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Pattinaggio artistico a rotelle: Luca Lucaroni per la storia! Al lavoro sul quadruplo toeloop: “Voglio lasciare qualcosa di indelebile”

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Luca Lucaroni ha intenzione di scrivere una pagina indelebile nella storia del pattinaggio artistico a rotelle, diventando il primo atleta a presentare in gara un salto quadruplo, nello specifico il toeloop. Il fuoriclasse romano ha confessato i suoi prossimi obiettivi nel corso della prima puntata di Figure2u, la rubrica di approfondimento dedicata al mondo del pattinaggio artistico a rotelle e di figura in onda ogni settimana su Sport2u, la web tv partner di OA Sport.

Nel corso della video intervista il fuoriclasse pluricampione mondiale ha raccontato, con l’ausilio di sedici contributi fotografici, la sua vita fuori e dentro la pista, partendo dall’infanzia, dove ha coltivato fin dai tempi dell’asilo due amicizie ancora adesso molto solide: “Loro mi sono stati vicino anche dopo il mio trasferimento, non sono mai stati invidiosi del mio successo, forse per questo siamo rimasti in contatto; per me è un rapporto che ha un valore importante. Nessuno sa cosa c’è dietro la vita di un campione, la gente vede sempre il risultato finale ma non conosce tutti i sacrifici, gli infortuni, i momenti no”. 

Un destino già scritto quello di Lucaroni, come testimonia anche l’esito della sua prima competizione: “Nella mia prima gara sono arrivato cinquantesimo su cento partecipanti, l’aspetto positivo è che le categorie erano miste e io sono risultato il primo tra i maschi“. Dalla cinquantesima piazza al tetto del mondo, raggiunto per la prima volta nel 2015 in campo juniores, per poi conquistarlo per tre volte di seguito nella massima categoria dal 2017 al 2019, scontrandosi spesso con avversari temibili come l’azzurro Alessandro Amadesi, pattinatore in ottimi rapporti con il nativo di Perugia: “Dentro la pista ognuno cerca di dare il meglio per vincere, ma con lui ho un buonissimo rapporto, forse il più importante tra gli amici del pattinaggio. Ci rispettiamo molto. Noi in generale siamo tutti uniti, agonisticamente ci sfidiamo, fuori dalla pista ridiamo, ci facciamo forza”.

Amadesi si è rivelato inoltre il ponte per l’inizio dell’avventura in coppia d’artistico con Rebecca Tarlazzi, con cui Luca ha ottenuto la bellezza di sei medaglie d’oro iridate consecutive: “Rebecca faceva coppia con Alessandro, poi sono subentrati dei problemi extra-pattinaggio e hanno dovuto interrompere la loro attività. Dopo qualche tempo la madre e allenatrice di Rebecca, Annalisa Marelli, ha chiamato il mio allenatore Gabriele Quirini proponendomi appunto una nuova avventura con lei. Io all’inizio ero un po’ titubante perché avevo appena smesso di fare coppia e volevo concentrarmi sul singolo: Gabriele poi però mi ha fatto notare che non stavamo parlando di una pattinatrice qualsiasi, ma di Rebecca Tarlazzi, partner con cui si poteva lavorare e cambiare il mondo delle coppie, come un po’ abbiamo fatto”.

Obiettivi storici raggiunti quindi grazie al duro lavoro con l’allenatore Gabriele Quirini, luminare della disciplina scomparso tragicamente due anni fa in un’incidente stradale, cominciato in un periodo particolare della vita di Luca: “Mi trovavo in un momento delicato. Avevo sedici anni, età in cui tutti pensano al divertimento. Io avevo l’intenzione di trasferirmi a Roma ma l’idea di lasciare i miei affetti mi frenava. La mia famiglia, che ringrazio, mi ha spronato a provarci. Da lì è iniziato il mio percorso con Gabriele. Lui non mi ha insegnato solo la tecnica ma anche a sopravvivere nella vita: c’è sempre stato anche nei momenti bui. In tutto, in ogni momento difficile, anche nella perdita di un familiare, tutti i suoi insegnamenti mi hanno aiutato ad essere più forte”.

Con le tante medaglie conquistate negli ultimi anni l’attenzione del pattinatore, da questa stagione in poi, si sposterà sulla preparazione di nuovi elementi: “Ho realizzato il mio sogno, anche più di una volta. In questo momento la cosa più importante non è più vincere il Mondiale ma lasciare qualcosa al mondo del pattinaggio, dalle coreografie a salti nuovi. In questo senso c’è l’idea di provare ad atterrare il triplo axel e il quadruplo toeloop. Purtroppo l’emergenza legata al Coronavirus mi ha bloccato, speriamo di poter riprendere gli allenamenti prima possibile”. Uno stop lunghissimo mai avvenuto nella carriera di Lucaroni: “Un atleta ad alti livelli riesce a recuperare più facilmente la condizione rispetto ad altri ma ci metteremo ovviamente del tempo. Non sono stato mai fermo per quarantacinque giorni, neanche quando mi sono dovuto fermare per un infortunio al ginocchio”.

Nuove sfide da affrontare insieme all’attuale allenatore Luca D’Alisera, monumento vivente e prima atleta della storia a eseguire un triplo axel completo di rotazione ai Campionati Nazionali di Rimini nel 2002: “Luca è stato il primo grande atleta di Gabriele, incarna la sua anima, la scuola e la linea di lavoro è quella: per me è stata la miglior scelta per continuare la strada intrapresa anni fa. In più è il mio idolo, con lui ho trovato uno stimolo in più”. In conclusione Luca Lucaroni non ha nascosto il suo piano per quando terminerà l’attività agonistica, ovvero quello di diventare un coach di fama mondiale: “Sto iniziando a crearmi un futuro dopo la carriera di atleta. Per ora mi alleno, ma tre volte a settimana insegno ai bambini. Da piccolo volevo diventare il Campione Mondiale, crescendo sogno di diventare l’allenatore di un Campione Mondiale”. Di seguito l’intervista completa.

L’INTERVISTA COMPLETA A LUCA LUCARONI NELLA PRIMA PUNTATA DI FIGURE2U

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Foto: Raniero Corbelletti (per gentile concessione di FISR, Federazione Italiana Sport Rotellistici)

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