MotoGP
MotoGP, le grandi rivalità: Valentino Rossi vs Jorge Lorenzo, sfida fratricida in casa Yamaha
Una delle rivalità più affascinanti degli ultimi quindici anni di MotoGP è quella tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, soprattutto perché si sono sovente scontrati a parità di moto. Proprio il fatto che il mezzo meccanico fosse il medesimo per entrambi, ha fatto emergere il fattore umano e reso oltremodo equilibrato il loro duello, durante il quale non sono mancati i momenti epici e le feroci polemiche.
Le strade dei due si incrociano nel 2008, quando si ritrovano a essere compagni di squadra alla Yamaha. Il Dottore è unanimemente considerato il miglior pilota del mondo ed è avido di riscatto perché, dopo aver conquistato cinque titoli iridati consecutivi tra il 2001 e il 2005, si è dovuto inchinare prima a Nicky Hayden e poi a Casey Stoner. El Martillo, invece, è reduce da due campionati vinti consecutivamente in 250cc ed è ritenuto uno dei giovani più talentuosi in assoluto. Insomma, il fatto che la coppia abbia per le mani la stessa moto annuncia un duello elettrizzante anche perché, per la prima volta in carriera, Valentino si troverà ad avere come teammate un avversario altrettanto ambizioso e molto più giovane. L’unica differenza sarà rappresentata dalle gomme. L’italiano userà le Bridgestone, mentre lo spagnolo si avvarrà delle Michelin.
Pronti, via e Jorge lancia idealmente il guanto di sfida al più blasonato compagno di squadra, facendogli capire che non è più l’unico gallo nel pollaio della Yamaha. L’iberico realizza tre pole position nelle prime tre gare, classificandosi sempre sul podio e vincendo il GP del Portogallo. Rossi però a questo punto reagisce, vincendo sia in Cina che in Francia. L’italiano prende così il comando della classifica iridata, con un esiguo margine proprio sul maiorchino. A Shanghai, peraltro, Lorenzo è stato vittima di una brutta caduta a causa della quale si è fratturato entrambe le caviglie. Correndo in condizioni precarie, le sue performance iniziano a risentirne. Come se non bastasse si sommano altre cadute, a causa delle quali le sue prestazioni scemano. Il Dottore piega la resistenza di Casey Stoner e va a vincere il suo sesto Iride in MotoGp, El Martillo invece si deve accontentare del quarto posto in campionato. Tuttavia il trailer rappresentato dalla fase iniziale della stagione è quanto mai intrigante, poiché si è avuta l’impressione che il giovane rampante potrebbe avere le carte in regola per mettere in seria difficoltà il campione affermato.
Così, nel 2009, Lorenzo affila le armi. Stavolta con Rossi sarà parità assoluta, poiché si è passati in un regime di monopolio Bridgestone. L’inizio d’annata è effettivamente equilibratissimo, in quanto i due sono più o meno sullo stesso piano. Il Dottore vince a Jerez, El Martillo si impone a Suzuka e a Le Mans. Nelle prime cinque gare entrambi raccolgono quattro podi e… una caduta. Si arriva, quindi, a Barcellona con i due praticamente appaiati. Quel 14 giugno 2009 a Montmelò Valentino e Jorge regalano uno spettacolo pirotecnico, dando vita a uno dei duelli più intensi e spettacolari nella storia del Motomondiale, fatto di ripetuti sorpassi e controsorpassi. Nel corso della giro conclusivo lo spagnolo sembra avere avuto la meglio, ma proprio all’ultima curva l’italiano si inventa quello che appare un sorpasso impossibile, sfidando le leggi del buonsenso e soprattutto della fisica. Con una manovra da urlo e assolutamente incredibile Rossi vince la gara e, con il senno di poi, anche il Mondiale. Infatti da quel momento i valori in campo si modificano. L’equilibrio assoluto viene meno e Lorenzo si ritrova sempre un passo indietro rispetto al compagno di squadra, quasi come se avesse accusato il colpo dell’impensabile sorpasso subito a Barcellona. Rossi va a vincere il Titolo con la sensazione che l’intera stagione sia stata decisa e racchiusa in un’unica gara, quella di Motmelò, come avvenuto nel 2008 a Laguna Seca nel duello tra il fuoriclasse di Tavullia e Casey Stoner.
La sfida si ripropone nel 2010, che comincia nel segno dei due alfieri Yamaha. Valentino vince in Qatar, Jorge si impone a Jerez e a Losail. Entrambi non scendono mai dal podio e sembrano apparecchiare la tavola per un nuovo entusiasmante testa a testa iridato. Il destino, purtroppo, vuole diversamente. Al Mugello, durante le prove del GP d’Italia, il Dottore cade violentemente e si procura una brutta frattura a una gamba, a causa della quale dovrà stare lontano dalle piste per diverso tempo. El Martillo ha così la strada spianata verso il primo titolo mondiale della carriera. Proprio durante quella stagione, sorgono screzi tra i due compagni di squadra. Rossi, infatti, ha deciso di trasferirsi alla Ducati e, di conseguenza, la Yamaha inizia a privilegiare Lorenzo. In questo contesto piuttosto teso, c’è spazio per una nuova epica sfida in quel di Motegi. In pista i due si giocano il terzo posto, ma in realtà in palio c’è ben più del gradino più basso del podio. Si tratta di un duello settecentesco che rappresenta una questione d’onore. L’intensissima sfida, in cui i due si sfiorano a più riprese, è ingaggiata nel nome dell’orgoglio personale. Alfine è l’italiano ad avere la meglio, congedandosi idealmente dalla Casa dei tre diapason dimostrando di essere ancora al livello di chi ha otto anni meno di lui.
