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Tennis, i punti di forza e quelli deboli di Jannik Sinner. Servizio e gioco a rete da migliorare: l’analisi

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Non si gioca. Il tennis è fermo, anche se c’è chi tenta di ripartire in un modo o nell’altro. Non se ne vedrà ancora, a livello ufficiale, per diversi mesi. Qualcuno recupera dagli infortuni, ma più spesso c’è chi cerca di tenersi in forma, nei limiti del possibile, ed entro ancora maggiori limiti c’è chi vorrebbe, una volta che si normalizzerà la situazione, ricominciare a metter mano al proprio gioco.

Tra i tanti, tantissimi che inevitabilmente sperano di poter tornare presto a lavorare sul proprio gioco c’è Jannik Sinner, che il congelamento del ranking ATP colloca al numero 73 con 733 punti, tra il lituano Ricardas Berankis e il tedesco Philipp Kohlschreiber, l’uno già con tanta esperienza del circuito e l’altro veterano con i suoi 36 anni (in top 100 ha la sua età Andreas Seppi ed è più in là con gli anni solo Roger Federer).

Per l’altoatesino la prospettiva è, una volta che gli sarà possibile lavorare in maniera concreta sul proprio gioco, di migliorare quelle cose che non lo hanno particolarmente aiutato in questo inizio di stagione. Adriano Panatta ha individuato nel potenziamento del dritto e del gioco a rete del diciottenne di San Candido due punti importanti per permettergli di salire di livello, un livello che comunque è già particolarmente alto come hanno dimostrato diverse ottime partite recenti (ne sa qualcosa il belga David Goffin). Oltre ai rilievi del più importante tennista azzurro da Nicola Pietrangeli a oggi, c’è da sottolineare la possibilità di migliorare un servizio che per l’età è già particolarmente buono, ma che ha bisogno di trovare un pochino di continuità in più. Sinner, infatti, viaggia con il 60% circa in stagione con la prima, anche se poi in termini di punti vinti è al 71%, un buon ruolino di marcia.

A livello di comprensione del gioco, la compagnia di Riccardo Piatti, non di breve durata, ha dato all’altoatesino davvero molto, visto che affronta già le partite con un ottimo livello di maturità, non comune per un diciottenne. A questo si aggiunge il fatto che da fondo, quando riesce a impostare lo scambio, Sinner di timori ne ha ben pochi. Lo stesso si può dire del fatto che sia perfettamente capace sia di costruirsi il punto che di tirar fuori numeri letteralmente dal nulla, specialmente quando riesce a far esplodere i citati colpi dal fondo. Conterà anche la stabilizzazione a livello fisico, che, come per qualunque diciottenne, è perfettamente normale che ancora non sia completa.

Una delle cose interessanti che ha dichiarato Sinner, in una recente diretta Instagram della Lavazza, che è suo sponsor, riguarda quel che sta facendo per migliorare: guardare le partite di Federer, Nadal e Djokovic. Ma non quelle della maturità, bensì quelle dei loro 17-18 anni. Per intenderci, il Federer che esordiva sul circuito maggiore contro Andre Agassi a Basilea e poco dopo debuttava negli Slam, il Nadal che già vinceva i grandi tornei sulla terra rossa, ma che spesso faticava sul veloce, il Djokovic che si affacciava nei grandi tornei dopo aver rapidamente scalato i Challenger. Tre percorsi diversi, tre idee sulle quali ragionare.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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