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Ciclismo
Liegi-Bastogne-Liegi 2002: il bis di Paolo Bettini
Ans, 21 aprile 2002. Un trionfo tricolore all’ottantottesima edizione della Liegi-Bastogne-Liegi, che ha segnato il bis, dopo la vittoria nel 2000, di Paolo Bettini, trionfatore per la seconda volta della Classica più antica davanti ad un altro azzurro, il varesino Stefano Garzelli. A 15″ secondi un altro italiano, un altro varesino, Ivan Basso. Staccati, a completare il dominio del nostro bel Paese nella Doyenne di diciott’anni fa, Mirko Celestino e Massimo Codol. Mai era successo che cinque italiani occupassero i primi cinque posti della Liegi. Il livornese Bettini, oro olimpico ad Atene 2004, e due volte in maglia iridata tra il 2006 e il 2007, è al momento il settimo di tutti i tempi, e il secondo azzurro più vincente della Decana.
La giornata iniziò con la fuga di Fabrice Salanson e Andreas Kloeden, con un vantaggio per i due che riuscì a toccare i 22′. Sulla Côte dello Stockeu, Salanson staccò il compagno di fuga, con il gruppo in netta, nettissima rimonta. Per questo motivo il francese decise di aspettare il teutonico Kloeden. La corsa esplose ad una sessantina di chilometri dalla conclusione, precisamente sulla Côte de la Vecquee. Qui Massimo Codol decise di partire al contrattacco e all’inseguimento di Salanson, rimasto tutto solo. Codol, in maglia Lampre, forzò l’andatura, e pian piano arrivarono alla sua ruota prima Stefano Garzelli, poi un’altra decina di corridori tra cui gli altri azzurri Paolo Bettini, Mirko Celestino ed Ivan Basso.
Ma ecco ben presto il capolavoro di Bettini sul punto chiave, la salita decisiva della Liegi: la Redoute. Il gruppo era all’inseguimento dei tredici al comando, che a loro volta stavano raggiungendo Salanson. Il toscano rilanciò l’andatura, per poi fare il vuoto. Solo Alessandro Spezialetti, Basso, Garzelli, Celestino, Codol ed il tedesco Mathias Kessler riuscirono a tenere il suo passo. Venne ripreso e superato Salanson, e presero il comando questi sette corridori, sei italiani e un tedesco. Spezialetti si staccò sulla penultima côte, il Sart-Tilman, mentre il gruppo era già a più di un minuto di distacco.
Bettini e Garzelli, da buoni compagni di squadra in Mapei-Quickstep, fecero il loro giusto gioco, e a cinque chilometri e mezzo dalla fine, Garzelli partì a tutta in salita, il suo terreno ideale. Bettini riuscì a rimanergli a ruota, consapevole della sua netta superiorità allo sprint. Il varesino aveva fatto il dovere del vero gregario: lanciare il capitano verso la vittoria. A trecento metri dall’arrivo Bettini tese la mano a Garzelli, in segno di riconoscimento. Poi Paolo scattò, e andò a prendersi la sua fantastica doppietta due anni dopo il primo trionfo alla Liegi. Alle sue spalle un tripudio di azzurro con Garzelli, Basso, Celestino e Codol.
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lisa.guadagnini@oasport.it
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Foto: Lapresse