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Pagellone sport italiano 2013 (seconda parte)

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QUI LA PRIMA PARTE DEL PAGELLONE

Atletica, voto 4,5. Sostanzialmente una media ponderata tra un’ottima stagione al coperto e una deludentissima all’aperto. I mesi invernali ci spedivano nei piani alti a livello internazionale, facendo ben pensare che il cambio dirigenziale avesse già portato i suoi primi frutti. Alessia Trost volava a due metri il 29 gennaio, diventando la terza azzurra ad abbattere il muro delle Campionesse, e faceva esplodere tutto il suo immenso talento. Roberta Bruni infilava il nuovo record italiano dell’asta, Silvano Chesani la imitava nell’alto, Tumi ci regalava un fantastico primato sui 60m indoor, da top mondiale, Dal Molin macinava gli ostacoli. Agli Europei indoor di Goteborg andiamo benissimo, Veronica Borsi fa il primato nazionale dei 60hs, Tumi di bronzo, Dal Molin non è da meno, la Trost sente la pressione, Greco si esalta con un volo esagerato che lo consacra. Siamo fiduciosi per l’estate…

Ma lì l’Italia si scioglie come neve al sole. Yadisleidy Pedroso sembra ingranare infrangendo il record italiano dei 400m ostacoli, ma poi non riuscirà più a ripetersi, Tumi fa 10.19 sui 100m e ci lascia sperare (invano). Il Golden Gala ci presenta un conto salatissimo di fronte al meglio del Mondo. A Mosca tutto viene confermato, con prestazioni deludenti, molto spesso gravemente insufficienti. L’infortunio di Greco ci ammazza, la Trost prova a risollevare le sorti della giovine Italia (ma è quinta), il Bel Paese rimane aggrappato alla fantastica e incredibile Maratona di Valeria Straneo, mammina tricolore, che comanda per 40km sotto l’afa della capitale moscovita, disintegra il gruppone, elimina le spilungone africane una a una, demolisce le certezze dell’universo podistico, e si inchina solo a un’immensa Kiplagat. L’eterno Vizzoni realizza il miracolo dell’ennesima finale: ibernatelo.

Le rassegne giovanili vanno meglio del previsto: gli Europei di Rieti ci dimostrano che i talenti ci sono, come succede agli Europei Under 23 e ai Mondiali juniores. Derkach, Furlani, Trost (ovvio), gemelli Dini, Malavisi, Bruni, Reina: la lista è lunga e a loro rimaniamo ancorati per sperare di risorgere.

Taekwondo, voto 6: un’annata interlocutoria per il taekwondo italiano, dopo uno stellare 2012. Qualche problema di troppo ha tolto dalla scena internazionale il campione olimpico Carlo Molfetta, che ha dovuto rinunciare anche ai Mondiali. La forma non ha accompagnato neanche l’altro medagliato olimpico, Mauro Sarmiento, mentre il campione europeo Leonardo Basile non è stato al livello della scorsa stagione. Una battuta d’arresto non troppo preoccupante, poiché si tratta pur sempre dell’anno post-olimpico. Inoltre, a rincuorare gli appassionati italiani di taekwondo, ci sono le cinque medaglie vinte agli Europei cadetti e le sette ottenute a quelli junior, con la bellezza di quattro ori. I risultati delle categorie giovanili hanno quindi giocato un ruolo fondamentale per portare il voto sulla sufficienza.

Lotta, voto 5: la lotta italiana è ancora troppo lontana dall’alto livello internazionale. Tra gli uomini, la solitudine di Daigoro Timoncini è stata solo parzialmente rinforzata dalla naturalizzazione di Franck Chamizo (clicca qui per scoprire il talento cubano). I due sono ad ogni modo gli unici due rappresentanti di livello, rispettivamente nella lotta greco-romana e nella lotta libera. Meno drammatico il panorama nella lotta femminile, dove atlete come Maria Diana, Dalma Caneva, Silvia Felice e Francesca Mori hanno ottenuto alcuni buoni risultati in tornei internazionali di discreto livello. A dare speranza per il futuro della lotta italiana è soprattutto la medaglia di bronzo ottenuta da Dalma Caneva ai Mondiali junior, ma, per ora, resta un fulmine a ciel sereno.

