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Judo
L’Italia è grande: Fabio Basile e quel memorabile ippon d’oro di Rio 2016
Il 7 agosto del 2016 è una data che il judo azzurro ed in particolare Fabio Basile non dimenticherà mai, con il prodotto dell’Akiyama di Settimo Torinese che si è reso protagonista in quell’occasione di un’impresa straordinaria andando a vincere la duecentesima medaglia d’oro dell’Italia nella storia dei Giochi Olimpici estivi. Un trionfo assolutamente inaspettato per tutti, addetti ai lavori compresi, ma non per Fabio, che ha sempre creduto di poter salire sul gradino più alto del podio all’Olimpiade emulando così la vittoria di Pino Maddaloni a Sydney 2000 (dopo averla vista in tv quando aveva cinque anni).
Il nativo di Rivoli classe 1994 viene ritenuto dai tecnici federali fino al 2015 un prospetto molto interessante in ottica Tokyo 2020 in seguito ad un percorso giovanile di primo piano caratterizzato da 6 medaglie totali tra Europei e Mondiali oltre ad un fantastico terzo posto ai Giochi del Mediterraneo nel 2013. Ad inizio 2016, con ancora pochi mesi validi per la qualificazione olimpica, Basile è praticamente fuori dai giochi avendo fino a quel momento raccolto nel circuito maggiore solo un quinto posto al Grand Prix di Jeju nella categoria 66 kg, ma in poche settimane la situazione cambia drasticamente. Il piemontese, nel giro di un mese e mezzo, scala il ranking arrivando secondo al Grand Prix di Tel Aviv, terzo agli Europei Senior di Kazan e due volte quinto al Grand Slam di Baku e al Grand Prix di Almaty. Questi risultati gli consentono di scavalcare il connazionale Elio Verde in classifica e di strappare in extremis il pass per la sua prima Olimpiade. A Rio i riflettori sono puntati su altri judoka più titolati e quotati nei -66 kg, ma Basile è convinto in cuor suo di poter vincere contro ogni pronostico.
La gara di Fabio è in programma il 7 agosto, quindi alla seconda giornata dei Giochi Olimpici in cui si assegnano le medaglie. L’Italia si presenta in Brasile a quota 199 medaglie d’oro nella storia delle Olimpiadi estive, dunque ad un solo successo da un traguardo molto importante e prestigioso dal punto di vista statistico. La spedizione tricolore va subito molto vicina alla vittoria ma il 6 agosto Vincenzo Nibali cade in discesa a 11 km dalla fine della prova in linea di ciclismo e Rossella Fiamingo perde la finale della spada dopo essersi trovata avanti 11 a 7. Arriva così il momento tanto atteso dal 21enne Fabio Basile, alla sua prima esperienza a cinque cerchi. Il torinese parte alla grande sconfiggendo per ippon il tedesco Seidl ed in seguito anche il temibile azero Shikhalizada, testa di serie numero sette del tabellone, qualificandosi così per i quarti di finale e garantendosi perlomeno i ripescaggi per il bronzo. Basile però è in stato di grazia e si sbarazza anche del fortissimo mongolo Davaadorj (sempre sul podio nei precedenti 6 tornei) con un doppio waza-ari prima di avere la meglio in semifinale sullo sloveno Adrian Gomboc grazie ad un doppio shido comminato all’avversario.
In Italia sono le dieci di sera (poco prima è arrivato l’argento di Tania Cagnotto e Francesca Dallapé nei tuffi) e a breve andranno in scena tre finalissime che possono finalmente sbloccare il medagliere azzurro nella casella degli ori. Odette Giuffrida però non riesce a sconfiggere la kosovara Kelmendi e si deve accontentare dell’argento nella categoria 52 kg, rimandando così ancora l’appuntamento con il 200° trionfo tricolore olimpico. Una ventina di minuti più tardi è il turno di Fabio Basile, atteso nell’atto conclusivo dalla sfida contro il sud coreano Baul An, campione iridato in carica e vincitore dell’ultimo Masters nei -66 kg. L’incontro si preannuncia molto ostico per l’azzurro, che stupisce tutti ancora una volta schienando il suo avversario con un O Soto Gari dopo appena 1 minuto e 19 secondi di combattimento. L’arbitro conferma l’ippon e la conseguente vittoria di Basile, che si laurea campione olimpico regalando all’Italia l’agognata duecentesima medaglia d’oro della storia alle Olimpiadi estive (la prima a Rio 2016, la quarta per il judo azzurro). Un traguardo importante che sarebbe comunque stato raggiunto mezz’ora più tardi con il successo di Daniele Garozzo nel fioretto individuale maschile.
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erik.nicolaysen@oasport.it
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Foto: IJF