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Taekwondo, Vito Dell’Aquila: “Allenarsi non è un sacrificio, amo questo sport. Lavoro per il massimo a Tokyo 2020”

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Vito Dell'Aquila taekwondo - LPS/Luigi Mariani

Vito Dell’Aquila ha riportato l’Italia del taekwondo alle Olimpiadi 8 anni dopo l’edizione di Londra 2012, quando il concittadino Carlo Molfetta colse una straordinaria medaglia d’oro nei pesi massimi. Talento precoce, già medaglia di bronzo iridata nei -54 kg a soli 16 anni, il classe 2000 pugliese ha disputato un percorso di qualificazione entusiasmante, concluso in seconda posizione alle spalle del sudcoreano Jun Jang. In mezzo una continuità di rendimento notevole, con l’apice raggiunto in occasione degli Europei di Bari dello scorso autunno, quando trionfò da dominatore. Da mesi il mirino è ormai rivolto su Tokyo, giorno e notte. La data è fissata: 25 luglio 2020. Con un precedente del passato da non sottovalutare…

Preparare un evento come le Olimpiadi a 19 anni: quali sacrifici quotidiani comporta? 
Preparare le Olimpiadi è uno sforzo non indifferente. Alla mia età ci sono dei pro e contro. Di sicuro ho meno esperienza, ma tanta sfrontatezza in più. Per me non c’è nessun sacrificio nell’allenarmi, perché amo infinitamente il taekwondo. L’unico sacrificio è la dieta, seguo un regime ferreo tutto l’anno e devo anche perdere liquidi prima delle gare“.

A 16 anni sei esploso con un bronzo mondiale nei -54 kg, poi il passaggio alla categoria olimpica dei -58 kg. Ma qual è il tuo peso naturale? 
Il mio peso naturale è 61 kg. Avevo fatto una dieta per scendere a 54 kg, poi il mio metabolismo è cambiato. Inoltre ho fatto anche del lavoro di massa per mettere su qualche muscolo, ma non tantissimi per la verità“.

Nelle ultime due stagioni hai perso qualche incontro di troppo per aver raggiunto il limite massimo di 10 ammonizioni. Puoi spiegarci le motivazioni? 
Il taekwondo è in continua evoluzione. Con le nuove corazze elettroniche riuscivo a piazzare diversi colpi con il calcio in clinch. A volte però gli arbitri mi ammonivano per questo calcio, perché è poco convenzionale e brutto da vedere. Ora non si può più utilizzare, a me veniva istintivo. Ora però me lo sono dimenticato, perché da tempo l’ho abbandonato. Mi sto allenando molto anche sulla difesa e sul non prendere ammonizioni“.

Attualmente sei il n.2 del ranking mondiale, ma nell’ultimo precedente hai sconfitto il n.1 sudcoreano Jun Jang nel Grand Prix di Mosca. Pensi di poter ormai rivaleggiare alla pari con il fuoriclasse asiatico? 
Ci siamo incontrati tre volte finora, è in vantaggio 2-1 nei precedenti. Al momento resta superiore, ma batterlo a Mosca mi ha dato grande fiducia, avevo anche un po’ di febbre ed inoltre, affrontandolo, ho capito alcune cose. Se sono al 100% e concentrato nel modo giusto, posso giocarmela“.

Hai riportato l’Italia del taekwondo alle Olimpiadi 8 anni dopo Carlo Molfetta, peraltro tuo concittadino di Mesagne. Qual è il tuo rapporto con l’attuale team-manager della Nazionale?
Molfetta è una figura di riferimento, è stato il primo oro olimpico per l’Italia e mi piacerebbe emularlo, riportando di nuovo in alto anche il nome di Mesagne“.

Quando hai capito di essere ormai certo di partecipare alle Olimpiadi? Il taekwondo prevede infatti un lunghissimo ed interminabile percorso di qualificazione.
Dopo la vittoria agli Europei di Bari avevo capito che era quasi fatta, anche se non volevo considerarmi qualificato perché avevo in mente di rimanere concentrato e fare bene il Grand Prix di Mosca. In Russia, poi, approdando in semifinale ero diventato sicuro della qualificazione: è una cosa che mi aspettavo e non mi ero esaltato più di tanto, perché la considero solo uno step“.

Obiettivo medaglia a Tokyo 2020?
L’obiettivo è vincere, io punto al massimo. Poi è chiaro che anche una medaglia andrebbe bene, ma io lavoro per il gradino più alto“.

Quali saranno gli avversari da battere, coreano a parte?
Lo spagnolo Tortosa e l’iraniano Hadipour Seighalani, ma in una Olimpiade non puoi permetterti di sottovalutare nessuno, bisogna farsi il mazzo in ogni incontro“.

Rispetto alle passate edizioni, le gare di taekwondo sono state inserite subito ai primi giorni delle Olimpiadi. Tu combatterai sabato 25 luglio, prima giornata dei Giochi: per te cambia qualcosa?
Non mi cambia niente. Il 25 luglio del 2014 vinsi i Mondiali cadetti. Spero sia una bella coincidenza“.

La speranza è che a Tokyo 2020 tu non sia solo e che altri azzurri possano raggiungerti attraverso il Preolimpico.
Mi aspetto ottimi risultati, non voglio fare nomi per scaramanzia. Comunque auguro in bocca al lupo a tutti i miei compagni“.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Federazione Italiana Taekwondo

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