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Sci Alpino

L’Italia è grande: Paula Wiesinger, il primo oro azzurro della storia ai Mondiali. Una pioniera della discesa libera

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Paula Wiesinger - Google utilizzabile

La prima grande medagliata dello sci alpino italiano. Per giunta d’oro. Nonché futura attrice. Ma soprattutto, immensa arrampicatrice. Paula Wiesinger nasce il 27 febbraio 1907 a Bolzano nella Villa Eccel. E’ la primogenita di cinque sorelle. Suo padre è un caduto nella Grande Guerra e dopo il trasloco della madre a Vipiteno, dove lavora come cuoca, rimane a Bolzano assieme ai nonni. La piccola Paula va i bagni Gugler, all’imbocco delle passeggiate San Quirino: vince gare sia di nuoto che di tuffi dal “Kanzele”, il trampolino fatto con tronchi d’albero. Nel 1931 si presenta agli Italiani di Roccaraso convinta siano gare di sci nordico («nel 1926 mi portarono in montagna d’inverno, non avevo niente, mi prestarono tutto, anche i pantaloni, e scoppiò la passione per lo sci», racconta Paula in un’intervista dell’epoca). Con un paio di sci da 2,20 metri (lei era alta 1,60…) vince i due titoli in palio, slalom e discesa, lasciando di stucco le (poche) avversarie che le avevano pure prestato il materiale.

E’ uno sci completamente diverso da quello di oggi, senza dubbio più genuino, meno esaltato e meno pericoloso. Gli atleti risalivano le piste a piedi, sci in spalla o “a scaletta” per spianare un po’ il tracciato. Nel 1932 a Cortina d’Ampezzo l’impresa. Quell’anno ci sono nello sport due grandi eventi: le Olimpiadi invernali di Lake Placid – senza lo sci alpino che entra nel programma a cinque cerchi solo dal 1936 – e quelle estive di Los Angeles. Nel giorno della cerimonia d’apertura dei Giochi di quelle poche discipline della neve e del ghiaccio, il 4 febbraio, sulle nevi ampezzane della pista Nuvolao-Cianzopè, una bolzanina scrive la storia. L’occasione è il Concorso internazionale Fia (l’odierno Mondiale) di Cortina, che verrà ratificato come Campionato Mondiale, anni dopo. La 24enne altoatesina copre gli oltre tre chilometri e mezzo della pista in 7’13”4/5 (i tempi erano manuali e presi in quinti di secondo) lasciando l’argento per 4 secondi all’austriaca Inge Wersin-Lantschner.

Il grande amore della Wiesinger è però l’arrampicata. Ha una dote particolare, saltare i crepacci e scalare i “camini” con estrema facilità. E’ famosa per essere l’unica donna in grado di superare un sesto grado come capocordata. A sedici anni inizia a scalare le cime della zona del Brennero assieme a giovani poliziotti impiegati di servizio al valico. E Paula costruisce il suo matrimonio in parete. Tutto merito della guida alpina bavarese Hans Steger che s’innamora prima delle Dolomiti e poi di lei; acquisisce la cittadinanza italiana, si sposano, senza figli. Alla fine degli anni ‘20, Paula e Hans, tra le tante famose ascensioni, sono i primi a scalare il torrione nord della Cima Una, aprendo la direttissima sulla parete sud del Catinaccio e scalando la parete sud della Punta Emma (quinto grado superiore). Quando la passione per le ascensioni s’attenua, Hans e Paola si stabiliscono sull’Alpe di Siusi dove aprono un albergo. Un anno prima di morire Paula crea la Fondazione Hans e Paula Steger, che sostiene progetti di beneficenza e per la tutela della natura sull’Alpe di Siusi.

La grande alpinista e primo oro iridato dello sci azzurro è morta l’11 giugno 2001, a 94 anni, tra le sue amate vette.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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FOTO: Pentaphoto

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