarebbe anche potuta arrivare in maniera abbastanza tranquilla nelle ultime due tappe. Resta comunque la luce sfolgorante nel buio dell’equitazione.

Football americano, voto 8 – Il 2019 del football americano si chiude con un’impresa storica per il Blue Team, che vince il proprio girone di qualificazione ai Campionati Europei di Serie A, superando una rivale temibile come l’Austria, e la Svizzera, e si guadagna il pass per la kermesse continentale che si disputerà nel 2020, dove dovrà emergere in una corsa a quattro con Finlandia, Francia e Svezia.

Ginnastica artistica, voto 7.5 – Mercoledì 8 ottobre 2019 sarà una data indelebile nella storia della ginnastica artistica italiana, il giorno in cui un magico gruppo di Fate conquistava la medaglia di bronzo ai Mondiali riportando il tricolore sul podio iridato nella gara a squadre dopo addirittura 69 anni dalla prima ed unica volta. Le ragazze di Enrico Casella hanno compiuto una vera e propria impresa nella prova regina, quella che valuta la bontà e la profondità del movimento di un’intera Nazionale: nella finale del team event l’Italia è semplicemente stata leggendaria, si è lasciata alle spalle una superpotenza come la Cina ed ha potuto fare festa dimostrando a tutti gli effetti che questa squadra ha un grande respiro internazionale come si andava dicendo da anni. La classe 2003 ora è chiamata ad un compito mostruoso: replicarsi alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e conquistare una medaglia a Cinque Cerchi che manca addirittura da Amsterdam 1928 (argento a squadre, unico sigillo per le donne in questo sport). L’anno femminile non si limita a questo, ma va ricordato anche il bronzo di Alice D’Amato alle parallele agli Europei, la genovese fa parte del quartetto capitanato da Giorgia Villa e completato da Asia D’Amato ed Elisa Iorio: fortissime tra parallele e volteggio, possono ancora crescere alla trave ed al corpo libero per sognare ancora più in grande. È mancata la ciliegina sulla torta, ovvero la qualificazione della squadra maschile ai Giochi, ma attenzione perché, se venisse confermata l’esclusione della Russia, allora si aprirebbe la strada del ripescaggio per i nostri Moschettieri che in questa stagione hanno compiuto un importante salto in avanti: sono cresciuti moltissimo, sono arrivati a mezzo punto dal pass a Cinque Cerchi ed hanno espresso un ottimo livello ginnico. Marco Lodadio è indiscutibilmente il faro di tutto il settore: argento ai Mondiali, argento agli Europei, oro agli European Games. Il Cavaliere del Castello ora darà l’assalto all’Olimpo, il romano ha tutti i mezzi per riuscire nell’impresa. Non dimentichiamoci del grande ritorno di Vanessa Ferrari (ha vinto in Coppa del Mondo a Melbourne), che è in piena lotta per qualificarsi alla sua quarta Olimpiade, la bresciana sta battagliando con Lara Mori: tutto è rinviato alla primavera del 2020.

Trampolino elastico, voto 2 – Questo sport è una timida comparsa all’interno del panorama italiano, questa disciplina ha un numero molto ridotto di praticanti e non riesce a decollare. L’idea di disputare le gare di Serie A insieme alla ginnastica artistica non ha aiutato a creare la notorietà necessaria per ampliare un movimento ai minimi storici. I risultati dei Mondiali sono stati estremamente deludenti, l’eterno Flavio Cannone e Dario Aloi sono rimasti ampiamente fuori dalle semifinali e la qualificazione alle Olimpiadi dipende da un buon piazzamento in Coppa del Mondo che appare oggettivamente molto complicato da raggiungere. Bisogna creare una base, sarà necessario molto tempo.

Ginnastica ritmica, voto 5.5 – Le Farfalle rimangono giù dal podio nell’all-around dei Mondiali ed è indiscutibile la grande delusione provata dal gruppo guidato da Emanuela Maccarani, che non è riuscito a confermarsi tra i grandi di questo sport nell’appuntamento più importante dell’anno. Alessia Maurelli e compagne non sono riuscite a contrastare la super potenza Russia e si sono dovute inchinare anche al cospetto di Giappone e Bulgaria, l’annata è stata un po’ sottotono per le azzurre ed i nuovi esercizi non hanno prodotto gli effetti sperati: il bronzo iridato di specialità con cerchi e clavette non può essere abbastanza anche perché le finali di specialità non assegnano medaglie alle Olimpiadi. Proprio in ottica Tokyo 2020 bisognerà compiere un nuovo salto di qualità, verranno infatti proposti nuovi esercizi, perché l’obiettivo è quello di andare nel Sol Levante per conquistare una medaglia. Bene la qualificazione di Alexandra Agiurgiuculese e Milena Baldassarri ai Giochi, l’Italia torna ad avere due individualiste dopo vent’anni, ma sono mancate le medaglie di specialità ai Mondiali, a differenza di quanto successo l’anno scorso.

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Golf, voto 6 – Difficile inquadrare al meglio la stagione del golf azzurro, perché vanno analizzati due tronconi ben distinti: da una parte Francesco Molinari e dall’altra tutto il resto. Il torinese, esploso nel 2018 tanto da arrivare a diventare (tra l’altro) campione Major ed issarsi stabilmente nei primi 10 giocatori del mondo, è arrivato a sfiorare l’apoteosi nel Masters di Augusta, quando si è trovato faccia a faccia con sua maestà Tiger Woods nell’ultimo giro per riscrivere ulteriormente la storia. Da quel maledetto meltdown alla 12 (e non solo) Molinari non si è più ripreso, perdendo ogni sicurezza e diventando l’ombra di se stesso per tutto il resto dell’anno. L’addio al caddie Pello Iguaran che lo ha portato a crescere infinitamente negli ultimi 3 anni è divenuto così inevitabile, e si spera che nel prossimi mesi si possa ritrovare serenità e fiducia per tornare là in alto. Dietro al trentasettenne, però, la stagione sullo European Tour è stata davvero positiva. Andrea Pavan è stato in grado di trionfare al BMW International Open e, in generale, ha garantito una continuità incredibile di risultati. Il vero MVP è stato però certamente Guido Migliozzi, giovane ventiduenne vicentino che ha portato a casa due successi (Kenya e Belgio) ed ha fatto capolino nei primi 100 giocatori del mondo, partendo da lontanissimo (530° a dicembre 2018). Ottimi segnali sono arrivati anche da Nino Bertasio, qualificatosi per l’Open Championship, Francesco Laporta ha illuminato l’Open d’Italia e persino Renato Paratore ha ritrovato buone sensazioni dopo due anni estremamente complicati e sia il finale di stagione 2019 che l’inizio di quella nuova sono stati decisamente incoraggianti. Continua a trovarsi in un buco senza fine invece Matteo Manassero, che pare riuscire a regredire ogni torneo di più. Per l’ex prodigio azzurro servirà assolutamente riuscire a ritrovare una serenità mentale ormai completamente persa, ancor prima di pensare a sistemare i colpi sul campo di gioco.

