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Nuoto, Ian Thorpe svela il suo segreto per nuotare al meglio i 200 sl

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Il nuoto si evolve: cambiano i materiali, l’alimentazione degli atleti, la loro preparazione, persino i record del mondo passano e vengono battuti. I campioni però, restano in eterno e, quando parlano, attirano sempre stupore ed ammirazione, soprattutto se si espongono in temi che hanno permesso loro di issarsi nella leggenda.

Assoluto cannibale dello stile libero negli anni a cavallo tra la fine del secondo millennio e quelli di inizio del ventunesimo secolo, l’australiano Ian Thorpe, in un confronto web con Brett Hawke, allenatore aussie che vive negli Usa, ha detto la sua sul panorama globale maschile dei 200 stile libero, con una bordata che ha sorpreso molti degli addetti ai lavori.

Nella gara in cui per eccellenza risulta da sempre difficile issarsi chiaramente sopra il livello di tutti i propri avversari con continuità, anche oggi, sia a livello mondiale che italiano, appare arduo individuare un vero e proprio “alieno” della disciplina, con un livello medio talmente alto e livellato che la sorpresa di turno appare sempre essere all’ordine del giorno.

Thorpe, si è scagliato contro l’interpretazione di gara degli atleti moderni che secondo lui peccano di prudenza nel primo cento, preferendo un passaggio più controllato rispetto a quelli a cui erano soliti puntare lui (51″45 in occasione del record del 2001), la leggenda Michael Phelps (51″00-1’43″86 nel 2007) e il francese Yannick Agnel  (50″64-1’43″14, nel 2012), definiti come veri “puristi dei 200”.

A seguito dell’interessante spunto proposto nella gestione dei 200, l’australiano si è poi lasciato andare anche ad una considerazione sui 400 che a suo avviso “vanno divisi in tre parti e non cento per cento”.

Abituato ad andare controcorrente e a stupire in corsia, l’aussie con queste sue dichiarazioni ha certamente attirato le attenzioni di molti degli attuali interpreti della distanza, che in vista di Tokyo potrebbero addirittura provare a seguire il consiglio del pluricampione olimpico per andare a caccia di una gara che, con la squalifica del cinese Sun Yang e l’inaffidabilità del lituano Danas Rapsys e del britannico Duncan Scott, appare essere veramente priva di un padrone.

michele.giovagnoli@oasport.it

 

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