A questo punto la rivalità Valentino-Jorge entra in una fase di latenza. Il Dottore si imbarca nella sfortunata esperienza alla Ducati, mentre El Martillo vince un altro Mondiale. Dopo un biennio, però, Rossi fa il suo ritorno in Yamaha e i due si ritrovano in squadra assieme. Nel 2013 Lorenzo gli è indiscutibilmente superiore e si gioca il titolo con Marc Marquez, perdendolo in volata. Invece nel 2014 la situazione torna quella del passato. Tra il centauro di Tavullia e il maiorchino c’è equilibrio. Nessuno dei due può contrastare Marquez, devastante, ma l’italiano si prende la soddisfazione di guadagnarsi il ruolo di vice-campione, sopravanzando proprio l’iberico.
Nel 2015 il dualismo Valentino-Jorge riesplode, invece, più violento che mai. La Yamaha torna a essere la moto da battere e i due alfieri della Casa dei tre diapason ingaggiano un furibondo braccio di ferro. Il Dottore parte meglio, con due vittorie e un terzo posto nelle prime tre gare, durante le quali El Martillo non sale mai sul podio. Cionondimeno Lorenzo reagisce e inanella una sequenza di quattro vittorie consecutive, con Rossi che però si piazza sempre secondo o terzo. Il testa a testa è entusiasmante e prosegue, serratissimo, anche durante l’estate. L’equilibrio è massimo, tanto che dopo il Gran Premio di Repubblica Ceca i due sono esattamente a pari punti. A questo punto VR46 riesce a prendere un leggero margine di vantaggio, presentandosi a Philipp Island, terz’ultima gara della stagione, con 18 lunghezze di vantaggio sul rivale.
In Australia, però, accade qualcosa di strano. Jorge rimane a lungo in testa, mentre alle sue spalle Valentino si trova impegolato in un’accesa bagarre con Marquez e Andrea Iannone. Tuttavia, negli ultimi due giri, Marquez alza l’asticella con una disarmante facilità, andando a vincere davanti al Martillo. Il Dottore, invece, non va oltre la quarta piazza. Rossi la prende male, è convinto che il fuoriclasse della Honda gli abbia corso contro e sia stata stipulata un’alleanza tra i due rivali spagnoli, poi denominata da alcuni media “Patto di Andorra”, allo scopo di favorire la conquista del titolo da parte di Lorenzo. È qui che l’equilibrio dello splendido testa a testa in casa Yamaha del 2015 viene disturbato dall’ingresso in scena dell’alfiere della Casa dell’ala dorata. Se il Patto di Andorra fosse reale o meno, non lo si saprà mai. Di sicuro c’è che dopo i ripetuti attacchi lanciati da Valentino verso gli iberici (in particolare nei confronti di Marc) durante la conferenza stampa antecedente al GP di Malesia, Marquez decide veramente di correre de facto contro il Dottore. Così El Martillo si trova effettivamente a fianco un potentissimo alleato, che gli permette di portarsi a casa il terzo Mondiale MotoGP della carriera, sopravanzando in volata il compagno di squadra.
In realtà l’esito della stagione farà più male che bene a Jorge, la cui immagine esce a pezzi. Il Titolo viene infatti ritenuto da molti poco limpido. Aziende di grido decidono di stracciare contratti in essere, mentre Yamaha opta per puntare tutto su Rossi anche per il futuro, nonostante l’età non sia dalla sua parte. Così, al termine del 2016, annata che ha connotati molto simili al 2014, poiché alle spalle di Marquez, inarrivabile, il Dottore si prende il ruolo di vice-campione ai danni del Martillo, il maiorchino si trasferisce alla Ducati. Di fatto, la sua rivalità agonistica con il fuoriclasse di Tavullia si conclude qui.
Come detto, il dualismo Rossi-Lorenzo rimane uno dei più affascinanti degli ultimi quindici anni perché i due si sono trovati ad affrontarsi a parità di moto, inscenando confronti serratissimi ed estremamente equilibrati. Al riguardo, è un peccato che il 2008 e il 2010 siano stati “rovinati” dai problemi fisici prima dell’uno e poi dell’altro, altrimenti avremmo potuto assistere ad ulteriori pagine di storia. Al di là degli screzi, non sono mancati gli attestati di stima reciproci e chissà che le voci secondo le quali nel 2021 potrebbero tornare ad essere compagni di squadra, non si tramutino in realtà.
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paone_francesco[at]yahoo.it
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Foto: LaPresse