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F1, Mattia Binotto: “Le donne devono essere parte del programma futuro della Ferrari Academy”

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C’è un capitolo della storia della F1 spesso poco toccato, e qualche volta visto con più di un sospetto da tanti: la presenza dell’universo femminile. Poche volte le donne si sono presentate su una monoposto della massima categoria motoristica: cinque, e precisamente Maria Teresa De Filippis, Lella Lombardi, Divina Galica, Desiré Wilson e Giovanna Amati: tre italiane, una britannica e una sudafricana.

Di loro, soltanto Lella Lombardi è riuscita a conquistare mezzo punto, anche se quel GP di Spagna del 1975, la cui interruzione al 29° giro fu causa del dimezzamento dei punti, è noto per un altro, e più tragico, motivo: la Hill del tedesco Rolf Stommelen perse l’alettone posteriore e, dopo una tremenda carambola, volò oltre le barriere, uccidendo quattro persone e segnando definitivamente la storia del circuito di Montjuic, a Barcellona.

Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, torna a spingere su questo punto parlandone a proposito dei progetti di sviluppo della Ferrari Academy: “Alcuni piloti si uniranno a noi per ampliare l’Academy. E’ qualcosa su cui stiamo lavorando molto duramente. L’Academy è qualcosa di importante per noi e Leclerc ne è il migliore esempio. Dobbiamo analizzare la futura generazione di talenti per la Ferrari. L’Academy cerca anche donne per il futuro. Le donne dovranno essere parte del programma ed è qualcosa su cui stiamo lavorando per far sì che succeda molto presto“.

C’è un nome che in passato è finito sotto gli occhi dell’Academy quattro anni fa: è quello della spagnola Marta Garcia, allora premiata per i suoi risultati con i kart e quest’anno quarta nelle W Series dopo aver a lungo lottato per il titolo. A 19 anni, del futuro potrebbe averlo.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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