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Ciclismo

Giro d’Italia 2020: la rosa dei favoriti e i partecipanti. Nibali ci crede, Ciccone mina vagante

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Il Giro d’Italia 2020 dovrebbe essersi concluso da ormai 15 giorni, in realtà comincerà solo il 3 ottobre, fra tre mesi e mezzo. L’emergenza sanitaria che ha proliferato sul Globo ha obbligato l’UCI a varare un nuovo calendario che vede addensarsi classiche e Grandi Giri dal 1° agosto ad inizio novembre. La Corsa Rosa ne è uscita fortemente danneggiata, per svariati motivi. In primis si svolgerà appena due settimane dopo il termine del Tour de France: un lasso di tempo troppo contenuto per consentire a qualsiasi corridore di abbozzare l’idea di una accoppiata mai come in questa stagione irrealizzabile. Inoltre ad ottobre, proprio in concomitanza con il Giro, andranno in scena Classica di Amburgo, Liegi-Bastogne-Liegi, Amstel Gold Race, Giro delle Fiandre, Brugge-De Panne, Parigi-Roubaix, nonché la prima settimana della Vuelta di Spagna. Si comprende che la corsa a tappe italiana sarà disertata da una fetta importantissima di corridori: sia coloro che lotteranno per la Maglia Gialla alla Grande Boucle, sia gli specialisti delle classiche del Nord (Peter Sagan escluso, lo slovacco ha confermato la propria partecipazione alla corsa organizzata da RCS).

Mai come in questa edizione, dunque, il lotto dei pretendenti alla Maglia Rosa appare oggettivamente piuttosto scarno. Andiamo a scoprire i favoriti per la vittoria del Giro d’Italia 2020.

RICHARD CARAPAZ (TEAM INEOS – PRESENZA CONFERMATA) 

Nel 2019 è diventato un vero e proprio eroe nazionale in Ecuador, conquistando a sorpresa il Giro d’Italia davanti a Vincenzo Nibali e Primoz Roglic. Un successo sorprendente, ma al tempo stesso meritato. Se da un lato il classe 1993 era riuscito a sfruttare a proprio favore l’esasperato tatticismo tra Nibali e Roglic, va anche rimarcato che nessuno era riuscito a staccarlo in salita, anche grazie alla solidità della Movistar. Nel frattempo Carapaz ha lasciato la compagine spagnola per approdare alla corazzata Ineos. Gareggerà da capitano unico, anche se non con i gregari migliori che saranno invece messi a disposizione di Egan Bernal, Chris Froome e Geraint Thomas al Tour de France. La forza d’urto del team britannico consentirà ad ogni modo al sud-americano di poter contare su dei compagni di primo livello. I circa 60 km a cronometro della Corsa Rosa potrebbero tuttavia giocare a sfavore verso l’eventuale riconferma.

VINCENZO NIBALI  (TREK-SEGAFREDO – PRESENZA CONFERMATA) 

Vincenzo Nibali può ancora vincere classiche e Grandi Giri“, ha raccontato di recente Paolo Slongo, fido e storico preparatore atletico dello Squalo. Vincere un Giro d’Italia a quasi 36 anni è difficilissimo, in passato non vi è mai riuscito nessuno: il record di anzianità appartiene a Fiorenzo Magni, che nel lontanissimo 1955 si impose a 34 anni e 180 giorni. E’ chiaro che l’esperienza gioca a favore del siciliano: conosce ogni minimo dettaglio del proprio corpo e sa come gestire le energie nell’arco delle tre settimane. Inoltre ottobre è un mese in cui solitamente Nibali ha raggiunto picchi di forma importanti in passato, come in occasione delle vittorie al Giro di Lombardia nel 2015 e 2017. I tanti chilometri contro il tempo potrebbero favorirlo nel confronto con uno scalatore puro come Carapaz, ma al tempo stesso diventerebbero una autentica zavorra al cospetto dell’enfant prodige Remco Evenepoel. Di sicuro poi staccare Nibali in salita resta difficile per tutti, anche se negli ultimi anni lo Squalo a sua volta fatica nel liberarsi degli avversari dalla propria ruota. Il classe 1984 potrà beneficiare di una squadra completamente al servizio del proprio capitano, con un corridore come Giulio Ciccone che potrebbe rivelarsi molto più di un semplice gregario.