Sollevamento pesi, voto 6,5: le potenzialità sono ancora maggiori, ma per questa stagione il sollevamento pesi italiano merita di sicuro la sufficienza, per diversi motivi. In primis le tante medaglie arrivate ai Giochi del Mediterraneo, a testimonianza di come il movimento sia in salute, in particolar modo per la crescita di diversi giovani interessanti. Mirco Scarantino ha dimostrato a più riprese di essere cresciuto molto, e ormai vale le prime posizioni mondiali nonostante la giovane età. Nell’arco della stagione ha migliorato a più riprese i suoi stessi record nazionali e punta deciso verso Rio 2016. Se dovesse riuscire a confermare il trend, una medaglia potrebbe anche essere nelle sue corde. Genny Pagliaro, punta del movimento nostrano anche a livello senior, ha dimostrato di non aver smarrito il talento. La mancata partecipazioni ai Mondiali, a causa di di problemi familiari, l’ha probabilmente privata di un piazzamento di rilievo, ma talvolta l’attività agonistica è giusto passi in secondo piano. Sempre considerando i giovani, sono rosee anche le prospettive di Nino Pizzolato, le cui potenzialità sono tutte da scoprire. La speranza è quella di confermare, nella prossima stagione, i risultati di questo 2013, magari arrivando anche a migliorarsi puntando ai prossimi Giochi Olimpici.

Rugby, voto 6: semplicemente, la media fra i test di novembre 2012 e la prima parte dell’anno con il Sei Nazioni (voto 8) e fra il periodo che va da giugno ad oggi (voto 4). Un’ascesa dai tempi brevi con Jacques Brunel, che sin da subito ha agito con maestria ed intelligenza sul gioco e sulla psicologia del gruppo azzurro, con il risultato di sfiorare un clamoroso successo contro l’Australia e di trafiggere Francia e Irlanda al Sei Nazioni 2013, senza contare la straordinaria prestazione di Twickenham. Come scrivemmo dopo il match contro l’Irlanda, l’Italrugby sembrava essere entrata in una nuova era, oltre ad aver acquisito quel know-how e quella consapevolezza per realizzare qualcosa di importante, elementi che si erano riflettuti anche sul rendimento del Benetton Treviso, mai  così in alto fino a quel momento nel Pro12 (10 vittorie stagionali e settimo posto). Un’ascesa, però, rapida nei tempi di realizzo così come in quelli di durata; dai disastrosi test match di giugno in poi, infatti, l’Italia è pesantemente regredita, perdendo tutte quelle certezze costruite solo qualche mese prima, che si sono rivelate essere un castello di sabbia. Una caduta libera inesorabile, durante la quale i problemi hanno letteralmente circondato Brunel senza concedergli via d’uscita e possibilità di rattoppare le tante, troppe falle createsi in particolare in difesa e nell’atteggiamento. Problemi che, naturalmente, hanno colpito duramente anche Treviso, irriconoscibile nei primi mesi dell’anno tanto da portare all’addio anticipato tra società e Franco Smith. Discorso a parte meritano, invece le Zebre, maggiormente competitive dopo una prima stagione difficile e complicata, conclusa con sole sconfitte.

Tuffi, voto 7.5: un 2013 come sempre targato Tania Cagnotto per i tuffi azzurri. La bolzanina, in un anno di allenamenti più “rilassati”, sale cinque volte sul podio tra Europei (due ori ed un argento) e Mondiali (due argenti). E c’è addirittura rammarico per il metro a Barcellona, in cui uno storico oro iridato sfuma per appena dieci centesimi. L’Italia, dunque, si conferma competitiva al femminile anche grazie a Francesca Dallapè, valida compagna di sincro di Tania. Peccato per i tanti piazzamenti di Maria Marconi, dominatrice nei confini nazionali ma sfortunata in campo internazionale con una medaglia mancata da 3 metri in terra catalana. In difficoltà Noemi Batki, che sta lavorando sul nuovo programma post-olimpico, mentre al maschile brilla il talento in rampa di lancio di Andrea Chiarabini. Il 18enne romano è finalista tra i big da 10 metri ai Mondiali e settimo agli Europei e vuole crescere ancora (il talento è enorme) per sognare un podio. Promossi anche i due sincro Andreas Billi-Giovanni Tocci e Maicol Verzotto-Francesco Dell’Uomo – coppie recenti e di belle speranze – e rimandato Michele Benedetti. Spettacolare la prova da 460 punti agli Assoluti di Torino ad aprile, da dimenticare i Mondiali in cui arrivano le eliminazioni al primo turno dei 3 metri con Tommaso Rinaldi e da 1 con un appannato Billi. Indicazioni importanti, infine, dai progressi di Elena Bertocchi e dal bronzo europeo giovanile da 1 metro di Laura Bilotta.