Hockey pista, voto 6 – Il quinto ed il quarto posto raccolti dalle Nazionali maggiori ai Mondiali lasciano un po’ l’amaro in bocca per quello che è stato e che invece poteva essere, anche se le cose vanno inquadrate con due differenti prospettive: il quinto posto dei ragazzi di Mariotti infatti è più frutto di un torneo spento ed evanescente nella sua prima parte, cercato poi di riprendere per i capelli (anche in maniera gagliarda), mentre l’arrivo ai piedi del podio delle ragazze di coach Giudice è arrivato al termine di un cammino straordinario dove la medaglia sarebbe stato il legittimo coronamento del gioco e della personalità mostrata in pista dalle alfiere azzurre. Rientrando invece con un focus sulle scene domestiche, il campionato di Serie A1 per club rimane molto interessante con giocatori italiani protagonisti al pari di tanti stranieri di qualità, spagnoli e portoghesi su tutti, che vengono a militare per le compagini del Bel Paese. Manca in assoluto l’acuto nelle Coppe europee, ma la volontà ed il tentativo di competere non manca. Chissà che il 2020 non riservi sorprese in positivo.

Hockey prato, voto 5.5 – Un’annata che poteva risultare storica, con invece il solito rimpianto (questa volta anche minore) di quel qualcosa che sarebbe potuto essere ma non è stato. La Nazionale femminile ancora una volta si ferma all’ultimo step prima delle Olimpiadi, diventate ormai un tabù. Con una formula diventata sempre più sfavorevole, le azzurre di Roberto Carta sono andate a sfidare nello spareggio a Cinque Cerchi la Germania, una delle compagini più forti a livello mondiale. Uno scontro andata e ritorno in terra tedesca, nel quale, ovviamente, non c’è stata storia. Da sottolineare però i risultati positivi nell’estate. Prima la terza piazza nelle Series Finals, poi il trionfo negli Europei di Pool B, che è valso la promozione nella massima lega continentale. Tra gli uomini sta proseguendo la crescita della squadra guidata da Roberto Da Gai. In primavera spettacolare la trasferta in Malesia, con le Series Finals chiuse in terza piazza e lo spareggio olimpico sfiorato nello scontro diretto con il Canada. Obiettivo minimo centrato negli Europei di Pool B, quello della salvezza, anche se, viste le premesse, ci si poteva aspettare qualcosa in più.

Judo, voto 6 – Mezzo voto in più rispetto all’anno scorso, il bilancio complessivo è positivo grazie ad un finale di stagione travolgente da parte delle nostre due punte di diamante, ma il fallimento iridato della spedizione azzurra pesa sulla valutazione finale. Quella che si preannunciava come la Nazionale più forte di sempre è tornata a casa dal Mondiale di Tokyo a mani vuote, evidenziando ancora una volta il pessimo feeling dei nostri judoka con il contesto iridato (l’argento di Marconcini nel 2017 è l’unica medaglia raccolta dall’Italia nelle ultime otto edizioni). Nel secondo grande evento dell’anno che assegnava medaglie, l’Europeo di Minsk, sono arrivate due sorprendenti prestazioni da podio firmate da Matteo Medves (argento nei 66 kg per la seconda edizione consecutiva) e Maria Centracchio (bronzo nei 63 kg) mentre gli azzurri più quotati ed attesi hanno deluso le aspettative. Di fatto però Odette Giuffrida (52 kg) e Manuel Lombardo (66 kg) si sono riscattati ampiamente dalle delusioni di Minsk e Tokyo, scalando le rispettive classifiche (adesso Lombardo è n.2 al mondo, Giuffrida n.6) con una notevole costanza di rendimento ad alti livelli per poi cambiare passo definitivamente negli ultimi tre mesi con una sequenza impressionante di podi e vittorie. Il torinese e la romana sono stati i grandi protagonisti in casa Italia dell’ultimo scorcio del 2019 alternandosi in prima e seconda posizione nei Grand Slam di Brasilia (vittoria Giuffrida) e Abu Dhabi (primo successo italiano al maschile in uno Slam con Lombardo), ma l’impresa più grande è arrivata in occasione dell’ultimo torneo dell’anno con lo storico trionfo di Lombardo al Masters (primo italiano di sempre a vincere il torneo dei Maestri). A cinque mesi dalla fine del periodo di qualificazione olimpica l’Italia sarebbe virtualmente presente a Tokyo in sei categorie, ma i giochi sono ancora molto aperti e questo numero potrebbe ancora variare di un paio di unità in positivo o in negativo. Uno degli atleti in bilico nel ranking olimpico è Fabio Basile, reduce da un’annata a due facce caratterizzata da un inizio incoraggiante (due podi slam consecutivi) e da una seconda parte molto complicata anche a causa di un infortunio al gomito. A livello giovanile, dopo il clamoroso tris di medaglie d’oro iridate junior del 2018, si muove qualcosa di molto interessante soprattutto (ma non solo) tra i cadetti, con l’Italia capace di dominare il medagliere degli Europei di categoria e di portare a casa un oro mondiale grazie a Veronica Toniolo.

Karate, voto 7 – Stagione assolutamente positiva per i colori azzurri per quanto riguarda il karate. Viviana Bottaro (kata), Mattia Busato (kata), Angelo Crescenzo (-60 kg) e Luigi Busà (-75 kg) non hanno deluso le aspettative. La loro costanza di rendimento è davvero ottima ed infatti sono virtualmente qualificati per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Discorso simile anche per Luca Maresca, Sara Cardin, Clio Ferracuti, Mattia Busato e Silvia Semeraro, i quali proseguono nel loro percorso di avvicinamento ai Cinque Cerchi che entrerà nel vivo nei primi mesi del 2020, mentre in questa annata in Premier League, abbiamo tenuto altissimo il livello anche grazie alle squadre maschili e femminili di kata. Agli Europei Giovanili, infine, Nicole Murabito e Veronica Brunori si sono messe al collo due splendide medaglie d’oro, Alessandra Mangiacapra quella d’argento.