REMCO EVENEPOEL (DECEUNINCK-QUICK STEP – PRESENZA CONFERMATA) 

Non ha mai partecipato ad una grande corsa a tappe: può davvero pensare di vincere alla prima apparizione, peraltro a 20 anni? Per qualunque corridore la risposta sarebbe negativa. Stiamo tuttavia parlando di un autentico ‘mostro’, un predestinato che ha tutto per segnare un’era. Nel 2019, al suo primo anno tra i professionisti, ha vinto la Clasica di San Sebastian, l’oro agli Europei a cronometro e l’argento ai Mondiali sempre nella prova contro il tempo. Si tratta di un passista-scalatore dai limiti smisurati e sconosciuti. Gli addetti ai lavori non hanno dubbi che disponga di un fisico ideale per brillare anche nelle corse a tappe di tre settimane: 1,71 m x 61 kg. I tanti chilometri a cronometro del Giro d’Italia potrebbero consentirgli di fare il vuoto e scavare un solco di diversi minuti sui rivali. Un gruzzolo che dovrà poi gestire sulle grandi montagne, la vera grande incognita per il belga, la cui consistenza sopra i 2000 metri è tutta da verificare. Ma siamo davvero sicuri che ad ottobre il meteo consentirà di affrontare tutte le grandi vette da programma? Un alleggerimento del percorso offrirebbe una ghiotta chance al Nuovo Cannibale.

JAKOB FUGLSANG (ASTANA – PRESENZA CONFERMATA) 

Il danese è di soli pochi mesi più giovane di Vincenzo Nibali. Nel 2019 ha vissuto però l’annata migliore della carriera, brillando nelle corse di un giorno: terzo all’Amstel Gold Race, secondo alla Freccia Vallone e vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi. Tuttavia in carriera gli è sempre mancato qualcosa nelle competizioni di tre settimane. Puntuale ha fatto capolino la classica giornata storta che lo ha visto allontanarsi dalle posizioni nobili della classifica. D’altronde i risultati non mentono. Il miglior piazzamento di sempre del classe 1985 in una corsa a tappe è il 7° posto al Tour de France 2013, l’unica sua top10. Al Giro d’Italia, nella sua unica partecipazione, concluse 12° nel 2016. Non è un vincente, eppure la concorrenza quantitativamente non elevata mette Fuglsang dinanzi all’occasione della vita.

GIULIO CICCONE (TREK-SEGAFREDO – PRESENZA CONFERMATA) 

Potrebbe sembrare un azzardo inserire Giulio Ciccone nel novero dei favoriti e, di fatto, l’abruzzese non può ritenersi tale. Si tratta della più grande speranza italiana per le corse a tappe, in attesa che possa crescere con calma la nidiata dei classe 2001. Nel 2019 vinse la tappa regina del Giro d’Italia, la Lovere-Ponte di Legno, transitando per primo sul mitico Mortirolo, prima di aggiudicarsi poi la classifica come miglior scalatore. In montagna Ciccone non si discute, inoltre è dotato di rimarchevoli qualità di recupero tra una tappa e l’altra. Sinora non ha mai approcciato un Grande Giro da capitano ed anche questa volta i gradi spetteranno a Vincenzo Nibali. A 25 anni è tuttavia arrivato il momento di mettersi realmente alla prova. Il Giro d’Italia 2020 può rappresentare un trampolino di lancio per il nativo di Chieti, che potrebbe rivelarsi molto più di un semplice gregario dello Squalo. Qualora non perdesse terreno nelle tappe iniziali, potrebbe profilarsi per lui un ruolo da seconda punta, se non addirittura da battitore libero. Tradotto: sulle grandi montagne i big marcheranno Nibali; se scattasse Ciccone, è probabile che in pochi gli andrebbero dietro, un po’ come accadde a Carapaz nella passata edizione. Resta il tallone d’Achille della cronometro, tuttavia la cerchia di campioni non così ampia fa sì che l’emergente della Trek-Segafredo possa quanto meno mettere nel mirino un piazzamento non distante dalla top5.

ALTRI POSSIBILI FAVORITI E OUTSIDER 

Simon Yates (Team Fundacion Manuela – Presenza da confermare)
Rafal Majka (Bora-hansgrohe – Presenza da confermare)
Patrick Konrad (Bora-hansgrohe – Presenza da confermare)
Hugh Carthy (EF Pro Cycling – Presenza confermata)
Ilnur Zakarin (CCC Team – Presenza confermata)

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Foto: ufficio stampa Trek Segafredo

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