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Coppa Davis 2020: Italia-Corea del Sud. Azzurri con i favori del pronostico, ma senza pubblico

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Si apre domani una due giorni dai contorni surreali tra Italia e Corea del Sud, nel turno di qualificazione per le finali della nuova versione della Coppa Davis. Il primo match azzurro del 2020 si disputerà, infatti, a porte chiuse: neanche Cagliari può infatti sfuggire al decreto coronavirus COVID-19 che impone la disputa degli eventi senza pubblico.

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Sarà un’atmosfera, dunque, più simile a quella che si vede nei piccoli tornei, quella che vedrà impegnati Fabio Fognini, Lorenzo Sonego, Stefano Travaglia, Gianluca Mager e Simone Bolelli. A prescindere da cosa dirà il sorteggio dei singolari, l’Italia è in ogni caso favorita in questo match, anche se rimangono alcune incognite su chi sarà in campo. Sonego, infatti, è stato frenato da un problema a un polso accusato durante il match con l’uruguaiano Pablo Cuevas a Buenos Aires, e a Rio de Janeiro la situazione non è particolarmente migliorata. Per questo, anche a giudicare da alcuni segnali che arrivano dalla Sardegna, la coppia di singolaristi titolari potrebbe essere Fognini-Mager. Per il taggiasco si tratta della semplice conferma dello status quo di giocatore più importante dell’Italia sulla terra rossa, mentre per il sanremese sarebbe il premio per lo stato di forma che gli ha permesso di arrivare in finale a Rio.

Più complessa la situazione sudcoreana: non ci sono i primi due giocatori del Paese, Soonwoo Kwon e Hyeon Chung, e così il capitano Heesung Chung deve fare di necessità virtù schierando Ji Sung Nam, Duckhee Lee, Yunseong Chung, Min-Kyu Song e Hong Chung. Nei fatti, i due singolaristi dovrebbero essere Nam e Lee, mentre nel doppio lo stesso Nam potrebbe essere affiancato a Song; entrambi i giocatori viaggiano vicino al numero 100 della classifica di specialità. La Corea del Sud non gioca nel World Group da 12 anni, da quel 2008 in cui perse contro Germania prima e Olanda poi per finire relegata nei gruppi zonali asiatici e rimanerci fino allo scorso anno, quando il successo sulla Cina ha spalancato le porte del ritorno.

Due i precedenti tra Italia e Corea del Sud, entrambi negli anni ’80. Nel 1981, a Sanremo, fu vittoria azzurra per 4-1 con successi di Adriano Panatta e Corrado Barazzutti in singolare e di Panatta con Paolo Bertolucci in doppio. Nel 1987, invece, ci fu una trasferta complicatissima a Seul, con il romano che nel frattempo era diventato capitano azzurro. Paolo Canè si fece sorprendere da Dong-Wook Song nel primo singolare, e quest’ultimo batté nel quarto anche l’altro Panatta, Claudio, fratello minore di Adriano. Il quinto match andò quasi del tutto liscio per Canè contro Bong-Soo Kim, dove il “quasi” è riferito a un curioso aneddoto raccontato dal Panatta maggiore nel suo libro “Più dritti che rovesci“, scritto con Daniele Azzolini (Rizzoli, 2009). In sintesi, il dialogo andò, per sommi capi, così, dopo che Canè aveva sentito di organizzazione di aerei per il ritorno: “Te l’hanno detta una cosa? Se perdi, ti meno“. Al che il bolognese rispose: “E allora se tu mi meni, io vinco“. E vinse.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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