Tennistavolo, voto 6: sufficiente l’anno dei pongisti, finalmente in ripresa dopo tante stagioni molto negative. Il protagonista assoluto è Leonardo Mutti, che guida la spedizione azzurra agli Europei giovanili di luglio verso uno storico oro a squadre (con Alessandro Bachiocchi, Maurizio Massarelli e Jordy Piccolin) superando in finale la Francia. Nello stesso evento per il 18enne di Castel Goffredo arriva il bronzo nel doppio misto con la croata Lea Rakovac, metallo bissato qualche giorno fa ai Mondiali junior di Rabat contro rivali ben più quotati. Ottimi anche i progressi individuali, con i quarti di finale raggiunti da unico europeo nell’evento iridato in terra marocchina. Un sorriso anche dai Giochi del Mediterraneo: la squadra maschile (Bobocica-Stoyanov-Rech Daldosso) è seconda alle spalle della Turchia padrona di casa; amaro quarto posto invece per le donne, beffate dall’Egitto nella sfida per il bronzo. Ok anche gli Europei a squadre di Vienna, con gli uomini promossi in Championship Division senza mai perdere una partita.

Canoa, voto 6,5: il voto è la media tra il settore slalom (8) e il settore velocità (5). La medaglia d’oro conquistata ai Mondiali nel K1 a squadre da Daniele Molmenti, Giovanni De Gennaro e Andrea Romeo testimonia l’ottimo lavoro svolto dalla federazione. L’Italia ha scoperto inoltre Giovanni De Gennaro, capace sempre nella rassegna iridata di Praga, di terminare in decima piazza nel K1. Se escludiamo i Mondiali del 2009 di La Seu D’Urgell, un italiano è sempre riuscito negli ultimi nove Mondiali a terminare tra i migliori dieci. Non bisogna dimenticare nemmeno l’argento europeo di Steffi Horn ottenuto dall’azzurra del CC Brescia a Cracovia nel mese di giugno. Ha vissuto sicuramente giorni migliori il settore velocità, in particolare il kayak. Occorrerà del tempo per ricostruire un movimento che tanto ha dato al Bel Paese negli anni ’90 e 2000. Bene invece la canadese con il grande quarto posto mondiale ottenuto da Sergiu Craciun nel C1 1000 m (specialità olimpica). Sulla scia di Sergiu sta crescendo inoltre il fratello minore Nicolae che insieme a Daniele Santini si è già tolto la soddisfazione di salire sul trono europeo under 23.

Tiro a volo, voto 10: se ci fosse uno sport da insegnare nelle scuole italiane sin da quando si è bambini è proprio il tiro a volo. Gli azzurri deliziano il mondo ed estasiano gli appassionati del Bel Paese centrando un piattello dopo l’altro, senza sentire pressioni e subire difficoltà d’adattamento alle nuove modifiche regolamentari imposte dalla federazione internazionale. In una nazionale eterogenea, guidata splendidamente da un gruppo di tecnici federali d’elitè e navigati, tutti trovano il loro spazio e la loro kermesse per esprimersi a livelli d’eccellenza assoluta. Jessica rossi, in particolare, si eleva a simbolo di questo sport e nel 2013 aggiunge al titolo di campionessa olimpica (nel trap) anche il titolo mondiale che, nonostante la giovanissima età, la consegna già alla storia di questa meravigliosa disciplina.

Tiro con l’arco, voto 4.5: una valutazione insufficiente dovuta sostanzialmente al Mondiale, in terra turca, dove i nostri arcieri non hanno mantenuto le aspettative. Nessuno si doveva attendere un bottino ai livelli della Corea, questo bisogna dirlo, ma neppure una striminzita medaglia, peraltro d’oro, ottenuta meritatamente nel mixed-team del compound da Sergio Pagni e Marcella Tonioli, interpreti favolosi della disciplina.
Mauro Nespoli, l’unico a salvarsi, ha ben figurato durante le prove di Coppa del Mondo, ma tenere in piedi da solo il peso della nazionale di arco olimpico è troppo, persino per l’atleta di Voghera.
Più che nei tornei individuali quindi, dove le strade sono pressochè sbarrate dagli atleti coreani, quello che dava la solita fiducia all’italico popolo erano le competizioni a squadre, notoriamente affrontati dagli azzurri con coesione e grinta fino a dare il massimo di loro stessi per centrare un alloro. Purtroppo però, nulla ha girato per il verso giusto e l’annata è da considerarsi come negativa.

