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Biathlon, Mondiali 2020: Lukas Hofer, l’occasione della carriera. E ad Anterselva ha già vinto…

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La prima parte della Coppa del Mondo 2019-2020 di biathlon si è conclusa ormai dieci giorni fa a Pokljuka (Slovenia), dove tra l’altro la prossima stagione si disputerà l’evento iridato, ed è arrivato il momento di indirizzare tutte le proprie attenzioni ai Mondiali di Anterselva dove tra meno di una settimana inizierà ufficialmente il main event della stagione.

Per quanto riguarda il plotone italiano, uno degli atleti più attesi è certamente il trentenne originario di San Lorenzo di Sebato Lukas Hofer, che proprio su queste nevi di casa ha trovato nella sprint del 2014 l’unico successo della sua carriera, nel controverso epilogo che ha poi assegnato la vittoria ex-aequo con il tedesco Simon Schempp. La stagione dell’altoatesino era partita in maniera molto incoraggiante, con cinque prove individuali più che dignitose e tutte chiuse nei primi 20 (tra le quali anche 3 top 10 consecutive). Tuttavia, dopo i problemi avuti nel particolare inseguimento di Annecy, le percentuali dell’azzurro sono crollate vertiginosamente oltre ogni aspettativa, arrivando a mancare ben 29 bersagli nelle successive cinque competizioni. Pokljuka ha rappresentato una sorta di “fine della tempesta” per Hofer, che è stato in grado di riprendere in mano la situazione al poligono pur sacrificando quasi completamente l’esplosività che aveva a dicembre sugli sci, anche per via di qualche malanno di troppo tra schiena ed influenza.

Le prospettive in vista di questa rassegna iridata sono dunque certamente buone, con una preparazione ottimale che restituisca freschezza nel fondo e la ritrovata sintonia con il poligono potrebbero anche nascere cose molto interessanti, eppure c’è un dato abbastanza inquietante da far notare su Hofer e i Mondiali. Negli appuntamenti iridati Lukas ha infatti sempre faticato oltremodo ad offrire prestazioni di livello, tant’è che, ad eccezione del fantastico bronzo ottenuto a ventun anni nella Mass Start di Khanty-Mansiysk 2011, ha ottenuto solamente quattro Top 10 complessive (di cui tre fino a Nové Město na Moravě 2013 e poi il quinto posto nella 20 km di Östersund 2019). In particolare il format più ostico è, paradossalmente, proprio la sprint, dove il miglior piazzamento è un quattordicesimo posto, e nelle ultime tre edizioni non è mai entrato nei primi 50!

L’occasione è dunque ghiotta per spezzare questa maledizione e far bene fin dalla primissima gara individuale di sabato 15 febbraio, la sprint, che sulla carta resta quella più adatta alle sue caratteristiche qualora la forma sugli sci stretti sia tornata quella dei giorni migliori.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: Pentaphoto

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