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Ciclismo, I Mondiali dell’Italia: Marino Basso e quella beffa atroce subita da Franco Bitossi – VIDEO

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L’epilogo dei Mondiali di ciclismo che si tennero a Gap, il 6 agosto 1972, è il più drammatico nella storia della rassegna iridata. Franco Bitossi, soprannominato Cuore Matto poiché soffriva di Tachicardia, gran campione azzurro di quell’epoca capace financo di vincere due Giri di Lombardia, è uno dei cinque membri della nazionale italiana che si trovano in testa alla gara durante l’ultimo giro.

A tre chilometri dall’arrivo Franco porta il suo attacco. Una stilettata secca e decisa, che coglie di sorpresa il gruppo. Bitossi prende qualche metro ai grandi favoriti e insiste nell’azione. Il Cannibale belga Eddy Merckx, il francese Cyrille Guimard e il neerlandese Joop Zoetemelk provano a chiudere. Devono, però, fare i conti con la nazionale italiana, la quale rompe i cambi nel tentativo di favorire Bitossi.

Nelle ultime centinaia di metri il plotone all’inseguimento si avvicina sempre di più a Bitossi. Ormai Cuore Matto ha il fiato degli inseguitori sul collo. A duecento metri dalla meta Merckx e Guimard scattano nel tentativo di riprendere il battistrada. Dalla loro ruota, però, come una furia, balza fuori Marino Basso. Il velocista vicentino, che è molto più fresco dei rivali, li supera agilmente e inghiotte anche Bitossi.

Basso è campione del Mondo. Bitossi, per un nulla, riesce quantomeno a salvare la seconda posizione. A distanza di anni, il gesto del vicentino divide gli appassionati. C’è chi sostiene che abbia fatto una scelta corretta poiché non vi era alcuna certezza che Cuore Matto riuscisse a resistere al ritorno di Merckx e Guimard. Altri, tuttavia, interpretano quella mossa di Marino come un tradimento ai danni di Franco.

Bitossi, ad ogni modo, per sua stessa ammissione, non ha mai serbato rancore verso Basso. Se per caso uno tra Merckx e Guimard avesse superato Cuore Matto, cose non accaduta per questione di pochi centesimi, probabilmente non sarebbe scoppiata alcuna querelle. Le eventuali colpe di Marino e degli altri membri della nazionale italiana, semmai, vanno cercate prima dello sprint. In quei tre chilometri in cui Franco è rimasto in avanscoperta e nei quali, forse, non è stato fatto il massimo per tutelare la sua azione.

IL DRAMMATICO EPILOGO DEL MONDIALE DI GAP 1972

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luca.saugo@oasport.it

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