Badminton, voto 6. Certo, siamo lontani anni luce dalle superpotenze asiatiche, ma alla fine tutta l’Europa (con l’eccezione della Danimarca e di qualche singolo atleta) lo è. Però nel volano azzurro sembra riscontrarsi quantomeno quell’elemento di progettualità futura fondamentale per avere qualche risultato più interessante a livello internazionale: l’arrivo di Artur Ruiz come direttore tecnico, con un chiaro progetto mirato a Rio, è un bel segnale in tal senso. Inoltre, c’è un movimento di base, di ragazzi e ragazze giovanissimi (in molti casi poco più che quindicenni) principalmente altoatesini, che lascia ben sperare per il futuro. Ovviamente i ranking internazionali non premiano ancora i colori azzurri: non abbiamo atleti nella top 100 mondiale, anche se Giovanni Greco non è poi così lontano. Lui e Maddaloni si sono difesi egregiamente in una serie di tornei in America Centrale e costituiscono una coppia di doppio piano piano sempre più competitiva; fondamentale, per la crescita del movimento, è la continua collaborazione con i due sparring indonesiani, peraltro capaci di cogliersi soddisfazioni personali molto importanti (Indra Chandra ha vinto gli Internazionali d’Italia). Nel femminile, c’è un enorme buco dietro ad Agnese Allegrini, oramai ritirata, e il movimento deve praticamente ripartire da zero, o meglio da quelle serie di ragazze neanche maggiorenni che stanno facendo esperienza nei tornei di categoria.

Scherma, voto 8: Nell’anno del mondiale c’è stata la conferma che nel fioretto donne siamo la nazione da battere. Il Dream Team è davvero una delle squadre più forti nella storia dello sport mondiale e, alla medaglia d’oro vinta nel concorso per equipe, bisogna aggiungere quella individuale di Arianna Errigo e il bronzo di Elisa di Francisca. Purtroppo a Rio la gara a squadra del fioretto donne quasi sicuramente non ci sarà e probabilmente all’Italia mancherà un oro praticamente certo.
Dalla rassegna iridata di Budapest torniamo anche con l’oro della squadra maschile di fioretto, che è stata brava a riscattare una prova individuale deludente e che ha visto il solo bronzo di un bravissimo Valerio Aspromonte. Purtroppo dalle altre armi è arrivato davvero pochissimo, se non il solo bronzo nell’individuale della sciabola femminile di Irene Vecchi. Deludenti le prove dei vari Tagliariol e Pizzo, ma almeno possiamo consolarci con ottimi giovani come Berrè e Garozzo, che rappresentano il futuro della scherma italiana. Inoltre dietro di loro ci sono altri in rampa di lancio molti altri ragazzi, capaci di conquistare ben otto medaglie nell’ultima prova di Coppa del Mondo Under20.

Hockey prato, voto 6: la media tra l’8 per il settore femminile e il 4 di quello maschile. Annata eccezionale per le ragazze di coach Fernando Ferrara: in rapida successione sono arrivati i successi nel Round 2 di World League e nell’Europeo di Pool B di Cambrai, entrambi con netta superiorità sulle avversarie. L’evento più importante di questo 2013 è stato però il Round 3 di World League a Londra che ha messo in luce un’Italia strepitosa, in grado di giocarsela alla pari con squadre nettamente superiori sia per ranking mondiale, che per storia, che per qualità. La qualificazione al Mondiale sfiorata non è una delusione, ma un punto di partenza: questa nazionale può puntare a Rio 2016. Tra gli uomini invece c’è qualcosa che non quadra. All’Europeo di Pool B a Vienna l’Italia guidata dall’ormai ex coach Pablo Fernandez (sostituito ora da Riccardo Biasetton), non è riuscita ad esprimere tutte le sue qualità, pur giocando bene, non concretizzando le opportunità avute e retrocedendo in terza divisione. Non migliore neanche l’esperienza di Kazan alle Universiadi. Bisogna cambiare metodo, se si continua così, non arriveranno risultati neanche nei prossimi anni.

Pallamano, voto 3: faticano le due nazionali nelle qualificazioni ai vari Campionati europei e mondiali. L’unica nota positiva della stagione arriva dai Giochi del Mediterraneo, nei quali le due nazionali hanno ottenuto dei buoni piazzamenti: i maschi hanno concluso il torneo al quarto posto, mentre le donne hanno chiuso in ottava posizione. Continua il percorso di crescita delle ragazze della Futura Roma, che sono in giro tra Serbia e Tunisia per affrontare delle amichevoli prestigiose con squadre locali di primo livello.

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