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L’Italia è grande: Sante Gaiardoni e la memorabile doppietta d’oro a Roma 1960

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Non è impresa da tutti quella di conquistare due medaglie d’oro nel corso della stessa edizione delle Olimpiadi: chi ci riesce non soltanto dà un’eccezionale manifestazione di onnipotenza, ma entra di diritto nella hall of fame di quel determinato sport. È il caso di Sante Gaiardoni, pistard italiano che si rese protagonista di una doppietta memorabile ai Giochi Olimpici di Roma 1960. Andiamo a rivivere quei giorni di fine agosto nei quali il corridore veneto vinse l’oro sia nel chilometro da fermo sia nella gara di velocità.

Sante Gaiardoni nacque a Villafranca di Verona il 29 giugno 1939. Proveniente da una famiglia contadina, fin dall’infanzia si appassionò alla bicicletta e scoprì di avere un grande talento per le corse ciclistiche. La sua formazione fu da stradista, come dimostra il successo alla Milano-Busseto del 1959, considerata una classica tra i dilettanti. Nel frattempo, però, aveva cominciato ad avvicinarsi alla realtà della pista, dove però doveva fare i conti con la stella indiscussa del momento, Valentino Gasparella, che lo sconfisse ai Campionati del Mondo parigini del 1958 o a quelli olandesi dell’anno seguente.

Nel 1960 le Olimpiadi si disputarono a Roma e l’Italia si proponeva come grande favorita nel ciclismo su pista. Il 26 agosto Sante partecipò alla finalissima del chilometro da fermo, gara a cronometro. Il tedesco Dieter Gieseler fece registrare un tempo da urlo (1’08”75), candidandosi prepotentemente alla vittoria. Nessuno dei corridori venuti dopo di lui riuscì a superare il teutonico, così l’ultimo a potergli strappare l’oro era Gaiardoni. La partenza fu disastrosa e sembrò compromettere la prova ma, metro dopo metro, il veneto recuperò e sorpassò Gieseler, facendo segnare un tempo record di 1’07”20.

La trionfale avventura di Gaiardoni alle Olimpiadi romane non si concluse lì. Il 29 agosto erano in programma le semifinali di velocità e Sante aveva staccato agevolmente il pass durante le qualificazioni. Gasparella venne sconfitto a sorpresa dal belga Léo Sterckx, così tutta la pressione del pubblico italiano si spostò su Gaiardoni. L’avversario in semifinale era l’australiano Baensch, che l’azzurro riuscì a battere in due round. La finalissima vedeva Sante contro Sterckx, un replay dell’ultimo atto dei Mondiali di Lipsia dello stesso anno, in cui il veneto era riuscito a vincere. Gaiardoni conquistò la prima manche con uno scatto bruciante a 300 metri dal traguardo, mentre nella seconda sorpassò il belga proprio all’ultima curva, prendendosi il meritato abbraccio del pubblico romano e mettendosi al collo la seconda medaglia d’oro in quattro giorni.

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antonio.lucia@oasport.it

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