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Lotta, voto 6.5 – Voto identico per il terzo anno consecutivo. Ancora una volta il movimento si basa sulle prestazioni di Frank Chamizo, il quale non è riuscito a diventare campione del mondo nei -74 kg dello stile libero, ma ha conquistato l’argento ed il pass olimpico. Quella però è stata anche l’unica carta portata a casa dalla spedizione azzurra, con Givi Davidovi che si è fermato ad un passo dall’obiettivo nei -57 kg ed Abraham Conyedo che sarebbe stato testa di serie nel tabellone dei -97 kg se avesse ricevuto in tempo la cittadinanza italiana, giunta solo pochi giorni fa, obbligandolo di fatto a ricorrere ad uno dei due tornei del 2020 che mette in palio le carte per Tokyo. Non sono giunti invece risultati di rilievo, in vista dei Giochi del prossimo anno, per quanto concerne la greco-romana e la lotta femminile, facendo scattare nel clan azzurro un piccolo campanello d’allarme in vista del 2020.

Nuoto, voto 9 – 8 podi (3 ori, 2 argenti, 3 bronzi), 23 finalisti, 19 primati italiani. Si parte da qui, o si potrebbe chiudere qui, fate voi. I numeri dei Mondiali 2019 di Gwangju (Corea del Sud) sono questi ed attestano la portata notevole della rassegna iridata del nuoto in piscina. Uno degli sport olimpici più selettivi ci ha sorriso e va evidenziato con forza perché non è cosa da poco. I dati parlano chiaro e sono da legare alla mentalità. Le interviste con sorrisi, in stile “Io speriamo che me la cavo”, non si sono viste. C’era felicità quando si era massimizzata la propria prestazione e c’era il broncio quando non era stato espresso in vasca quel che si sperava. Alle Olimpiadi, ulteriore banco di prova, ne sapremo di più, ma il piglio dimostrato e le prestazioni in piscina non sono frutto del caso. Tanti i volti della manifestazione sudcoreana: la prima volta di Simona Quadarella sul gradino più alto del podio (1500 stile libero). Non c’era Katie Ledecky? Vero, ma gli assenti per un motivo o per l’altro hanno sempre torto e la grinta dimostrata nel lottare spalla a spalla con la fuoriclasse americana negli 800 sl (argento) è un’ulteriore dimostrazione. Indubbiamente Ledecky non era al meglio, ma conta poco nella rappresentazione di quanto fatto da Simona, amareggiata alla fine, perché un po’ ci aveva creduto. Una delusione frutto della voglia di vincere e del non sentirsi già sconfitta in partenza. Lo stesso spirito dell’eterna Federica Pellegrini. Già, qualche “leone da tastiera” attendeva il suo ritiro, vista l’esperienza televisiva e la voglia di tuffarsi in qualcosa di diverso dalla piscina. La veneta, però, è ancora nuotatrice forte, a tutti gli effetti, e l’ennesimo oro mondiale nei 200 sl (il quarto su questa distanza ed il secondo consecutivo) è stato ottenuto. Anche qui qualche assenza c’è stata (Ledecky su tutte) ma l’americana, guardando un po’ indietro, non ha nelle quattro vasche la distanza prediletta, ricordando quanto accaduto a Budapest due anni fa. Allo stesso tempo, le signorine Sarah Sjoestroem ed Ariarne Titmus proprio delle scappate di casa non sono, tenendo conto dei crono e del “curriculum”. Segno del primato marchiato a fuoco sulla schiena di Gregorio Paltrinieri, inaspettatamente negli 800 sl (visto il bronzo nei 1500 sl). Un’avventura asiatica particolare per Greg, in gara anche nelle acque libere per guadagnarsi la qualificazione a Tokyo 2020 (missione compiuta) e mettersi alla prova. I riscontri sono stati complessivamente positivi. Vi è stata poi la conferma di Gabriele Detti (400 sl) ed i colpi di mano di Martina Carraro (100 rana) e di Benedetta Pilato (50 rana). Due atlete agli opposti: la 26enne, qualche stagione fa, sembrava un po’ persa, ma poi nelle ultime annate è arrivata una nuova primavera ed il podio mondiale incredibile, la 14enne pugliese, diventata la più giovane medagliata iridata in piscina in casa Italia, si spera possa iniziare da qui la sua avventura. Nuoto azzurro che, negli Europei in vasca corta a Glasgow, ha confermato le sue eccellenti attitudini, conquistando il secondo posto nel medagliere alle spalle della Russia, vincendo 20 medaglie, e guadagnandosi la vetta della classifica a punti. Come si suol dire, tanta roba!

Nuoto di fondo, voto 6.5 – Meno roboanti i risultati delle acque libere in quel di Gwangju (Corea del Sud), rispetto alla piscina. L’argento (gara a squadre) ed i due bronzi (Alessio Occhipinti nella 25 km e Rachele Bruni nella 10 km) non sono all’altezza delle aspettative iniziali di una compagine che, invece, nelle World Series tanto ha ottenuto: 4 vittorie, 7 secondi e 6 terzi posti. Un totale di 17 podi. In questo contesto, sul versante femminile, Bruni si è tolta la soddisfazione di vincere la classifica generale, mentre Arianna Bridi ha posto il proprio sigillo alle Seychelles, a Lac Megantic (Canada) ed a Chun’an (Cina) nell’ultima tappa. Spiace, dunque, che la nuotatrice non sia rientrata nella top 10 della della 10 km mondiale, qualificante per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Il 13° posto finale è stato un brutto colpo per lei e per la Nazionale che, inutile negarlo, tanto puntava sulla trentina in vista di quel che sarà. Spetterà alla toscana di ferro, già argento a Cinque Cerchi a Rio, regalarsi qualcosa di speciale. Sul versante maschile, invece, si fa più fatica ed ecco che l’arrivo di Gregorio Paltrinieri può dare una scossa a tutto il movimento.

Nuoto sincronizzato, voto 6 – La Nazionale di Patrizia Giallombardo ha concluso la sua stagione in Corea del Sud con tre argenti: due secondi posti con il doppio misto formato da Giorgio Minisini e da Manila Flamini e poi la piazza d’onore nell’esercizio degli Highlight. Un bottino nel quale manca il metallo più pregiato. In questa rassegna iridata, infatti, soprattutto Minisini/Flamini non sono riusciti a contrastare la Russia del duo Majja Gurbanberdieva/Aleksandr Maltsev e quindi si sono dovuti “accontentare” del massimo possibile. Nel complesso la compagine tricolore ha visto nel solo, nel duo e nella prova a squadre piazzamenti più che onorevoli, anche se la distanza dal vertice è sempre notevole.

