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Ciclismo
Giro d’Italia 2020 a rischio cancellazione. Lappartient: “Sono preoccupato”
E’ sempre più a rischio il Giro d’Italia 2020. Uno dei totem del Paese, da sempre occasione di unione popolare, potrebbe non disputarsi per la prima volta dal 1945, ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale.
L’emergenza da coronavirus ha portato il Governo ad emanare un decreto che ha reso l’Italia intera “zona protetta”. Il periodo di quarantena prolungata durerà fino al 3 aprile, ma non è escluso che nel frattempo vengano stabilite delle restrizioni ancora più pesanti. I Presidenti delle Regioni di Lombardia e Veneto hanno infatti chiesto all’Esecutivo di chiudere completamente qualsiasi attività lavorativa, nonché sospendere ogni mezzo di trasporto.
Qualora il numero di contagi dovesse calare considerevolmente ed il numero di guarigioni crescere esponenzialmente, non è escluso che l’Italia possa lentamente tornare alla normalità a partire, se non dal 4 aprile, almeno da dopo Pasqua. Resterebbe dunque ancora qualche settimana prima del Giro, anche se i tempi appaiono comunque molto stretti ed un’ipotesi di questo tipo eccede forse nell’ottimismo. Il problema, ad ogni modo, non è dettato solo dal contenimento del propagarsi del covid-19. Ammesso che ad inizio maggio, come ci auguriamo tutti, la situazione sia in via di risoluzione, con il grosso di questo incubo ormai alle spalle, viene da chiedersi se squadre e corridori stranieri si fideranno di viaggiare in Italia: attualmente moltissimi Paesi hanno sospeso i voli da e per lo Stivale, altri (come la Slovenia) hanno addirittura chiuso i confini! Dunque l’Italia potrebbe anche essere pronta alla disputa del Giro, ma la paura potrebbe mettere la pietra tombale su qualsiasi speranza. Senza dimenticare che in alcune nazioni come Spagna e Francia l’epidemia è appena iniziata e non è escluso che possa propagarsi come alle nostre latitudini.
Mauro Vegni, Direttore del Giro d’Italia, ha già spiegato che “spostare classiche come Strade Bianche e Milano-Sanremo è possibile, sono corse di un giorno. E’ molto più complicato pensare ad una cosa del genere per il Giro“. Insomma, la Corsa Rosa, per la sua durata di tre settimane ed una organizzazione mastodontica, non può essere spostata: o si partirà regolarmente da Budapest il 9 maggio o non verrà disputata.
Anche David Lappartient, presidente dell’Uci, è apparso pessimista sulla vicenda: “Se si dovessero cancellare Giro d’Italia e Tour de France sarebbe un disastro per il ciclismo, naturalmente. Tra l’inizio del Giro e quello del Tour c’è più di un mese e mezzo; può darsi che questa differenza temporale abbia un impatto sul virus , che con l’avvicinarsi dell’estate il picco si trovi alle spalle. A causa della situazione attuale in Italia, siamo un po’ preoccupati per il Giro. C’è un potenziale rischio di cancellazione“.
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Foto: Lapresse