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Formula 1
F1, Jean Alesi: “La gestione dei piloti in Ferrari sarà ora molto più semplice. Vettel ha fallito ma non è stata colpa sua”
La notizia più calda e chiacchierata di questo periodo di stop forzato dalle attività relativa alla Formula 1 è stata certamente il mancato rinnovo del tedesco Sebastian Vettel con la Ferrari e l’ingaggio del giovane arrembante Carlos Sainz al suo posto a partire dalla prossima stagione. Il madrileno formerà una coppia decisamente giovane insieme a Charles Leclerc, pronta a regalare tante gioie a Maranello non solo nel breve periodo ma anche e soprattutto attraverso uno sguardo più lungimirante. Negli ultimi 20 anni la Rossa ha sempre avuto almeno un campione del mondo in squadra (o che lo sono diventati nel caso di Kimi Raikkonen 2007) e quindi a meno di un clamoroso titolo del monegasco in questo 2020 l’anno prossimo la svolta è assolutamente epocale.
La gestione interna, tra gli aspetti più criticati dell’ultimo decennio sia a Stefano Domenicali, che a Maurizio Arrivabene e infine a Mattia Binotto, dovrebbe diventare decisamente meno complessa e più lineare. Almeno questo è quello che pensa l’ex pilota della Rossa Jean Alesi. A Sky Sport il transalpino ha infatti dichiarato: “La situazione sarà più facile da controllare con questi due giovani piloti. Carlos sta lavorando molto duramente e ha acquisito esperienza con la McLaren e la Renault. Proviene da team di grande esperienza, quindi per la squadra sarà più facile controllare e gestire questi due piloti rispetto a quando hai un campione del mondo o un pilota carismatico che è molto più difficile ammorbidire”.
Il francese ha offerto anche il suo punto di vista su ciò che è successo con Sebastian Vettel, un pilota che dopo aver ottenuto 14 vittorie, 12 pole e 54 podi in tuta rossa è stato scaricato per puntare tutto sul compagno di box: “Ho un grande rispetto per Seb perché è un quattro volte campione del mondo e ha messo il suo talento e molto altro in questa sfida per diventare campione del mondo con la Ferrari. Ha fallito, ma non per colpa sua, la colpa è della squadra, qualcosa è andato storto. In effetti, sono stato molto sorpreso da questa mossa annunciata prima l’inizio del campionato. Questo può influire molto sul suo futuro, uno come lui poteva proteggersi in anticipo invece l’anno prossimo non sa cosa farà. E’ una decisione molto coraggiosa da parte sua ma anche un segnale che qualcosa non è andato come previsto”.
Alesi lasciò la Ferrari nel 1996 quando Schumacher arrivò nel team, quindi situazioni come questa le conosce abbastanza bene e ha potuto anche proporre un motivo dell’accaduto: “Se prendo l’esempio di Michael Schumacher, lui ha preso il mio posto ma è entrato con un team tecnico completo e ha lavorato con le stesse persone con cui ha lavorato in Benetton per diventare campione del mondo. Gli ci sono voluti quattro anni per essere campione del mondo, poi è successo. La situazione di Vettel era diversa. È venuto in una squadra e ha cercato di insegnare i propri metodi e portare la squadra tecnica a lavorare come voleva. Ma non ha portato Adrian Newey con sé, questa è stata la grande differenza”.