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L’Italia è grande: Alessandro Andrei, il gigante che si tinse d’oro a Los Angeles 1984

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Dieci! Tante le volte che Alessandro Andrei riuscì a migliorarsi nella sua specialità, il getto del peso, nell’immediata vigilia delle Olimpiadi di Los Angeles, dal 27 maggio all’11 luglio 1984. Non ebbe bisogno di migliorarsi ulteriormente ai Giochi Olimpici per conquistare, primo e unico italiano, il titolo a Cinque Cerchi del getto del peso.

Fiorentino, classe 1959, Alessandro Andrei si fa notare nel 1981 ai Campionati Europei Indoor di Grenoble ’81, dove con m.19,34 sfiora il podio, chiudendo al quarto posto. L’anno dopo a Forlì migliora per la prima volta (la prima di una lunga serie) il primato italiano con 20.35 ma ai campionato Europei di Atene non va oltre un deludente decimo posto fermandosi a 19.28.

Non si perde d’animo, Andrei: l’anno dopo conquista l’argento ai Giochi del Mediterraneo ed è settimo alla prima edizione dei Campionati Mondiali di Helsinki con 20,07 ma il suo anno del destino è il 1984 che inizia con il bronzo agli Europei indoor di Goteborg con la misura di 20,32: è la sua prima grande medaglia internazionale ma l’ascesa del pesista fiorentino è solo all’inizio. In estate, infatti, esplode in tutta la sua potenza e si migliora, come già detto, per ben dieci volte in 45 giorni: il 20 giugno a Pisa in sequenza fa segnare un triplo record italiano: 21,19, 21,21 e 21,39, poi si migliora ancora (21.40) e arriva a 21.50 a Roma al Golden Gala. Insomma, tra i grandi favoriti per le Olimpiadi di Los Angeles, prove del blocco dell’Est, c’è ovviamente anche lui, il gigante toscano: 1.91 per 118 kg.

A Los Angeles gli avversari più temuti sono i padroni di casa: gli Usa vantano una grande tradizione nella specialità, a differenza dell’Italia, mai salita sul podio nel getto del peso nella storia delle Olimpiadi. All’appello, però, manca anche Brian Oldfield, il più forte degli statunitensi, escluso per aver partecipato in passato ad un circuito professionistico. Nelle qualificazioni del mattino dell’11 agosto 1984 Andrei non ha bisogno di dare il meglio: con 20.18 conquista la finale ma meglio di lui fanno i due padroni di casa, Mike Carter e Augie Wolf rispettivamente con 20,69 e 20,55.

In serata, alle 18, la notte italiana, si disputa la finale e Andrei è subito messo a dura prova dagli statunitensi. Dave Laut piazza subito un 20.97 di tutto rispetto, Carter risponde con 20.63, Andrei lancia il peso a 20.43. Il toscano, però, al secondo lancio arriva esattamente a 20.97 scattando in testa per la seconda miglior misura ma i due vengono superati dal 21.09 di Carter al terzo lancio. 

C’è da riprendere in mano la gara e Andrei non si tira indietro. Entra in pedana per la terza volta e lascia partire la spallata decisiva, accompagnata dal solito grido belluino che accompagna tutte le sue prestazioni sportive. Il peso va lontano: 21.26, a poco più di 20 centimetri dal suo record personale. Nessuno riuscirà a fare meglio di lui e Andrei legittimerà l’oro con una serie di tutto rispetto completata dalle misure di 20,55, 20,92 e 20,96. E’ oro olimpico e leggenda per il pesista fiorentino che scrive una pagina indelebile dell’atletica italiana, conquistando la prima e unica medaglia olimpica per l’Italia in questa specialità e si tratta di un oro. 

Andrei continuerà a migliorarsi (pur senza ottenere grandi risultati internazionali), fino ad arrivare al triplo record del mondo di Viareggio il 12 agosto del 1987, nell’immediata vigilia del Mondiale romano con una serie incredibile da 22.72, 22.84 e 22.91, tutti superiori al 22.64 che era il record mondiale detenuto da Beyer. A Roma Andrei sarà secondo con 21.88 alle spalle dell’esplosivo svizzero Gunthor. L’anno successivo arriverà solo il settimo posto alle Olimpiadi di Seul e da allora Andrei non riuscirà più nemmeno a sfiorare le misure raggiunte nel 1987.

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Foto LaPresse

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