Sci di fondo
Sci di fondo: Pellegrino e Scardoni, l’Italia del Tour de Ski è sprint. De Fabiani non in condizione
Il Tour de Ski è terminato con la scalata del Cermis ieri, ed il tempo è ora quello dei bilanci. Per l’Italia è mancato il sapore della vittoria, ed anche quello della fortuna non è stato proprio dalla parte azzurra. Nel complesso, si è rivelata un’edizione più avara di sorrisi rispetto a quella 2018-2019, che aveva visto Francesco De Fabiani chiudere in nona posizione, unico al di fuori dell’accoppiata Norvegia-Russia a riuscirci.
Partiamo dalle note che, alla fine dei conti, sono positive: Federico Pellegrino e Lucia Scardoni. Il poliziotto di Nus si è distinto, come al solito, in tecnica libera, tant’è vero che a Lenzerheide soltanto Johannes Klaebo è riuscito a precederlo (anzi, ormai la questione va posta al contrario: quando tornerà qualcuno in grado di sconfiggere il norvegese?). Più complesse le cose in Val di Fiemme e in tecnica classica, ma con un’attenuante importante: Pellegrino tende a scegliere nella quasi totalità dei casi lo stesso quarto di Klaebo o comunque dei più quotati, avendo perfetta coscienza di tutte le possibili conseguenze, compresi terzi o quarti posti e giochi dei ripescaggi che possono andare male. Tutto perfettamente nella norma, quando si parla della distanza più breve dello sci di fondo.
Per Scardoni, invece, il weekend della Val di Fiemme ha rappresentato il sapore di un “finalmente”. Per la prima volta la veronese, 29 anni a marzo, è riuscita a prendersi l’accesso a una finale sprint, e l’ha fatto con grande accortezza tattica, sfruttando la velocità delle batterie che le sono toccate in sorte. In precedenza le era mancato spesso l’ultimo guizzo, anche quando aveva ottenuto dei tempi eccellenti in qualificazione, ma nel suo Paese è riuscita a regalarsi una gioia che lascia ben sperare per il prosieguo dell’annata, se non altro in termini di fiducia guadagnata.
La nota più dolente riguarda Francesco De Fabiani, che ha tentato qualsiasi cosa per riuscire a rimettersi in moto ed entrare nei piani alti delle gare cui ha partecipato. Il problema è lo stesso che lo ha quasi convinto a rinunciare al Tour de Ski: la condizione. Non c’è, e certo nessuno ha la sfera di cristallo per scoprire se arriverà in futuro, in quest’annata davvero sfortunata per lui, che nella stagione 2018-2019 era riuscito a far vedere le cose migliori di sempre in carriera. Il lato positivo è che, appunto, lo si è visto più volte mettersi in gioco, provarci. E il giorno in cui, oltre alla testa, torneranno a funzionare anche le gambe e più in generale il corpo, allora potremmo davvero sorridere per il ritorno di un uomo senza il quale, Pellegrino a parte, il fondo italiano degli ultimi anni sarebbe andato a pezzi.
Qualcosa si è mosso anche su posizioni più basse rispetto a quelle dei big azzurri conclamati: tra gli uomini, Giandomenico Salvadori si è fatto occasionalmente vedere su buoni livelli, tenendo anche il passo degli uomini di spicco finché ha potuto. Tra le donne, invece, si è vista una buona Anna Comarella soprattutto sul Cermis, dove ha ben sfruttato l’occasione di entrare nelle prime quindici centrando proprio quella posizione. Adesso si aspettano da lei anche risultati in Coppa del Mondo, dove, Scardoni e Greta Laurent (sempre ferma allo scoglio dei quarti a Lenzerheide) a parte, in questo momento il fondo femminile azzurro fa davvero tanta fatica.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: Pentaphoto