Ciclismo
Ciclocross, Mondiali 2020: Mathieu van der Poel è battibile? Cercasi avversari credibili
E’ possibile battere un atleta che ha vinto 60 degli ultimi 63 cross disputati? La matematica ci dice di sì, anche se chiaramente per farlo serve un’impresa epocale o un ingente aiuto da parte del fato. Negli ultimi due anni abbiamo visto Mathieu van der Poel fare talune rimonte, come quella nell’ultimo Duinencross di Koksijde, nel quale ha superato quasi quaranta corridori in un giro, per cui viene difficile pensare che anche una caduta o una foratura possano fermarlo.
Lo strapotere del neerlandese nel ciclocross è qualcosa di incredibile, il suo mix di potenza e tecnica probabilmente non ha eguali nella storia della disciplina. Il fenomeno orange, inoltre, ha grandissime doti per quanto concerne il recupero nel breve, che gli permettono di prodursi in più accelerazioni in serie che non lasciano scampo ai rivali. Come se non bastasse, oltretutto, nelle ultime uscite van der Poel è apparso più in forma e forte che mai e solo settimana scorsa ha vinto sia il Kasteelcross di Zonnebeke che il GP Adrie van der Poel di Hoogerheide.
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Negli ultimi tre anni sono solo due i rivali che sono riusciti a metterlo in seria difficoltà, vale a dire Wout Van Aert e Toon Aerts. Per entrambi, innanzitutto, sarebbe importante che piovesse durante la gara e che il circuito di Dubendorf, teoricamente in possesso di particolari proprietà drenanti tipiche dei terreni degli aeroporti, si trasformasse in una distesa di fango. Su una superficie particolarmente pesante, infatti, il fenomeno neerlandese farebbe più fatica a sprigionare tutti i suoi watt.
Il tracciato, nel complesso, data la presenza di diversi lunghi rettilinei in cui chi sa spingere riesce a fare la differenza, sarebbe più adatto a Van Aert. Un Wout al top, qua, potrebbe essere veramente insidioso per Mathieu, anche se va detto che il percorso elvetico non sembra avere le caratteristiche per essere indigesto al Fenomeno (sempre che esista un circuito non adatto a van der Poel). Il problema è che Wout non è ancora al massimo della forma dopo l’infortunio al Tour de France e, inoltre, date le molte posizioni perse nel ranking UCI per via dello stop forzato, sarà costretto a partire dalla terza fila.
Nessun altro, esclusi appunto Aerts e Van Aert, sembra avere realmente le qualità per spuntarla in un testa a testa con Mathieu van der Poel. Anche Eli Iserbyt, per la verità, in stagione ha saputo dare del filo da torcere a Mathieu, ma l’impressione è che rispetto agli altri due soffra maggiormente il Fenomeno neerlandese e, nello specifico, faccia fatica a reggere i suoi portentosi cambi di ritmo.
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