Pallamano, voto 1 – E’ da sempre considerata la pecora nera dello sport italiano, costellata da una serie interminabile di occasioni perse, e che purtroppo non è riuscita ad ottenere risultati di prestigio in questo anno solare. La mancata qualificazione agli Europei maschili 2020 (i primi a 24 squadre, più della metà dei Paesi del Continente) ha spento la speranza di una grande opportunità di crescita e confronto contro le migliori Selezioni, con la formazione azzurra che ha tuttavia lottato contro corazzate come Russia ed Ungheria. A gennaio sono in programma le pre-qualificazioni ai prossimi Mondiali, dove la banda allenata da Riccardo Trillini dovrà sconfiggere Georgia, Kosovo e Romania per accedere alla seconda fase: difficile, ma non impossibile. In campo femminile le cose non vanno meglio, anzi. Giunta alla seconda fase di qualificazioni agli Europei 2020, la selezione del Bel Paese ha rimediato due scoppole senza appello contro Montenegro ed Ungheria, vanificando gli sforzi ottenuti in epoche non troppo lontane. Si dovrebbe ripartire dai club, ma qui la situazione non è di facile risoluzione. Il basso numero totale di società iscritte ai campionati è un dato da non sottovalutare, e seppur il girone unico ha restituito alla Serie A la legittimità che merita, la disciplina fatica a trovare spazio nelle palestre dello Stivale. Urge un cambio di rotta, per dare il via ad un percorso dai risultati non immediati, ma neanche troppo lontani nel tempo. A questo proposito, ci si aspetta molto dagli Europei under 20 del prossimo anno, in programma tra Italia e Austria, il coronamento della crescita di un gruppo giunto a questo appuntamento dopo aver conquistato la qualificazione sul campo lo scorso anno in Georgia.

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Pallanuoto maschile, voto 10 – Un’annata davvero da sogno, impossibile da dimenticare. Il Settebello torna sul tetto del mondo ad otto anni di distanza da Shanghai 2011, e lo fa sempre in terra asiatica, questa volta a Gwangju. Un trionfo inatteso quello per la squadra guidata da Sandro Campagna, che, visti i precedenti, non partiva sicuramente favorita per conquistare il titolo iridato. Gli azzurri non sono partiti al top, ma poi hanno ingranato la marcia giusta andando a battere Grecia, Ungheria e Spagna tra quarti, semifinali e finale. A contorno, oltre alla medaglia d’oro, c’è anche il pass olimpico per Tokyo 2020, che ora diventa ovviamente l’obiettivo principale: non sarà facile confermare le medaglie di Londra e Rio, il sogno sarebbe quello di centrare un altro trionfo. Come ciliegina sulla torta nel finale di stagione è arrivata già la qualificazione per i quarti di finale continentali di World League, un due su due con Grecia e Georgia per poter guardare con ancor più tranquillità alla prossima stagione.

Pallanuoto femminile, voto 6 – Pesa, inevitabilmente, il mancato pass olimpico, da centrare ora a tutti i costi nel 2020. Le azzurre hanno fatto soffrire gli USA nella finale della World League, poi il percorso ai Mondiali è stato buono fino ai quarti, con il Setterosa capace di vincere il girone e piazzarsi dalla parte opposta del tabellone rispetto alle americane. Le azzurre sono poi uscite ai quarti, sconfitte di misura dall’Ungheria, anche se il pass è andato alla Spagna e le magiare saranno nuovamente sul percorso delle ragazze ora allenate da Paolo Zizza. L’avvicendamento sulla panchina con Fabio Conti, ora DT delle Nazionali femminili potrà, si spera, dare all’ambiente quella scossa necessaria per centrare l’obiettivo olimpico agli Europei o nell’ultimo torneo di qualificazione.

Pentathlon moderno, voto 7 – La netta insufficienza del 2019 è solo un brutto ricordo, soprattutto grazie alla carta olimpica portata a casa dalla giovane Elena Micheli nel Mondiale senior, che per lei si è tinto d’argento con una meravigliosa piazza d’onore conquistata in maniera abbastanza inattesa alla vigilia. Lo sport del soldato italiano attende ora di poter conquistare anche al maschile almeno un pass dei due massimi a disposizione di ciascuna nazione, anche se pare ci si debba affidare in questo caso alla vecchia guardia. L’altro pass tra le donne potrebbe arrivare anche attraverso il ranking. Anche nel 2019 ottimi risultati giungono dal settore giovanile, mostrando come il futuro sia in buone mani, in attesa dell’esplosione definitiva del talento di Giorgio Malan.

Rugby, voto 5 – Altra stagione difficile quella vissuta dal rugby italiano. Nonostante le dichiarazioni entusiastiche di chi parla del miglior Mondiale di sempre, la realtà è che l’Italia maschile ha conquistato il minimo sindacale. Le vittorie con Namibia e Canada sono poche, nel terzo anno consecutivo con zero successi nel Sei Nazioni. Per l’Italrugby, dunque, il voto è un 4, considerando anche l’addio di Conor O’Shea come un nuovo fallimento. 8+, invece, il voto per l’Italdonne, che ha ottenuto uno storico secondo posto nel Sei Nazioni di categoria, con tre vittorie, un pareggio ed una sola sconfitta. Per le ragazze di Andrea Di Giandomenico, però, l’anno della verità è quello che arriverà, con il 2020 che significa torneo di qualificazione per i Mondiali 2021 da non fallire. Nel Pro 14, invece, promozione netta per il Benetton (voto 7+) che ha conquistato per la prima volta i play-off, mentre nuova bocciatura per le Zebre (3), che sono riuscite a non vincere neanche una partita fino ad un paio di settimane fa nella nuova stagione. Bocciata, infine, ancora una volta la Federazione, che merita un 3 anch’essa. L’addio ad O’Shea significa ripartire di nuovo da zero per l’ennesima volta e conferma la navigazione a vista di una Federazione che perde tesserati, che ha sempre meno interesse mediatico alle spalle e che dopo sette anni di gestione da parte di Alfredo Gavazzi ha bisogno di un vero elettroshock per sperare di risalire la china in fretta.

Rugby a 7, voto 3 – È un 3 sulla fiducia quello dato al rugby olimpico italiano. Non classificato sarebbe stato probabilmente il voto più giusto da dare ad una disciplina praticamente fantasma in Italia. Dopo anni, infatti, ancora manca un campionato interno, la copertura mediatica dei tornei disputati dalle Nazionali maschile e femminile è inesistente, mentre investimenti e volontà di crescere non sono pervenuti in Federazione. Se la gestione del rugby a 7 è molto al di sotto della sufficienza, diverso il discorso per chi a 7 gioca. L’Italseven maschile in questo 2019 merita un 7-, perché se la qualificazione a Tokyo 2020 è fallita, questa non poteva essere realisticamente un obiettivo raggiungibile. L’obiettivo di quest’anno era staccare il biglietto per Hong Kong, cioè il torneo di qualificazione alle World Rugby Sevens Series, e l’obiettivo è stato raggiunto. Non così, invece, per l’Italseven femminile, che merita un 2. Nel torneo di qualificazione olimpica è arrivato solo un settimo posto, mentre le Grand Prix Series si sono chiuse al nono posto. La scelta di Diego Saccà, senza esperienze di alto livello in panchina, e nessuna esperienza nel 7s, dimostrano ancora una volta il totale disinteresse della FIR per il rugby olimpico.

