Rugby
Rugby, Maxime Mbandà: “Io Cavaliere? Onorificenza enorme. Quando ho stretto la mano di un’anziana in ambulanza…”
Maxime Mbandà è stato nominato Cavaliere al merito della Repubblica nella giornata di ieri, il rugbysta della Nazionale è stato insignito dell’onorificenza da Sergio Mattarella insieme ad altri 56 italiani che hanno lottato in prima linea durante gli ultimi tre mesi contro la pandemia.
Il terza linea delle Zebre ne ha parlato in un’intervista rilasciata alla Gazzeta dello Sport: “Assolutamente inaspettato. L’onorificenza è enorme, l’emozione incredibile, non posso che ringraziare il presidente Mattarella. Per come sono fatto, però, mi sembra che sia quasi una mancanza di rispetto verso i volontari che lavorano da anni. Non voglio prendermi il merito da solo, altrimenti non avrei scelto il rugby. In campo bisogna collaborare e se si va in meta, il merito è di tutti“.
Il 27enne ha collaborato come volontario con la Croce Gialla di Parma negli ultimi mesi ed è questo il motivo per cui il Presidente della Repubblica lo ha nominato: “Me l’hanno detto alcuni compagni o forse qualcuno dello staff delle Zebre. Non mi ricordo, sono abbastanza frastornato. Le sensazioni sono le stesse del giorno in cui venni convocato per la prima volta in Nazionale, vivo una specie di trance agonistica. Forse devo ancora metabolizzare, ma al momento il mio pensiero va a tutti quelli che hanno dato una mano. Non mi sento speciale né diverso rispetto agli altri“.
L’azzurro racconta uno dei momenti a lui più cari di questi mesi passati a bordo delle ambulanze: “Ricorderò per sempre il giorno in cui ho tenuto la mano a una signora. Io per lei ero uno sconosciuto, lei forse temeva che la stessimo trasportando in ospedale e che lì sarebbe morta, invece la stavamo semplicemente portando dove poteva essere curata meglio. Fatto sta che mi strinse la mano come avrebbe fatto con un figlio o un nipote. Quel gesto per me è stato un simbolo, perché ho capito che abbiamo bisogno l’un l’altro a prescindere, che quando c’è un’emergenza dobbiamo aiutarci. Restare da soli è una delle cose più brutte. Tenendomi la mano quella signora si è aggrappata a me e quello è il simbolo della necessità di aiutare“.
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Lapresse