MotoGP
MotoGP, Piloti immortali: i 13 Mondiali di Angel Nieto. Solo Giacomo Agostini ha fatto meglio nella storia
C’era davvero una folla notevole quel torrido 5 agosto di tre anni fa a rendere omaggio ad Angel Nieto, uno dei miti del Motomondiale. Nella chiesa di Santa Eularia ad Ibiza, le esequie del pilota 13 volte campione del mondo nonostante lo spazio angusto, furono un vero bagno di folla. La Spagna, e il mondo in generale, piangevano un grande, anzi un grandissimo delle due ruote. Un idolo di molti, un protagonista fuori dagli schemi spesso, ma che ha tracciato un solco importantissimo nella storia del motorsport. Un fuoriclasse da un lato, un uomo pieno di vita dall’altro, sorpreso dalla morte a soli 70 anni, in una maniera davvero beffarda in un incidente ad Ibiza, mentre era alla guida di un quad.
Un destino tragico, per un pilota che aveva corso per oltre 20 anni nel Motomondiale, chiudendo con numeri spaventosi. Oltre ai già citati 13 titoli iridati (a due di distanza dal recordman di tutti i tempi, il nostro Giacomo Agostini) ha totalizzato 186 Gran Premi con 90 successi, 139 podi, 34 pole position e 81 giri più veloci in gara. Una carriera leggendaria, senza alcun dubbio, con una caratteristica particolare: “El Niño”, questo era il suo soprannome, ha sempre corso nelle cilindrate più piccole. 50, 80, 125 (la più amata) fino a qualche sporadica apparizione nella 250. In realtà vanta anche una singola gara in 500, ma è un ritiro nel GP di Spagna del 1982. Ovviamente, come accadeva spesso in quell’epoca, lo spagnolo disputava più Mondiali contemporaneamente.
Angel Nieto nacque a Zamora, cittadina vicina al confine con il Portogallo, il 25 gennaio 1947, ma sin dai primi mesi di vita la sua famiglia si trasferì a Vallecas, un quartiere di Madrid. L’amore per le moto sbocciò sin dalla più tenera età, e l’esordio assoluto nel Motomondiale arrivò a 17 anni, nel Gran Premio di casa del 1964 della classe 50. Nonostante l’emozione la gara del Montjuic a Barcellona lo vide chiudere al quinto posto, ad un giro dal vincitore, il tedesco Hans-Georg Anscheidt. Proseguiamo nel suo racconto della classe 50. Dopo diversi campionati nei quali collezionò solamente qualche apparizione qua e la (con tre podi totali), dal 1969 l’iberico inizia a fare sul serio. Con la Derbi disputa tutta la stagione e, soprattutto, vince il suo primo titolo con un solo punto di margine sull’olandese Aalt Toersen, grazie alle vittorie nel GP della Germania Est e in quello dell’Ulster. Doppietta immediata nel 1970, questa volta con 12 lunghezze sull’olandese, con la bellezza di 5 vittorie (Germania, Francia, Jugoslavia, Olanda e Ulster). Nel 1971, invece, sono 6 i punti che lo separano dall’olandese Jan de Vries che si aggiudica il titolo. Per Nieto arrivano le vittorie in Olanda, Germania Est e Svezia, ma non sono abbastanza. Dopo questa sconfitta “El Niño” si rifà nel 1972 vincendo l’alloro, nonostante chiuse a pari punti con de Vries. Un risultato che fece chiudere una pagina importante allo spagnolo che tornò in 50 solamente nel 1975 con la Kreidler per un nuovo trionfo grazie a 6 successi (Spagna, Germania, Italia, Olanda, Finlandia e Jugoslavia). Bis immediato nel 1976 con la Bultaco (5 successi) quindi filotto chiuso nel 1977 dominando la scena con 15 punti di gap sul nostro Eugenio Lazzarini. L’ultima esperienza nella classe 50 arrivò nel 1978 con un solo secondo posto in Germania. La sua esperienza in questa categoria si concluse, quindi, con 6 titoli.
Angel Nieto vanta anche due partecipazioni al Mondiale della classe 80. Nel 1985 gareggiò in una manciata di gare, ma centrò comunque il successo nel GP di Francia a Le Mans, mentre nel 1986 collezionò diversi buoni piazzamenti. La classifica generale, tuttavia, lo vide sempre lontano dai migliori.
Passiamo alla classe 125, quella nella quale corse più a lungo. Dopo le prime apparizioni nel finire degli anni ’60, Angel Nieto inizia a puntare in alto nel 1970 con la Derbi. La stagione lo vede chiudere al secondo posto assoluto a 12 lunghezze dal tedesco Dieter Braun, con un finale di annata con 4 successi (Belgio, Germania Est, Italia e Spagna). Nel 1971 arriva il primo titolo. Lo spagnolo colleziona 5 vittorie (Austria, Olanda, Germania Est, Repubblica Ceca e Spagna) con 8 punti di vantaggio su Barry Sheene. Nel 1972 bis immediato con una stagione sostanzialmente dominata (10 punti su Kent Andersson) e 5 successi (Austria, Italia, Olanda, Belgio e Svezia). Dopo questa doppietta Nieto non riesce più a ripetersi per diversi anni. A parte qualche vittoria bisogna arrivare al 1978 per rivederlo davvero ad altissimi livelli. Con 4 vittorie stagionali consecutive arriva un secondo posto finale in classifica che lo rilancia definitivamente. Nel 1979 sale in sella alla Minarelli e non lascia scampo a nessuno. 7 vittorie iniziali consecutive e 8 totali lo trascinano in vetta in un dominio assoluto. Nel 1980 Nieto ci riprova, arrivano altri 4 successi, ma altrettanti ritiri lo relegano al terzo posto in classifica, vinta dal nostro Pier Paolo Bianchi. Da questo momento non c’è più storia. Dal 1981 al 1984 arriva un poker di titoli con una raffica di vittorie davvero incredibile. Ultima apparizione nel 1986 con la Ducados, con una piazza d’onore a Monza come migliore risultato.
Si ritirò ufficialmente nel 1986, dopo aver vinto 90 Gran Premi suddivisi in: 27 nella classe 50, 1 nella classe 80 e 62 nella 125. Essendo molto scaramantico il castigliano aveva sempre evitato di dire che i suoi titoli fossero 13. Preferiva definirli 12 + 1. Purtroppo, però, la sorte lo ha sconfitto il 26 luglio 2017 in quel tragico incidente di Ibiza che lo condusse alla morte del 3 agosto. Dopo i funerali, la salma di Nieto è stata cremata e le ceneri sono state sparse in parte ad Ibiza, in parte a Vallecas ed in ultima parte sul circuito di Jarama. Essendo una leggenda del Motomondiale, una curva del circuito di Jerez de la Frontera è stata intitolata al suo nome.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lapresse