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Scherma, voto 7 – Non capitava da 32 anni, dall’edizione 1987 tenutasi a Losanna, che l’Italia chiudesse un Mondiale di scherma senza medaglie d’oro. E’ stata una rassegna iridata particolare quella di Budapest per l’Italia, che è stata comunque la nazione ad aver vinto più medaglie (8, un argento e sette bronzi). Sicuramente meglio è andata agli Europei, dove sono arrivati i trionfi di Alessio Foconi e di Elisa Di Francisca. Anche a Dusseldorf l’Italia ha chiuso con il maggior numero di medaglie (10), ma è rimasta dietro a Russia e Francia nel medagliere. Un’estate dunque a corrente alternata per i colori azzurri, ma la scherma si presenta anche nel 2020 come una delle discipline di punta dello sport italiano. Grandi ambizioni a Tokyo, in particolare nel fioretto, sia femminile (con Volpi, Errigo e Di Francisca) sia al maschile (soprattutto Foconi e Garozzo). Non va dimenticata anche la sciabola maschile (squadra anche da oro), mentre nella spada, maschile e femminile, possono arrivare altri grandi risultati. La sciabola femminile è in questo momento l’arma con più difficoltà, ma l’obiettivo Tokyo 2020 non è lontano per il quartetto azzurro, che completerebbe l’en plein per le Olimpiadi.

Skateboard, voto 6.5 – Ivan Federico ed Alessandro Mazzara sono in piena corsa per la qualificazione alle Olimpiadi visto che occupano rispettivamente il 12° ed il 17° posto nel ranking internazionale: i primi 16 della graduatoria (massimo due per Nazionale) voleranno a Tokyo e gli azzurri sono ampiamente in lizza nella specialità del park, che debutterà proprio a Tokyo 2020. Entrambi sono stati eliminati in semifinale ai Mondiali, Federico ha vinto gli X Games a Minneapolis ed è stato quinto a Nanchino, entrambi hanno raggiunto la finale del Dew Tour a Long Beach: risultati positivi di una stagione ampiamente sufficiente per entrambi i nostri portacolori di riferimento mentre nello street l’Italia è troppo lontana dal vertice.

Softball, voto 10 – Europei e qualificazione alle Olimpiadi: la Nazionale di Enrico Obletter nel dugout e di Greta Cecchetti sul campo ha preso tutto quello che era possibile prendersi. E lo ha fatto con grandissima autorità, dando dispiaceri all’Olanda prima e alla sorprendente Gran Bretagna poi. Un doppio successo, quello azzurro, capace di interrompere inoltre una serie di sequenze non positive: se si eccettua il successo continentale del 2015, era dal 2009 che l’Olanda dominava la scena in Europa, mentre ora l’Italia si è ripresa un ruolo che aveva detenuto per 15 anni tra il 1992 ed il 2007. Unico piccolo neo, l’11° posto nei Mondiali Under 19, ma va anche detto che diverse giocatrici di quell’età fanno il loro più che egregio dovere nella Nazionale maggiore. A livello di club, la situazione è ugualmente rosea: la finale di Premiere Cup è stato un affare tutto italiano tra Bollate e Bussolengo, mentre Forlì ha messo le mani sulla Coppa delle Coppe. In questo modo si conferma la validità non solo del movimento nazionale azzurro, ma anche di quello relativo ai club, tanto che diverse giocatrici di alto livello continentale vengono a giocare nel nostro Paese (due nomi su tutti, Britt Vonk e Nerissa Myers). Il 2020 si prospetta come un anno importante, come non accadeva dal 2004, per il nostro Paese in questo sport.

Sollevamento pesi, voto 6.5 – Il percorso di qualificazione olimpica è entrato da poco nella terza ed ultima finestra con l’Italia che sta inseguendo il pass a Cinque Cerchi in sette categorie di peso (tre al maschile, quattro al femminile), anche se al momento l’unica vera carta da medaglia azzurra in ottica Tokyo 2020 è Nino Pizzolato nei -81 kg. Il 23enne siciliano è tornato a gareggiare brillantemente dopo un anno di stop raccogliendo in ordine cronologico un buon terzo posto in Coppa del Mondo a Fuzhou, un successo strepitoso agli Europei senior, una positiva sesta piazza ai Mondiali ed un secondo posto a fine stagione in occasione della rassegna continentale under 23, facendo intravedere un potenziale ancora non completamente espresso in termini di misura totale che potrebbe davvero permettergli di giocarsi un posto sul podio in Giappone. Per gli altri italiani impegnati in categorie olimpiche l’obiettivo principale (complicato da raggiungere in molti casi) è quello della qualificazione, anche se Giorgia Bordignon (nona nei -64 kg al Mondiale), Mirco Scarantino (passato ai -61 kg col nuovo regolamento) e Mirko Zanni (campione europeo under 23 nei -67 kg) potrebbero anche ambire ad un piazzamento di prestigio. In generale il movimento nostrano si può considerare in salute alla luce della presenza di diversi giovani talentuosi ed interessanti in prospettiva Parigi 2024 come Sergio Massidda (a marzo campione iridato youth, a giugno campione del mondo junior nei non olimpici -55 kg), Davide Ruiu (campione europeo junior nei -61 kg), Lucrezia Magistris (nuova primatista nazionale nei -55 kg con una misura da oro europeo), Giulia Miserendino (campionessa europea youth dei -64 kg) e Giulia Franco (tripletta di ori nei -76 kg agli Europei under 15). 2019 da dimenticare invece per Cristiano Ficco, esploso nella passata stagione a livello giovanile con una vittoria dopo l’altra, ma fermato quest’anno dalla mononucleosi e da un problema alla spalla, fino alla recentissima affermazione nei Campionati Italiani Assoluti di Ostia.

