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Tennis, Gabriela Sabatini: classe, bellezza, eleganza e vittorie

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Tra le storie più affascinanti del tennis novecentesco c’è sicuramente quella di Gabriela Sabatini, campionessa argentina che ha guadagnato la ribalta del professionismo a soli 15 anni e ha posto fine alla propria carriera alla giovane età di 26 anni dopo aver incamerato ben 39 titoli (27 in singolare e 12 nel doppio). Oltre alla precocità e al talento, che emergono in maniera evidente già da questi dati, la pantera di Buenos Aires si è distinta nel circuito anche per essere un’icona dell’eleganza e della bellezza femminile, elementi che, uniti al merito sportivo, le hanno regalato il favore di milioni di appassionati.

Gabriela si avvicinò al tennis durante l’infanzia e i primi successi non tardarono ad arrivare: nel 1983, a soli tredici anni, vinse il torneo di Miami nella categoria junior e l’anno seguente si laureò campionessa mondiale nella medesima categoria. Il passaggio dalle competizioni giovanili al circuito maggiore fu tanto precoce quanto sorprendente: basti pensare che nel 1985, al suo primo anno di professionismo, si spinse fino alle semifinali del Roland Garros (dove venne sconfitta da Chris Evert) e in agosto entrò nella top 10 del ranking WTA. Il punto debole del suo gioco era sicuramente il servizio, piuttosto debole, a cui riusciva però a sopperire con una grande varietà di colpi che la rendevano pericolosa tanto da fondo campo quanto sotto rete.

Nel 1988 vinse il torneo di doppio a Wimbledon in coppia con la tedesca Steffi Graf, con la quale da quel momento in poi darà vita a una delle più rivalità più note dell’era Open. Il primo atto della celebre contesa fu la finale alle Olimpiadi di Seul: la teutonica ebbe la meglio e Sabatini dovette accontentarsi della medaglia d’argento. Durante lo stesso anno l’argentina si aggiudicò il Master di fine stagione e il 27 febbraio del 1989 raggiunse il terzo posto della classifica mondiale, destinato a rimanere il suo best ranking. L’unica vittoria in un torneo dello Slam arrivò nel 1990 agli US Open: fu il punto più alto della carriera di Gabriela e la consacrò come prima argentina a trionfare nel Major statunitense.

Un torneo con la quale Sabatini ebbe un feeling speciale furono gli Internazionali d’Italia, dove, spinta dal sostegno del pubblico romano che la adottò anche per le sue origini italiane (il nonno proveniva da Potenza Picena), si impose per ben quattro volte: 1988, 1989, 1991 e 1992. Un ricordo particolarmente amaro è invece legato a Wimbledon, dove nel 1991 andò vicinissima al trofeo: a soli due punti dal match proprio contro Graf, la sudamericana non riuscì ad essere cinica e venne ripresa e battuta in volata dalla storica rivale. Le tante attese e l’eccessiva pressione che si crearono intorno a lei finirono per schiacciarla e la spinsero al ritiro a soli 26 anni: “Amavo la competizione ma non ho mai amato la fama”.

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