Tuffi, Chiara Pellacani e i Giochi di Tokyo 2021. Più trampolino o piattaforma?

Chiara Pellacani guida la nuova ondata azzurra dei tuffi azzurri. Ed è attesa a breve al definitivo salto di qualità, tra l’alto a settembre compirà 18 anni. Nel 2019 ha compiuto un altro passo avanti, soprattutto in chiave europea e continua a disimpegnarsi bene in due specialità, synchro compreso.

L’atleta romana (Roma è ormai il nuovo centro di gravità dei tuffi italiani), talentuosa, dal potenziale ancora inesplorato e soprattutto dalla freddezza notevole, si ritrova già con due medaglie d’oro europee in tasca, in due specialità diverse (entrambe olimpiche, tra l’altro) e in due manifestazioni differenti (3 metri synchro, Edimburgo 2018, con Elena Bertocchi; 10 metri synchro, Kiev 2019, con Noemi Batki). In più, ha centrato le finali individuali sia dal metro che dai tre agli Europei, chiudendo in un caso quinta e nell’altro sesta. Le mancano forse ancora un po’ di eleganza e una super entrata in acqua per il definitivo salto di qualità, per il resto c’è tutto per competere ad alto livello. Quanto meno continentale. Resta da capire se potrà essere da medaglia anche nelle manifestazioni mondiali. Al momento un risultato di questo tipo è ancora distante.

A questa età si può migliorare in fretta, ora la domanda è legata alle specialità su cui puntare, in futuro, nella speranza di potersi qualificare in fretta per Tokyo: è competitiva sia dalla piattaforma che dal trampolino, ma la tavola sembra apparecchiata per il trampolino, sia da un metro che da tre, un po’ come accadde a Tania Cagnotto dal 2008 ed è stata la stessa Tania, recentemente, a prospettare per lei una carriera più da trampolinista. La figlia d’arte conquistò a 20 anni la sua prima medaglia iridata individuale, nel 2005, a Montreal, bronzo dal trampolino 3 metri.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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FOTO: La Presse