Surf, voto 7 – Scegliere l’onda giusta e dominarla è il presupposto di ogni surfista. Gli azzurri della tavola hanno ottenuto risultati considerevoli, anche se il discorso olimpico è complicato. Il Bel Paese nell’Eurosurf ha avuto prestazioni strabilianti: Claire Bevilacqua, Francesca Rubegni e Federico Nesti hanno portato il tricolore sul tetto continentale, consentendo all’Italia di porre il proprio sigillo in tre gare su quattro del programma, con 15 Nazionali al via. Risultati di un certo livello che, però, non si sono ripetuti negli ISA World Surfing Games 2019 in quel di Miyazaki (Giappone), competizione importante per assegnare i primi pass olimpici per Tokyo 2020. Il migliore della truppa nostrana è stato Angelo Bonomelli che, dopo un percorso esaltante, è risultato il primo degli esclusi, insieme al tedesco Leon Glatzer, nella particolare graduatoria premiante il miglior esponente del Vecchio Continente, in questo caso il portoghese Frederico Morais. L’ultima possibilità è rappresentata dagli ISA World Surfing Games 2020 che concederanno le carte olimpiche ai primi quattro classificati, ma l’obiettivo è impegnativo. Un aspetto che conosce bene Leonardo Fioravanti, il miglior surfista italiano, condizionato da un infortunio alla spalla che lo ha costretto a star fuori in 5 appuntamenti del Championship Tour. Tuttavia, Leo, al suo ritorno, si è reso protagonista di una prestazione sensazionale, giungendo terzo nel Quiksilver Pro France. Un risultato storico, la speranza è che questa medesima condizione la esibisca nella competizione precedentemente citata.

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Taekwondo, voto 8 – L’annata è stata straordinaria per il movimento azzurro. Dai giovanissimi ai seniores, in tantissimi si sono messi in luce: dai tornei G1 sino al quelli elite a livello internazionale. Il primo e storico titolo iridato – per un alfiere italiano – conquistato da Simone Alessio ai Mondiali (-74 kg) di Manchester, svoltisi a maggio, ha dato idealmente il la ad un secondo semestre mozzafiato per il taekwondo nostrano. Dalle medaglie nelle gare giovanili alla rincorsa ricca di momenti emozionanti di Vito Dell’Aquila alle Olimpiadi di Tokyo 2020: il pugliese si è davvero esaltato trascinando con sé tantissimi compagni di squadra che hanno consentito all’Italia di fare la voce grossa agli Europei di Bari, chiusi con 2 ori, 2 argenti e 6 bronzi, includendo anche il parataekwondo. L’acuto finale del ragazzo di Mesagne (-58 kg) è stato infine clamoroso: vittoria al Grand Prix Final di Mosca, punti ottenuti nel ranking e qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020, cosa che al contingente tricolore mancava dal 2012. Un 2019 praticamente perfetto e (probabilmente) il meglio deve ancora venire.

Tennis, voto 8.5 – Un 2019 che rimarrà nel cuore e nel cervello per lo sport con racchetta e pallina in casa italiana. Sì, perché in pochi, per non dire nessuno, avrebbero potuto solo lontanamente immaginare quel che la stagione ha riservato. Nel settore maschile i risultati di spicco sono diversi e sono evidenziati dalla lettura della classifica: 2 tennisti nella top-15, 8 nella top-100 e un under 19 in posizione n.78. Un anno nel quale il ligure Fabio Fognini è stato il primo azzurro a conquistare il titolo di un Masters 1000 (vittoria a Montecarlo), concludendo al n.12 ATP e nel quale l’ascesa di Matteo Berrettini e di Jannik Sinner è stata incredibile. Il romano, classe ’96, aveva concluso il 2018 oltre la 50ma posizione. Ebbene, in quest’annata sono arrivati i due titoli a Budapest (terra battuta) ed a Stoccarda (erba), la finale a Monaco di Baviera (terra battuta) e soprattutto gli ottavi di finale a Wimbledon e le semifinali nel Masters 1000 di Shanghai ed agli US Open. A Flushing Meadows Matteo ha capito di potersela giocare contro chiunque, diventando il primo italiano ad accedere al penultimo atto conclusivo dal 1977 ed il primo in semifinale sul cemento in uno Slam. Questi risultati gli hanno permesso di qualificarsi per le ATP Finals (in qualità di n.8 del mondo), riuscendo a vincere il match contro l’austriaco Dominic Thiem e realizzando l’ennesimo primato del suo 2019 straordinario. I progressi nel suo tennis sono lampanti e, specie sul lato del rovescio, ci sono ampi margini di miglioramento. Il futuro è dalla sua ed a noi non resta che aspettare. Lo stesso discorso vale a maggior ragione per Sinner. Il classe 2001 altoatesino è stato autore di una stagione fantastica, conclusa al n.78 del ranking. Tutto era iniziato a Bergamo, con il primo successo in un ATP Challenger. Una scalata pazzesca certificata da 62 vittorie stagionali, di cui 11 nel circuito maggiore e con all’attivo 2 titoli ITF, 3 Challenger e la ciliegina delle Next Gen ATP Finals. Indubbiamente, il successo all’Allianz Cloud di Milano, contro l’australiano Alex de Minaur, è quello che ha suscitato più clamore. In lui si vede un futuro campione e ora non resta che aspettare. E’ evidente che, invece, sul versante femminile ci sono criticità importanti: i problemi fisici di Camila Giorgi non sono mitigati dalla crescita di Jasmine Paolini e di Elisabetta Cocciaretto. C’è ancora tanto da fare e tra le due realtà c’è una netta sproporzione.

Tennistavolo, voto 2 – Passo indietro rispetto all’insufficienza, non così grave, del 2018. Al maschile gli azzurri chiudono il 2019 fuori dai 100 nel ranking mondiale, mentre lo scorso anno Stoyanov e Bobocica erano riusciti nell’impresa. Al femminile c’è Debora Vivarelli tra le 100, mentre Piccolin ha perso terreno. La vera notizia però riguarda la bella stagione, a livello giovanile, di Jamila Laurenti, che si conferma il faro per il futuro del movimento azzurro e la speranza nostrana per il 2024, mentre per Tokyo 2020 sono poche le speranze di pass per gli azzurri.

Tiro a segno, voto 6 – La sufficienza è piena e forse ci si potrebbe spingere anche oltre, ma il meglio deve ancora venire e chissà che nel 2020 ciò non si possa materializzare. Le note liete arrivano dalle carte olimpiche conquistate da Marco Suppini (in Coppa del Mondo), Lorenzo Bacci e Riccardo Mazzetti (agli Europei di Bologna), che si aggiungono a quella già ottenuta ormai qualche tempo fa da Marco De Nicolo. Tre carabinisti ed un tiratore di pistola automatica da 25 metri, il problema è che il comparto della pistola ad aria compressa e tutta la sezione femminile latitano. Sfavoriti oggettivamente dalla rimozione della gara di pistola libera dal programma olimpico, Giordano e soci avranno una (sola) chance per cercare di piazzare la zampata vincente, agli Europei 10 metri di fine febbraio, al pari delle shooters di carabina e pistola in rosa, le quali invece stanno vivendo un lungo momento di involuzione, anche se Sara Costantino e Sofia Ceccarello hanno fatto intravedere qualcosa di buono.

