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Pattinaggio artistico a rotelle, Nicola Genchi sul Rollart: “Il sistema può essere utilizzato per tutte le categorie, primi passi compresi”

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Come ormai sappiamo Il mondo del pattinaggio artistico a rotelle sta vivendo una vera e propria fase di transizione; dal Sud America all’Europa, gli atleti si stanno cimentando sempre di più con il nuovo sistema di valutazione, denominato Rollart, introdotto in maniera ufficiale nel 2019 dopo un lungo periodo di prova. I risultati incoraggianti non sono tardati ad arrivare, basta guardare gli ultimi Mondiali di Barcellona (Spagna) per rendersi conto dello straordinario impatto che la nuova filosofia ha avuto sulla maggior parte dei pattinatori, i quali hanno emozionato il pubblico con performance di grande livello e spettacolarità regalando momenti davvero inimmaginabili fino a pochi anni fa.

Ma com’è nato il sistema? Come si stanno comportando tecnici e atleti? Quali sono i piani per il futuro? Per rispondere a queste domande Franco Culcasi nel corso di Figure2u, la rubrica dedicata al pattinaggio artistico a rotelle e di figura in onda su Sport2u, la webtv di OA Sport, ha intervistato Nicola Genchi, chairman ATC della World Skate nonché inventore del Rollart.

Il responsabile delle giurie internazionali ha inaugurato la chiacchierata raccontando com’è scoccato il suo amore verso il pattinaggio: “Andavo a vedere le gare di mia cugina, sono rimasto colpito da quello che accadeva, dall’utilizzo della musica. Mi sono innamorato di questo sport in maniera quasi malata: ho quindi cominciato a spingere i miei affinché mi portassero in pista. Io ho cominciato molto tardi, all’età di undici anni, chiaramente un’età avanzata per chi vuole intraprendere una carriera significativa. Non c’è quindi nulla di particolarmente importante nella mia storia di pattinatore, il mio livello era abbastanza basso, negli anni ottanta inoltre l’Italia stava esplodendo con nomi importanti che poi hanno lasciato il segno nella storia: non riuscendo ad avere successo dal punto di vista prettamente sportivo ho provato con altri mezzi ad arrivare al cuore della disciplina. Dopo nove anni ho quindi lasciato l’agonismo e ho iniziato a fare il giudice, da lì è partita la mia carriera“.

La mancanza di visione comune da parte dei giudici in occasione delle gare internazionali ha dato il La a Nicola Genchi per esplorare nuove possibilità nelle modalità di valutazione: “Quando ho cominciato nel 1998 ad essere giudice internazionale sono rimasto colpito da alcune dinamiche. La mia preparazione è stata estremamente tecnica, una scuola partita da basi importanti con Franco Salsone; noi giudici eravamo in pista con allenatori del calibro di Mirko Menarini, Sara Locandro, Mario Vitta, personalità che ci hanno formato: dopo le prime esperienze internazionali sono rimasto spiazzato da quello che a volte succedeva con gli altri colleghi. Una volta Sara Locandro durante un raduno disse: Qui bisogna cambiare sistema, qualcuno proponga. Il ghiaccio nel frattempo faceva i suoi esperimenti, con la mia entrata in World Skate ho cercato più interazione con i giudici e ho studiato a fondo il sistema del ghiaccio: cinque anni fa poi ho chiesto a Daniele Tofani, ex campione e informatico, di sviluppare un software con due pagine di appunti che avevo scritto. E il nome del software, Rollart, è arrivato praticamente subito: “Dovevamo depositare il software, lo abbiamo voluto identificare con il nostro attrezzo, le rotelle, coniugandolo con l’artistico“.

Ma che punto siamo in termine di miglioramento degli atleti? Secondo Nicola la risposta è da individuare nei punteggi: “Il nuovo sistema ci consente di spacchettare le caratteristiche nelle components: I migliori programmi dei Mondiali non hanno superato l’8.0, abbiamo quindi un margine di due punti. Fino al 2018 eravamo abituati a vedere tanti 10.0, spesso però dati di pancia, di emozione: 10.0 significa perfezione, e usare la parola perfezione è molto pericoloso in quanto nel nostro sport non esiste. Gli stessi atleti che ieri prendevano dei 10.0 adesso prendono 7 e 8 nelle components. Abbiamo tanta strada davanti. Oggi si vedono 10.0 nel ghiaccio dopo tantissimi anni”.

Il chairman della World Skate ha inoltre voluto rispondere alle critiche di chi considera il sistema prettamente elitario o esclusivamente dedicato alle categorie di alto livello: “Il Rollart è nato per correggere l’alto livello, ma è un sistema di punteggio molto malleabile, si può applicare anche solo con due persone nella giuria, con un solo pc, e in tutte le categorie. In Argentina le gare sono tutte giudicate con il Rollart, da quelle di promozione alle selettive. Il Rollart, se usato correttamente, ha delle potenzialità enormi sui ragazzini in quanto, penso anche alle categorie dei primi passi, grazie ai protocols ti stila una vera e propria pagella. Questo sistema si può utilizzare in qualsiasi modo, basta aprire la testa. Basta conoscerlo per capire quanto potenziale può avere anche da un punto di vista didattico rispetto a quello precedente”. 

In conclusione Nicola Genchi ha svelato alcune anticipazioni riguardo l’introduzione del Rollart anche nelle specialità dei Gruppi Show: “L’Idea era quella di introdurlo nei gruppi nel 2022, la pandemia ha posticipato il tutto al 2023. Nei prossimi seminari tuttavia si getteranno le basi della nuova visione in modo da iniziare un percorso con gli allenatori e atleti. Ci saranno due regolamenti differenti, uno per lo show, quindi piccoli e grandi gruppi, e un regolamento ad hoc per i quartetti. Questi ultimi sono partiti come una specialità senza particolari aspettative ed è arrivata ad essere davvero bellissima in quanto molto tecnica, è da considerare un po’ la cugina della danza; ecco perché nel nuovo regolamento ci saranno anche elementi di danza, avremo quindi delle linee, i cluster, i travelling ma anche qualcosa di nuovo chiamato canone, penso che diventerà una gara davvero interessante. I gruppi invece non avranno una parte tecnica, il numero di atleti in pista non lo consente e snaturerebbe la natura della specialità: i concorrenti verranno giudicati esclusivamente con le components: le transition verranno però sostituite dalla voce ‘tecnica di gruppo’: i giudici dunque dovranno essere specializzati per dare i punteggi corretti“. Di seguito l’intervista completa:

NICOLA GENCHI A FIGURE 2U

 

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Foto: Raniero Corbelletti

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