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Autocertificazione coronavirus: le pene per chi va in giro senza giustificato motivo. Da una multa al carcere. E per gli assembramenti in pubblico…

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La situazione è sempre più precaria in Italia. L’emergenza Coronavirus preoccupa sempre di più tutti i cittadini e il Premier Giuseppe Conte questa sera ha convocato una conferenza stampa, disponendo la chiusura di tutte quelle attività di non primaria necessità, lasciando a disposizione della collettività solo i servizi essenziali, senza i quali non si potrebbe andare avanti. Restrizioni dettate dagli effetti devastanti di un escalation, al momento, inarrestabile.

In termini di autocertificazione, il documento che ogni cittadino dovrà avere per spostarsi all’interno e all’esterno del proprio comune, disponibile sul sito del Governo al seguente link, si potrà stampare oppure saranno gli operatori di Polizia, Vigili o Carabinieri a consegnarlo al cittadino fermato al posto di blocco, che dovrà compilarlo e firmarlo sul posto. Sarà necessario dichiarare di non trovarsi nelle condizioni previste nell’articolo 1, comma 1 del DPCM dell’8 marzo 2020, ovvero bisogna enunciare di non essere positivi al Covid-19 e di non essere in quarantena, inoltre l’autocertificazione sarà controfirmata anche dall’operatore di Polizia, Vigili o Carabinieri. Pertanto, gli spostamenti a piedi, in bicicletta ed in macchina sono consentiti per le sole quattro motivazioni seguenti:

  • Comprovate esigenze lavorative.
  • Situazione di necessità.
  • Motivi di salute.
  • Rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza.

QUALI SANZIONI SI RISCHIANO SENZA L’AUTOCERTIFICAZIONE?

Se un cittadino esce di casa per un motivo diverso dai quattro previsti, violerà l’articolo 650 del codice penale, andando incontro o ad una multa di 250 euro oppure ad una pena detentiva (carcere) fino a 3 mesi.

QUALI SANZIONI SE LE AUTOCERTIFICAZIONI SONO FALSE?

La veridicità dell’autocertificazione potrà essere verificata con successivi controlli e, in caso di riscontri negativi, le conseguenze sotto il profilo penale saranno severissime.

In caso di dichiarazione mendace si violerà l’articolo 483 del codice penale, con una pena che potrebbe arrivare a 2 anni di carcere!

Di seguito la norma:

Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a due anni.
Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile la reclusione non può essere inferiore a tre mesi.

Attenzione. Violare le norme in oggetto potrebbe costituire anche un reato ancor più grave, ovvero il delitto colposo contro la salute pubblica. A seconda delle casistiche, la pena va dai 6 mesi ai 12 anni di reclusione.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse 

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