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L’Italia è grande: Niccolò Campriani, l’imbattibile della carabina a cavallo tra due Olimpiadi

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Niccolò Campriani ha scritto pagine storiche del tiro a segno italiano alle Olimpiadi: in due edizioni dei Giochi ha vinto quattro medaglie, tre ori ed un bronzo, nelle specialità della carabina. A Londra 2012 ha vinto l’argento da 10 metri e l’oro nella tre posizioni da 50 metri, mentre a Rio 2016 ha centrato la doppietta, trionfando in entrambe le gare.

Nel 2012 la prima gara in cui Campriani va a medaglia è quella della carabina 10 metri ad aria compressa: dopo le qualifiche l’azzurro è in testa con 599/600 in coabitazione con il romeno Alin Moldoveanu, ma la classifica ovviamente è molto corta, con gli otto che hanno avuto accesso ai dieci colpi di finale racchiusi in tre punti. La finale è molto tirata, ed a lungo i due che avevano chiuso in testa le qualifiche duellano per l’oro: il penultimo colpo condanna l’azzurro, che fa 9.4 e deve accontentarsi dell’argento, difeso per quattro decimi di punto sull’indiano Gagan Narang. L’oro va a Moldoveanu con 702.1, con sei decimi su Campriani.

Dopo pochi giorni è il momento della carabina tre posizioni da 50 metri, e Campriani domina la gara fin dalle qualificazioni, centrando il record olimpico con 1180/1200, costruendo un ampio margine su tutti gli avversari, con il più vicino, lo statunitense Matthew Emmons, distante ben otto punti. I dieci colpi di finale sono una mera formalità per Campriani, che amministra il largo vantaggio e chiude con il record olimpico a quota 1278.5, con 6.0 punti di margine sul sudcoreano Kim Jong-Hyun, e 7.2 su Emmons.

Nel 2016 Campriani invece centra una magnifica doppietta: cambia il sistema dei punteggi, nella carabina 10 metri i decimali contano sin dalle qualifiche, e Campriani le vince con 630.2. I punteggi si azzerano però in finale, dove dopo i primi sei colpi c’è il via alle eliminazioni ogni due colpi. Si profila una lunga lotta a tre tra l’azzurro, l’ucraino Serhiy Kulish ed il russo Vladimir Maslennikov. Il russo esce in terza posizione, lasciando gli avversari a giocarsi l’oro negli ultimi due colpi, con l’azzurro davanti di quattro decimi. Campriani è praticamente perfetto negli ultimi due colpi, fa 21.3 e si mette al collo l’oro con 206.1.

Per centrare la doppietta Campriani deve però confermare il titolo nella carabina tre posizioni da 50 metri: l’azzurro strappa la qualifica alla finale con l’ultimo punteggio utile, ed in questo caso Campriani è avvantaggiato dall’azzeramento dei punteggi in finale. Anche in questa specialità c’è il cambio di format e dopo i primi 40 colpi avvengono due eliminazione, poi una ad ogni colpo: la lotta a due tra Campriani ed il russo Sergey Kamenskiy si protrae fino all’ultimo tiro. Il russo è in vantaggio di sei decimi, Campriani fa 9.2, ma tanto basta, perché l’avversario fa 8.3 e l’azzurro vince con 458.8, ovviamente record olimpico dopo il cambio di regole, contro 458.5 di Kamenskiy.

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roberto.santangelo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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