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Rugby, Sei Nazioni 2020: Scozia, è il torneo della redenzione

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Inizia in salita, con una difficile trasferta a Dublino, il Guinness Sei Nazioni 2020 della Scozia di Greg Townsend. E il tecnico scozzese sa di essere sotto esame dopo una Coppa del Mondo che definire fallimentare è dir poco in Giappone. Inserita nel girone con Irlanda e Giappone, infatti, la Scozia ha perso all’esordio 27-3 con gli irlandesi, per poi capitolare 28-21 contro i padroni di casa. E poco contano – almeno a quelle latitudini, dove non ci si aggrappa agli specchi – le vittorie nette con Samoa e Russia, quello in Giappone è stato un Mondiale più che deludente.

Il calendario non aiuta Townsend e i suoi ragazzi, che dopo la rivincita iridata con l’Irlanda ospiteranno la forte Inghilterra. Due ko rischiano di spezzare quel filo sottile e mandare la squadra in crisi di nervi, rendendo il match di Roma contro l’Italia una vera e propria ultima spiaggia. A rendere le cose ancor più complicate l’affaire Finn Russell, con l’apertura cacciata dal raduno scozzese dopo una notte di bagordi alcolici. Russell è in rotta anche con il ct e perdere la prima scelta a numero 10 è qualcosa che la Scozia non voleva proprio alla vigilia del Sei Nazioni.

Sarà fondamentale, dunque, il ruolo di Stuart Hogg. Il forte estremo, infatti, non solo può essere un’arma micidiale nelle ripartenze scozzesi, ma da questo torneo avrà anche la fascia di capitano dopo la pessima gestione di Stuart McInally e dovrà prendere in mano una squadra che un paio di anni fa sembrava pronta a fare il salto di qualità, ma che invece è ricaduta negli errori di sempre, con tanto possesso ma un’incapacità cronica di finalizzare il gioco.

Tra i nomi nuovi spicca quello dell’esordiente Nick Haining, terza linea di assoluta qualità dell’Edimburgo e che sta vivendo un’ottima stagione. Certo, nella linea arretrata della mischia la concorrenza non manca, ma se Greg Townsend vuole dare una scossa all’ambiente deve iniziare a scommettere su facce nuove che sappiano realmente fare la differenza. Come detto, tutto dipenderà dai primi due match, ma difficile immaginare un torneo d’alta classifica per i britannici.

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Foto: Luigi Mariani – LPS

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