MotoGP
MotoGP, I piloti immortali: Manuel Poggiali, quando San Marino salì in cima al mondo nelle classi 125 e 250
San Marino, piccola ma solidissima Nazione incastonata ai piedi della Romagna, non può vantare un numero di glorie sportive particolarmente ampio. Uno Stato di appena 33.909 abitanti, oggettivamente, non può fare miracoli. Tra gli sportivi più importanti della storia sammarinese, tuttavia, non possiamo non nominare Manuel Poggiali. Il pilota che, nei primi anni del nuovo millennio, è stato in grado di conquistare addirittura due titoli del Motomondiale, prima di un rapido declino che lo ha portato al ritiro ad appena 25 anni. Proviamo, quindi, ad andare con ordine.
Manuel Poggiali è nato proprio nella Città di San Marino il 14 febbraio 1983, ed ha iniziato a muovere i primi passi con le due ruote all’età di 10 anni, dopo aver giocato a calcio nel Chiesanuova. La folgorazione con il mondo dei motori arrivò grazie agli zii, che lo accompagnarono a vedere una corsa di mini-moto a Rimini. Da li a pochi mesi prese il via la sua carriera. Già nel 1994, infatti, esordì nel primo campionato nazionale, giungendo secondo assoluto, mentre nel 1995 centrò il primo successo in quel di Civitanova Marche. La sua crescita fu rapida ed esponenziale, tanto che nel 1998 arrivò la wild card per esordire nel Gran Premio di San Marino della 125 che si correva a Imola, a soli 15 anni e 4 mesi. La pioggia, costante lungo tutto il corso del fine settimana romagnolo, non lo aiutò, tanto che cadde in ripetute occasioni, fino a rompersi una clavicola. Un infortunio che ha impedito il suo esordio assoluto.
Si rifarà nel 1999 con l’Aprilia. Il primo anno nel Motomondiale lo vide alternare piazzamenti a ritiri, ben sei, mentre il miglior risultato fu un settimo posto in Brasile a Jacarepagua. Nel 2000 la situazione non cambiò in maniera particolare (ancora sei ritiri e due gare alle quali non prese parte), nonostante il passaggio alla Derbi. Arrivò, tuttavia, il primo podio. Un brillante terzo posto nella “Università della moto”, ovvero Assen. La gara andò a Yoichi Ui, davanti al connazionale nipponico Noboru Ueda, terzo il sammarinese a 2″781.
La musica cambiò nel 2001. Manuel Poggiali sbarcò in Gilera e arrivò anche il primo titolo iridato. Una stagione in crescendo che diventò presto una cavalcata incontrastata. Dopo il quinto posto all’esordio in Giappone, conquistò la piazza d’onore in Sudafrica, prima del ritiro di Jerez de la Frontera. Rispetto agli anni precedenti il sammarinese prese il giusto abbrivio. Il 20 maggio 2001 arrivò il primo successo in carriera, nel Gran Premio di Francia a Le Mans, precedendo Mirko Giansanti e Toni Elias. Da quel momento il portacolori della Gilera non si fermò più, con quattro terzi posti consecutivi tra Mugello, Barcellona, Donington e Germania, quindi doppietta Portogallo-Valencia, prima di tre secondi posti tra Motegi, Phillip Island e Malesia. Un rush finale (con il quinto posto in Brasile nel quale gestì la situazione) che tenne a bada la risalita rabbiosa di Yoichi Ui che, con quattro vittorie consecutive, si portò a soli 9 punti da Poggiali che, quindi, centrò il primo alloro della sua carriera.
Nel 2002 il sammarinese si ripropose nella classe 125 e appariva pronto a concedere il bis. Per sua sfortuna questo piano non andò a buon fine, dato che il titolo finì nelle mani del francese Arnaud Vincent che lo beffò per 19 punti (273 contro 254). Un gap dovuto principalmente alla squalifica di Poggiali nel Gran Premio di Spagna per guida irresponsabile. Zero punti per lui e 20 punti per Vincent, che approfitterà di quella penalizzazione. Nel complesso il portacolori della Gilera vince Sudafrica, Mugello, Barcellona e Australia, quindi chiude secondo Francia, Olanda e Motegi, e terzo Suzuka, Donington e Brasile. Vincent, invece, volò letteralmente nella seconda parte del campionato con 4 successi e 2 secondi posti e realizzò l’unico guizzo di una carriera che, fatta eccezione per il 2002, rimase anonima.
Questa sconfitta fece prendere la decisione a Poggiali di passare alla classe 250 in sella all’Aprilia, e fu subito gloria. Il 2003, infatti, lo incoronò campione del mondo grazie ad una annata nuovamente impeccabile. Due successi iniziali consecutivi tra Giappone e Sudafrica, quindi poker completato tra Mugello e Brasile. Oltre a questi risultati conquistò tre secondi posti e tre terzi, che lo portarono a 249 punti in classifica, 14 in più di Roberto Rolfo e 23 in più di Toni Elias.
Il momento più alto della carriera di Manuel Poggiali, il titolo nella quarto di litro, coincise anche con l’inizio del declino. Il 2004 lo vide vincere in Brasile, ma a lato di sei ritiri, un solo podio e due gare nelle quali non partì, e chiuse solamente al nono posto in classifica generale. Un’annata davvero negativa che lo vide fare marcia indietro, tanto da tornare in 125 nel 2005. Anche in questo caso, con la Gilera, le soddisfazioni furono davvero pochissime. Tanti piazzamenti (al massimo un quinto posto in Portogallo) e mai un guizzo. Chiuse decimo in classifica ben distante da Thomas Luthi.
A quel punto provò a rimettersi in gioco e nel 2006 fece il suo ritorno in 250, questa volta con la KTM. Ancora un’annata negativa per il sammarinese, che chiuse una sola volta nelle prime otto posizioni e finì quattordicesimo in graduatoria generale lontanissimo da Jorge Lorenzo. A fine stagione Poggiali, quindi, prese la decisione di dare il via ad un “anno sabbatico” per provare a ritrovarsi e dedicarsi al calcio a 5, giocando nel Pennarossa con 35 presenze e 4 reti nel campionato sammarinese. Tornò in azione nel 2008 con la Gilera, ma l’ultimo anno fu un vero calvario, tanto che il 26 agosto decise di dire “basta” e ritirarsi ufficialmente. Nel 2013, passati 4 anni dal ritiro, Poggiali è tornato alle competizioni prendendo parte al campionato Italiano Velocità Superbike in sella ad una Ducati Panigale 1199R del team Grandi Corse. Torna alla vittoria di una gara ufficiale il 25 agosto, nel GP del Mugello. Nel 2014, quindi, continua a gareggiare in sella ad una Ducati Panigale 1199R, correndo per il team Barni Racing.
Manuel Poggiali, che è stato anche insignito della Medaglia d’oro di 1ª classe al valore della Serenissima Repubblica di San Marino, ha concluso la sua esperienza nel Motomondiale con 131 Gran Premi corsi, 12 vittorie, 35 podi complessivi, 11 pole position e 7 giri veloci ma, soprattutto, due titoli iridati, che lo hanno iscritto nel Gotha delle due ruote. Una rapida ascesa quanto una rapida discesa. Tanto in poco tempo. Così si potrebbe riassumere la carriera del sammarinese.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: LaPresse