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Milano-Sanremo 1983: la Classicissima del campione del mondo Giuseppe Saronni

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Nel palmarès di Giuseppe Saronni la Milano-Sanremo è presente una sola volta: si tratta dell’edizione del 1983, quando il corridore nativo di Novara si aggiudicò la Classicissima con indosso la maglia di campione del mondo. Un successo prestigioso incastonato in una stagione particolarmente brillante per l’attuale dirigente della UAE Emirates, che riuscì a trionfare anche al Giro d’Italia bissando così la vittoria ottenuta nel 1979.

La settantaquattresima edizione della Milano-Sanremo si svolse il 19 marzo 1983, curiosamente proprio il giorno dedicato a San Giuseppe. Saronni aveva provato tante volte a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro della Classicissima, ma il Poggio e ancor di più il traguardo di Via Roma l’avevano sempre respinto: i tre secondi posti consecutivi conseguiti tra il 1978 e il 1980, in due circostanze alle spalle del belga Roger De Vlaeminck e l’ultima dietro a Pierino Gavazzi, parevano la dimostrazione tangibile dell’esistenza di una maledizione che impedisse al piemontese di mettere le mani su quella corsa.

Nel 1983, però, Saronni, ringalluzzito dalla maglia di campione del mondo, riuscì finalmente a sfatare il tabù. Lo fece evitando la volata, specialità che nelle precedenti edizioni l’aveva sempre condannato a stare lontano dal gradino più alto del podio. Giunto nei pressi del Poggio, nella fase decisiva della gara, Saronni si guardò intorno e vide nel gruppetto di testa avversari pericolosissimi: Francesco Moser, Guido Bontempi, Sean Kelly, Jan Raas, Frits Pirard e Juan Fernandez.

A un passo dal valico, il campione del mondo in carica decise allora di concedere una replica della “fucilata di Goodwood”: il suo scatto fu impressionante e lasciò sul posto l’élite della corsa. Tuttavia, i suoi rivali, che lo conoscevano e si aspettavano una mossa di questo tipo, reagirono prontamente: Raas e Moser inizialmente furono in grado di restargli attaccati, ma la resistenza durò poco perché un’altra poderosa accelerazione del novarese scrisse la parola fine sulla corsa. Saronni riuscì così a giungere in solitudine all’arrivo di Via Roma, chiudendo con un tempo di 7h07’59” e spezzando in grande stile la maledizione della Classicissima.

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: Olycom / LaPresse

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