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L’allarme del Comitato Scientifico: “Con la riapertura totale 151mila persone in terapia intensiva in Italia”. Ecco perché prosegue il lockdown

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Una riapertura totale delle attività in Italia avrebbe innescato una nuova e rapida crescita dell’epidemia, portando allo sforamento del numero di posti letto in terapia intensiva attualmente disponibili a livello nazionale“. Questo è stato l’allarme riportato dal Comitato Tecnico Scientifico ed è proprio in base a questo documento che il Governo ha preferito una graduale riapertura di aziende, negozi, imprese, scuole. Una cessazione improvvisa del lockdown a partire dal 4 maggio avrebbe potuto causare una situazione drammatica: 151mila posti necessari in terapia intensiva, addirittura 430mila ricoverati entro la fine dell’anno.

Lo spazio di manovra sulle riaperture non è molto” avevano avvertito i tecnici del comitato e così Giuseppe Conte è arrivato alla decisione che tutti conosciamo: riaperture delle aziende il 4 maggio, negozi e musei il 18 maggio, bar e ristoranti il 1° giugno insieme a parrucchieri, barbieri e centri estetici mentre per cinema, palestre, piscine, scuole se ne parlerà in un prossimo futuro.

La riapertura dei settori manifatturiero, edile, commercio e ristorazione – scrivono i tecnici – avrebbe un impatto minimale sulla trasmissibilità dell’infezione. Tuttavia, mentre per il settore edile e manifatturiero questo scenario può considerarsi realistico, per il settore commerciale e di ristorazione un aumento di contatti in comunità è da considerarsi un’inevitabile conseguenza dell’apertura di tali settori al pubblico, e può potenzialmente innescare nuove epidemie”. Il Comitato aggiunge che “nella maggior parte degli scenari di riapertura dei soli settori professionali (a scuole chiuse) anche qualora la trasmissibilità superi la soglia epidemica, il numero atteso di terapie intensive al picco risulterebbe comunque inferiore all’attuale disponibilità di posti letto (circa 9.000). Se l’adozione diffusa di dispositivi di protezione individuale riducesse la trasmissibilità del 15 per cento gli scenari di riapertura dei settori commerciali potrebbe permettere un contenimento riuscendo a limitare la trasmissiione in comunità degli over 60 anni“. Poi la conclusione: “L’apertura anche della ristorazione, invece, dovrebbe portare con sè l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale che riducesse del 25% la trasmissibilità del virus. In questo caso, il contenimento dell’epidemia sotto la soglia si otterrebe limitando le uscite degli over 65“. Il Comitato Tecnico-Scientifico voleva anche una proroga del divieto di praticare sport all’aperto ma questo è invece stato concesso dal Governo.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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