Tiro a volo, voto 6 – Confermata la sufficienza del 2018. Il voto, ovviamente, è inficiato dalla mancata conquista della carta olimpica nel trap maschile, dove gli azzurri, Mauro De Filippis su tutti, hanno spesso sfiorato il pass senza mai ottenerlo. Al di là dell’ultima occasione sul campo agli Europei del prossimo anno e del paracadute del ranking, che dovrebbe premiare proprio De Filippis, il contingente azzurro sarà incompleto rispetto al massimo consentito. Possibile anche uno switch con una carta dello skeet, staremo a vedere cosa accadrà.

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Tiro con l’arco, voto 5 – Annata macchiata inevitabilmente dal fallimento dei due terzetti azzurri, entrambi eliminati agli ottavi di finale dei Mondiali qualificanti per l’Olimpiade di Tokyo 2020 (rimane una sola chance a Berlino il prossimo giugno con tre posti ancora a disposizione). I campioni iridati del 2017 Mauro Nespoli, Marco Galiazzo e David Pasqualucci non hanno mai brillato particolarmente in questa stagione, raccogliendo un secondo posto in Coppa del Mondo ad Antalya ed un bronzo agli European Games, mentre in campo femminile le azzurre si sono limitate ad un solo exploit (seconde in Coppa del Mondo a Medellin dietro alla Corea del Sud). Terzetti a parte, il 2019 è stato positivo per i colori azzurri, con Mauro Nespoli stabilmente tra i migliori arcieri al mondo nell’individuale (oro agli European Games, secondo nelle Finali di Coppa del Mondo e quarto al Mondiale) e punto fermo del Team Mixed tricolore che ha già raggiunto la qualificazione a Cinque Cerchi grazie al trionfo nei Giochi Europei di Minsk (in coppia con Lucilla Boari) portando a casa anche l’unica medaglia (di bronzo, con Vanessa Landi) della spedizione italiana al Mondiale di ‘s-Hertogenbosch. Da evidenziare nel settore femminile il processo di crescita della ventenne Tatiana Andreoli, capace di scalare il ranking mondiale fino alla dodicesima piazza con alcuni risultati individuali di grande peso come l’oro agli European Games (battendo in finale la compagna di squadra Boari), il secondo posto nella tappa romana delle Indoor World Series e la quinta piazza nel Test Event di Tokyo 2020.

Triathlon, voto 6.5 – Il programma dell’Olympic Performance Director Joel Filliol sta dando i frutti sperati. Al femminile l’Italia al momento occupa virtualmente i tre slot a disposizione per la prova di Tokyo 2020, mentre sono due i qualificati a livello maschile, infine la staffetta mista sarebbe comunque qualificata grazie a questi risultati individuali. Il 2019 è dunque positivo, nel prossimo anno si dovrà finalizzare tutto questo lavoro per Tokyo 2020. Gli azzurri, nella coralità della squadra, hanno mostrato un netto miglioramento rispetto ad un 2018 molto sbiadito.

Tuffi, voto 5 – L’Italia è lontana dal resto del mondo e la sola Noemi Batki ha già in tasca il biglietto per il Giappone grazie ad un Mondiale davvero ottimo, con il sesto posto in finale dalla piattaforma. La veterana della squadra azzurra si è poi tolta la soddisfazione di vincere anche l’oro europeo dal sincro dai 10 metri con Chiara Pellacani. Proprio dalla giovane romana ci si aspettava un qualcosa in più sul piano individuale, ma è ancora molto giovane e ci sono ancora possibilità per qualificarsi per i primi Giochi Olimpici dalla carriera. Chi invece ha deluso molto è Elena Bertocchi, ma la milanese è stata tanto condizionata dagli infortuni in un 2019 molto sfortunato. Per Pellacani e Bertocchi ci sarà poi la sfida a distanza con le rientranti Tania Cagnotto e Francesca Dallapè. C’è grande curiosità nel capire se la storica coppia dei tuffi italiani riuscirà nell’impresa di centrare la qualificazione a Tokyo 2020 proprio ai danni delle campionesse d’Europa in carica. In campo maschile ottima prestazione di Lorenzo Marsaglia agli Europei con un bella medaglia di bronzo dal metro ed un ottavo posto dai tre. Giovanni Tocci ha vissuto un anno sottotono e con tanti cambiamenti. Per Tokyo bisognerà capire chi riuscirà a staccare il pass olimpico.

Vela, voto 7 – L’Italia si è confermata Campione del Mondo con i Nacra 17 per il secondo anno consecutivo, ma questa volta sono stati Vittorio Bissaro e Maelle Frascari a mettersi al collo la medaglia d’oro in quel di Auckland, succedendo ai connazionali Ruggero Tita e Caterina Banti (vincitori della Medal Race ma solo settimi in classifica generale) nell’albo d’oro. Purtroppo solo una di queste due fenomenali coppie potrà rappresentare il Bel Paese alle Olimpiadi di Tokyo 2020, con lo staff tecnico tricolore che sarà chiamato nei prossimi mesi a fare una scelta davvero complessa. Non sono arrivate altre medaglie italiane nelle varie rassegne iridate e continentali di classe andate in scena nell’arco del 2019, mentre in Coppa del Mondo la Nazionale italiana si è ben comportata ottenendo complessivamente 9 piazzamenti sul podio (3 primi, 2 secondi e 4 terzi posti) tra i quali spicca senza ombra di dubbio la meravigliosa doppietta firmata nell’RS:X da Mattia Camboni e Daniele Benedetti in quel di Marsiglia. Dopo aver qualificato sei classi su dieci in occasione del Mondiale di Aarhus 2018, quest’anno c’era la concreta possibilità di rimpinguare il contingente azzurro per il Giappone ma prima i Finn, poi i Laser Standard ed infine i 49er (maschili e femminili) hanno fallito anche la seconda chance di strappare il pass dovendo così ricorrere all’ultimo evento di qualificazione da disputare nella tappa genovese di Coppa del Mondo 2020. Prosegue inesorabilmente nel frattempo la crescita di due astri nascenti della vela olimpica italiana: Giorgia Speciale e Marco Gradoni. La prima ha bruciato le tappe rivelandosi competitiva (sesta al Mondiale lottando a lungo per le medaglie) al suo primo anno da senior nella classe RS:X, dopo aver dominato in lungo e in largo il 2018 a livello giovanile, mentre il secondo si è confermato sul trono mondiale della classe Optimist per la terza volta di fila, aggiudicandosi il prestigioso riconoscimento di Rolex World Sailor of the Year a soli 15 anni (è il vincitore più giovane di sempre, il secondo italiano ad imporsi dopo Alessandra Sensini nel 2008).

