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Emergenza coronavirus, lo studio dell’Istituto Cattaneo lancia l’allarme: “I morti per Covid-19 sono il doppio di quelli comunicati”

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L’Italia sta affrontando l’emergenza coronavirus, il nostro Paese è alle prese con questa pandemia che ha purtroppo già provocato 13.915 morti entro i nostri confini e oltre 115mila contagi. L’intera Nazione è in lockdown, restano aperti soltanto negozi di alimentari, farmacie e attività che forniscono beni o servizi di prima necessità. Sappiamo ormai benissimo che si può uscire di casa soltanto per motivi di lavoro, ragioni di salute o casi di stringente necessità, pena una multa che va da 400 a 3000 euro. I divieti si protrarranno fino al 13 aprile ma non è detto che da Pasquetta torni tutto alla normalità, anzi è possibile che si vada avanti su questi binari ancora per alcune settimane prima di procedere con una riapertura graduale delle varie attività.

L’Istituto Cattaneo di Bologna ha effettuato uno studio su un campione di 1080 Comuni italiani (sono circa 8000 in tutto), ha confrontato il numero di decessi in questi paesi nel periodo 21 febbraio-21 marzo 2020 con la media dello stesso periodo relativo al quinquennio 2015-2019 quando Covid-19 non ci aveva ancora colpiti. L’autorevole Istituto afferma che “il numero di decessi riconducibili a Coronavirus in Italia risulta comunque il doppio di quello a cui si arriva sulla base dei numeri relativi ai pazienti deceduti positivi al test per Covid-19, comunicati dalla Protezione Civile“. Al 21 marzo i pazienti deceduti positivi al coronavirus erano 4.825 ma la differenza, tra i decessi nel periodo di riferimento del 2020 e quello del lustro precedente, era già di 8.740 su un campione di 12,3 milioni di abitanti (un quinto della popolazione complessiva).

Anche se nei restanti 7000 comuni italiani non si dovessero rilevare degli scostamenti rilevanti rispetto alla mortalità media del 2015-2019 significherebbe comunque che, sempre secondo l’Istituto Cattaneo, il numero di decessi riconducibili al Covid-19 è il doppio rispetto a quello a cui si arriva sulla base dei numeri forniti dalla Protezione Civile. In Lombardia il numero di morti nel periodo considerato è stato più che doppio rispetto allo stesso periodo nei cinque anni precedenti. In Emilia-Romagna la crescita è stata superiore al 75%, mentre in Trentino-Alto Adige e in Piemonte è stata comunque superiore al 50%. Il Sud e le Isole non risultano immuni a queste percentuali.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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