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Tokyo 2021
Olimpiadi Tokyo 2020, perché farle a tutti i costi? Anche a porte chiuse. I motivi economici e le cifre di un evento miliardario
Il CIO ha confermato che le Olimpiadi di Tokyo 2020 si disputeranno dal 24 luglio al 9 agosto, il Comitato Olimpico Internazionale ha affermato che mancano più di quattro mesi all’evento e che dunque è ancora troppo presto per prendere drastiche decisioni come una cancellazione o un rinvio. L’emergenza coronavirus ha colpito tutto il mondo e sembra davvero molto difficile organizzare una manifestazione di questa caratura in un contesto altamente complicato come quello in cui ci troviamo ma l’ente presieduto da Thomas Bach vuole percorrere ogni strada e tenterà in tutti i modi di salvare la rassegna a cinque cerchi.
Ma quali sono i motivi per cui si sta provando in tutti i modi a mettere in scena le Olimpiadi? Si tratta soprattutto di ragioni economiche, il potere del denaro è fortissimo e anche l’universo sportivo deve fare i conti con l’aspetto pecuniario. A parlarne è stato David Owen, ex giornalista del Financial Times, in un pezzo pubblicato sull’accreditato portale Inside The Game. “Bisogna seguire i soldi” per capire la logica di ogni scelta operata e indubbiamente le preoccupazioni finanziarie animano il CIO: il 73% delle entrare nel quadriennio 2013-2016 è derivato dai diritti televisivi, questa voce potrebbe valere anche 2,7 miliardi di euro soltanto per Toyo 2020 e chiaramente una mancata disputa delle kermesse genererebbe una perdita insostenibile.
Proprio per questo motivo si potrebbe prendere in considerazione anche la possibilità dell’evento a “porte chiuse” anche se va contro il principio delle Olimpiadi come occasione per unire i popoli e incontrare le culture. Chiaramente una competizione senza pubblico non avrebbe lo stesso fascino di una disputata davanti a folle festanti ma potrebbe permettere di salvaguardare gli introiti provenienti dai diritti televisivi che rappresentano la fetta più importante del sostentamento del CIO. L’ipotesi di gremire gli spalti con i volontari o soltanto con spettatori giapponesi rappresenterebbe un’altra possibilità da vagliare nelle prossime settimane.
Non va dimenticato che c’è un’assicurazione di 13 milioni di euro ma appare improbabile ottenere un premio da 2,7 miliardi di euro: cercare di tenere in vita le Olimpiadi a tutti i costi sembra dunque inevitabile. Il “porte chiuse” non può soddisfare il Comitato Organizzatore che si vedrebbe privato di circa 765 milioni di euro previsti per la vendita dei biglietti e il buco nel budget operativo sarebbe davvero considerevole ma la presenza di tanti sponsor giapponesi, interessati al mercato locale e soprattutto a una visibilità televisiva, potrebbe comunque limitare i danni. Va sempre ricordato che una parte considerevole delle entrate del CIO viene trasferita alle Federazioni Sportive Internazionali e ai Comitati Olimpici Nazionali che, senza questo sostegno, farebbero davvero molta fatica a rimanere in piedi (si parla di circa un miliardo di euro versato dopo Rio 2016 a Comitati Nazionali e Federazioni varie).
Altri due aspetti da tenere in seria considerazione: la recessione dovuta al coronavirus è inevitabile e appare difficile ottenere gli stessi investimenti tra uno o due anni; uno spostamento renderebbe complicata anche la gestione dei palinsesti, il cuore dell’estate è perfetto per lo svolgimento dei Giochi. E non dimentichiamoci delle varie penali da pagare in caso di cancellazione o rinvio. Un rebus altamente complicato nella situazione più drammatica a livello globale degli ultimi 75 anni: non siamo sotto le armi ma il coronavirus è un nemico così difficile da sconfiggere e lo sport ne sta purtroppo facendo i conti.
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Lapresse
OLIMPIONICO
19 Marzo 2020 at 20:38
Purtroppo davanti al Sacro Fuoco d’ OLIMPIA c’ e’ del marcio e molte manovre. Inoltre molti pseudo-sport, vere americanate, non dovrebbero far parte del programma. Linea durissima con dopati e corrotti, come gia’ avvenuto in passato.