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Tennis, Roland Garros 2020 a settembre dopo gli US Open. Problemi di compatibilità: alcuni specialisti potrebbero sacrificare Flushing Meadows

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Il Covid-19 ha mandato in crisi il mondo del tennis e non solo. Gli organizzatori del Roland Garros hanno deciso di rinviare l’attesissimo Slam sulla terra rossa francese dal 20 di settembre al 4 di ottobre, originariamente era previsto a partire dal 18 maggio. Una scelta che ha fatto molto discutere e non è piaciuta in particolare agli organizzatori degli US Open.

I big del tennis sono attesi a Flushing Meadows nella seconda metà di agosto, per la precisione si dovrebbe giocare dal 24 agosto al 13 settembre. Un torneo di due settimane, come tutti gli Slam, che richiede un grande dispendio di energie sia fisiche che mentali. Impensabile che i giocatori dopo una sola settimana siano costretti a spostarsi in Francia per giocare il Roland Garros.

Ecco che gli specialisti della terra rossa come Rafael Nadal, Dominic Thiem e Fabio Fognini potrebbero decidere di riposare e concentrarsi sul torneo francese. Se lo stacanovista spagnolo, laddove fosse supportato da una buona condizione fisica, difficilmente si tirerebbe indietro davanti al doppio impegno, l’austriaco, l’azzurro e molti altri tennisti di punta potrebbero ritrovarsi nella condizione di dover scegliere se partecipare all’uno o all’altro per cercare di dare il massimo.

Nel riprogrammare il Roland Garros dal 20 settembre al 4 ottobre, gli organizzatori non avrebbero consultato nessuno, rendendo decisamente più complesso il calendario di entrambi i circuiti, ATP e WTA. Una situazione di difficile gestione per una lunga serie di motivi. Il primo è legato alle tempistiche del ritorno alla normalità. Allo stato attuale è impossibile sapere quando i tennisti potranno tornare a giocare e quando i tornei potrebbero essere svolti in sicurezza. In secondo luogo come i vertici dei due circuiti intendono gestire la vicinanza tra due Slam che sono tali anche per la presenza di tutti i migliori giocatori del mondo.

“L’USTA continua a pianificare gli US Open 2020 e al momento non sta inserendo alcuna variazione nella programmazione – si legge sul profilo Twitter degli US Open –  Questi sono tempi senza precedenti, duri, e stiamo valutando tutte le opzioni a nostra disposizione, inclusa la possibilità di posticipare il torneo. Al momento in cui ne parliamo, riconosciamo che tale decisione non dovrebbe essere presa unilateralmente, e perciò l’USTA agirà solo dopo una piena consultazione con gli altri tornei del Grande Slam, la WTA, l’ATP, l’ITF e i nostri partner, inclusa la Laver Cup”.

Un punto di vista abbastanza chiaro: siamo disposti a spostare il torneo a patto che tutti si adeguino alla situazione, chiaro riferimento agli organizzatori del Roland Garros che hanno preso la decisione di rinviare il torneo unilateralmente. Allo stato attuale è praticamente impossibile ipotizzare quali saranno gli scenari, vista la diversità di posizione e il gran numero di organismi e persone coinvolte. L’unica speranza è che i migliori giocatori del mondo siano messi in condizione di poter prendere parte ai due Slam per regalare a tutto il pubblico il consueto spettacolo.

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salvatore.serio@oasport.it

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Foto: Olycom / LaPresse

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