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Scherma, quali azzurri verrebbero penalizzati dal rinvio delle Olimpiadi di Tokyo 2020 e quali avvantaggiati

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Il Coronavirus ha messo in ginocchio lo sport mondiale e anche le Olimpiadi, l’evento più importante di questo 2020 sportivo, sono a fortissimo rischio. Da Tokyo arrivano quasi ogni giorno messaggi rassicuranti sullo svolgimento nei tempi stabiliti dei Giochi, ma i dubbi e le incertezze restano, anche perché non si conosce con precisione quando finiranno i contagi in tutto il mondo.

Uno degli sport simbolo delle Olimpiadi è senza dubbio la scherma, disciplina che ha regalato all’Italia un ricchissimo bottino di medaglie. Anche a Tokyo la spedizione azzurra si presenterà con grandissime ambizioni. Nella prima Olimpiade senza la regola della rotazione tra le armi, l’Italia è riuscita a qualificare tutte e sei le squadre con l’assoluta possibilità di salire sul podio con ognuna.

Ori, argenti e bronzi che potrebbero, però, essere rimandati di mesi, ma anche uno o due anni. Si è parlato spesso di una possibile Olimpiade nel 2022 e due anni nello sport sono sicuramente tanti e molte cose possono anche cambiare. Inoltre nella scherma la fase di qualificazione era ancora aperta e uno slittamento potrebbe portare anche a dei cambiamenti significativi all’interno degli stessi gruppi.

È significativo il caso di un Aldo Montano, che ha messo la gara di Tokyo come termine di una carriera immensa e che potrebbe ritrovarsi a 41 anni a dover rimandare il tutto, vivendo altre due stagioni di grande lavoro e sacrificio, con comunque la possibilità di annunciare il ritiro in caso di slittamento dei Giochi.

Nel fioretto femminile Elisa Di Francisca è la veterana della squadra e Tokyo dovrebbe essere per lei la sua ultima passerella. La jesina punta ad una pazzesca doppietta d’oro tra individuale e squadra, ma anche per lei un possibile spostamento di due anni potrebbe essere molto danneggiante. Nel 2022 la carta d’identità segnerebbe 39 anni ma non è tanto quello, ma proprio come per Montano vorrebbe dire ancora due anni di sacrifici, battaglie con una concorrenza nel fioretto femminile elevatissima, con tante giovani che sono in rampa di lancio e puntano a prendere l’eredità di queste grandi campionesse.

Nel complesso però uno spostamento di una Olimpiade sarebbe dannoso per tutti coloro che avrebbero dovuto partecipare a Tokyo. Quattro anni di lavoro per un solo obiettivo ed ecco che in un colpo solo tutto verrebbe rimandato. Uno o due anni in più possono essere decisivi, perché il futuro è incerto e anche un possibile infortunio, oggi non presente, potrebbe mettere fine a tutti i sogni.

Forse le nuove leve, come possono essere un Davide Di Veroli, Camilla Mancini o Martina Faveretto, possono avere dei vantaggi ad un ipotetica Tokyo 2022. Supposizioni, ipotesi, ma alla fine poche certezze, se non l’unica di un maledetto virus che sta sconvolgendo il mondo ed il suo sport.

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andrea.ziglio@oasport.it

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Foto: Bizzi/Federscherma

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