Volley maschile, voto 7.5 – La stagione è stata interamente improntata su una sola, unica, fondamentale partita: la battaglia campale contro la Serbia a Bari, il match da vincere a tutti i costi per qualificarsi alle Olimpiadi. I ragazzi di Chicco Blengini partivano con gli sfavori del pronostico, sconfiggere la corazzata slava in una partita secca sembrava impossibile dopo quanto successo l’anno precedente ai Mondiali ed invece gli azzurri si sono letteralmente superati infliggendo un sonoro 3-0 alla storica rivale. Ivan Zaytsev e compagni hanno staccato il pass per la rassegna a cinque cerchi senza dover passare dal terribile torneo preolimpico di gennaio, l’avvicinamento a Tokyo è sicuramente più sereno e l’obiettivo è sempre quello di salire sul podio a Cinque Cerchi, anche se non sarà comunque semplice. L’Italia è piena di veterani di lungo corso chiamati all’ultima grande occasione della carriera dopo l’argento di Rio 2016, non si intravedono grandissimi cambi tra i giovani e questo è un serio problema che va profondamente analizzato per evitare di soffrire in un futuro molto vicino. La nostra Nazionale si è poi fermata ai quarti di finale degli Europei contro la Francia, palesando un evidente calo fisico, malissimo tra Coppa del Mondo e Nations League, dove la linea giovane non è riuscita a brillare più di tanto. I giovani hanno sì faticato ad ingranare tra i grandi, ma non vanno dimenticati gli ottimi risultati nelle competizioni internazionali di categoria: argento ai Mondiali Under 21 e oro ai Mondiali Under 19. A livello di club va celebrata la magnifica stagione di Civitanova, che ha vinto tutto: scudetto, Champions League, Mondiale per Club. La Lube ricorderà a lungo il 2019, l’Italia è tornata padrona indiscussa e non va scordato nemmeno il sigillo di Trento in CEV Cup.

Volley femminile, voto 8 – L’obiettivo principale era la qualificazione alle Olimpiadi, conquistata con una facilità disarmante a Catania: si temevano tanto il Belgio e soprattutto la bestia nera Olanda, l’Italia ha annichilito le avversarie con un doppio roboante 3-0 che non ammette repliche. Le ragazze di Davide Mazzanti sono state impeccabili nel weekend in terra siciliana ed hanno sbrigato la pratica con grande disinvoltura, confermando di essere una delle migliori Nazionali in circolazione dopo aver vinto l’argento ai Mondiali della passata stagione. Le azzurre ora cercheranno di essere assolute protagoniste ai Giochi, si andrà a caccia della prima storica medaglia a Cinque Cerchi, ma questo sestetto ha tutte le carte in regola per puntare anche all’oro, trascinato da una straripante Paola Egonu che può tranquillamente essere annoverata come la migliore giocatrice del mondo. Le azzurre devono però superare lo scoglio della Serbia, ormai grande rivale acclarata: lo scorso anno le slave vinsero la finale iridata, questa volta si sono imposte nella semifinale degli Europei. L’Italia ha comunque conquistato un prezioso bronzo continentale, tornando sul podio della competizione dopo addirittura 10 anni dall’ultima volta. Questa squadra ha tutte le carte in regola per scalare l’ultimo gradino e regalarsi ancora maggiori soddisfazioni, considerando anche la giovane età di tutte le giocatrici di riferimento. A livello delle giovanili vanno poi annoverati i due argenti ai Mondiali Under 20 ed Under 18, che certificano la bontà del movimento anche in ottica futura. I club hanno vinto tutte le competizioni internazionali: Conegliano si è portata a casa il Mondiale per Club, Novara ha conquistato la Champions League battendo proprio le Pantere in finale, Busto Arsizio ha alzato al cielo la CEV Cup, Monza è esplosa di gioia per la sua Challenge Cup. Meglio di così non poteva andare.

 

Pagellone a cura della Redazione di OA Sport

 

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2 Commenti

1 Commento

  1. Fabio90

    24 Dicembre 2019 at 12:07

    L’anno scorso ricordo di non esser stato d’accordo con alcuni voti, quest’anno invece sono perfettamente d’accordo con tutti!
    Peccato dover confermare ogni anno voti bassi per sport che proprio non riusciamo a fare propri, non dico Tennis Tavolo, ma almeno la Pallamano potrebbe anche battere un colpo una volta tanto.
    Le mie deluse comunque sono principalmente Baseball (ok dovevamo lottare comunque con l’Olanda, ma il modo in cui abbiamo affrontato il Preolimpico in casa deludentissimo)la Boxe (irriconoscibile da anni, quando invece prima era uno sport che ci regalava medaglie) e il Rugby (andiamo indietro invece che avanti)
    Le gioie sono molte di piu…Nuoto fantastico (anche se alle Olimpiadi le carte sono molto minori di quanto si possa pensare) Settebello storico…un volley donne che fa sognare un oro mai raggiunto…il comparto delle arti in cui ci presentiamo con tante possibilità tra karate taekwondo e judo (almeno 4 atleti che possono giocarsi un sogno,a cui aggiungiamo l’unica ma pesante carta nella lotta) Tennis oltre ogni piu rosea aspettativa (fin quando ci si fermava all’exploit storico di fognini,ok, ma quando in 2 anni ti vedi due semifinali slam..e come se non bastasse dietro vi è un ragazzino Sinner che si propone di essere un futuro top mondiale,ed hai persino altri giovani come Musetti,allora significa che hai presente e anche futuro e sei abbastanza assicurato)
    Oltre alle Nazionali e ai singoli atleti in ottica olimpiade, va sottolineata la grande stagione dei club….nel Volley abbiamo vinto champions e mondiali per club e anche tornei minori, nel basket champions (virtus) e europe cup (sassari) e quest’anno siamo affrontando da favoriti come risultati non solo di nuovo la champions (sassari) ma anche e sopratutto la ben piu blasonata eurocup,4 qualificate, ma sopratutto Venezia e Virtus si giocano una vittoria nel caso storica che le proietterebbero in eurolega, eurolega dove Milano quest’anno potrebbe finalmente raggiungere i Playoff.
    Aggiungiamo titoli mondiali sparsi in varti sport, tra Pentathlon, Vela e cosi via, cosi come nella bilancia va messa una stagione sottotono, nuovamente, nei motori.
    Lo sport italiano nel 2019 merita per me un 7,5 ! ( se aggiungiamo gli sport invernali, che forse tratterete separatamente, si può passare anche a un 8+)

    • Federico Militello

      25 Dicembre 2019 at 09:24

      Carissimo, in affetti mi trovi d’accordo: in una precedente analisi avevo dato 7.5 allo sport italiano.

      Un saluto sportivo e Buon Natale!

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