Ciclismo
Amstel Gold Race 2005: Danilo Di Luca in trionfo. L’apoteosi del Killer di Spoltore
Ci sono alcuni atleti che, giocoforza, l’opinione pubblica non riuscirà mai a perdonare. Danilo Di Luca, nonostante abbia poi collaborato con la giustizia sportiva anche con la realizzazione dell’autobiografia “Bestie da Corsa”, resterà per molti il primo ciclista italiano squalificato a vita per doping, dopo aver dimostrato in più occasioni la propria recidività. Dal punto di vista sportivo tuttavia l’abruzzese è uno dei corridori azzurri più completi del terzo millennio, con numerose vittorie nelle grandi classiche e un trionfo al Giro d’Italia 2007. Una delle sue cavalcate più belle è sicuramente l’assolo all’Amstel Gold Race del 2005.
Nel suo anno di grazia (vincerà la classifica complessiva UCI World Tour per il miglior corridore della stagione in termini di piazzamenti accumulati) il “Killer di Spoltore” si presenterà al via della classica belga in una condizione fisica straripante e con l’entusiasmo di aver trionfato due settimane prima alla Vuelta al Pais Vasco, iscrivendosi sin da subito nel lotto dei favoriti.
L’Amstel Gold Race, dalla vittoria di Stefano Zanini nel 1996 (primo azzurro a riuscirci in trent’anni), nelle stagioni precedenti ha finalmente iniziato a sorridere al Bel Paese, che ha trionfato nel 2002 con Michele Bartoli e nel 2004 con Davide Rebellin. Lo stesso Di Luca è giunto terzo nel 2003 e quarto nel’anno precedente e con il terzo tentativo vorrebbe sbloccarsi e ampliare il suo palmares.
La corsa ha un andamento molto strano fin dall’inizio, con una nebbia fittissima che impedisce, causa la mancanza di un ponte aereo efficiente della regia olandese, di quantificare con esattezza il distacco di una fuga che prova sin da subito a cavalcare la situazione favorevole. A 100 km dalla conclusione i due attaccanti Moreau e Thjis vantano tredici minuti di vantaggio e iniziano a credere nella realizzazione di una fuga bidone.
In gruppo tuttavia in pochi minuti iniziano a fioccare gli attacchi e il plotone è allora costretto ad aumentare sensibilmente la propria andatura, fino a riprendere tutti i fuggitivi a 10 km dalla conclusione. Ai piedi del Cauberg a tutti è ormai chiaro che la corsa si deciderà in una volata ristretta tra i trenta migliori rimasti davanti. I Rabobank provano sin da subito a gestire la volata per Boogerd (il capitano Oscar Freire non era in condizione) che come l’anno precedente esce troppo presto allo scoperto. Di Luca è bravissimo a cogliere il momento e scatta, scavalcandolo ai 250 metri e finendo con le braccia al cielo. Alle loro spalle Mirko Celestino giungerà terzo e quarto si classificherà il difensore del titolo Davide Rebellin.
La classica della birra, dopo che Zanini è riuscito ad interrompere la maledizione, si confermerà per la terza volta in quattro anni azzurra. Di Luca continuerà la sua stagione con il trionfo un mese più tardi alla Freccia Vallone e la sua carriera con successi importanti anche al Giro della Lombardia e alla Liegi-Bastogne-Liegi, prima di legarsi tristemente alle note vicende di doping.
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michele.giovagnoli@oasport.it
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Foto: Wikipedia