Ciclismo
Ciclismo, Egan Bernal: “Il Tour è come una droga! Se ne vinci uno non riesci a pensare ad altro”
Che quello che si disputerà quest’anno sarà un Tour de France che passerà alla storia pare essere ormai chiaro a tutti: la stagione ristretta in pochi giorni, la difficoltà di correre con il caldo, l’inevitabile sovrapposizione di corse di assoluto valore e i dubbi sulla reale condizione dei corridori presenti doneranno infatti alla Grande Boucle un’imprevedibilità maggiore rispetto alle scorse edizioni.
Il roster dei partenti, se possibile, quest’anno sarà di livello ancora superiore ai precedenti, con tantissimi capitani che hanno deciso di fare all-in sulla corsa francese e con squadre che si presenteranno con anche due o tre atleti in grado di vincere tranquillamente le altre più note corse a tappe del Vecchio Continente.
L’attesa più grande di tifosi ed addetti ai lavori sarà ovviamente concentrata sulla “sfida tra titani” tra il Team Ineos, che vanterà un trio di freschi vincitori della Grand Boucle (Chris Froome, Geraint Thomas e Egan Bernal) e il team Jumbo-Visma, che calerà a sua volta un terzetto stellare composto da Tom Dumoulin, Primoz Roglic e Steven Kruijswijk.
In questo clima di grande attesa ed incertezza, il campione in carica Egan Bernal ha voluto fugare i dubbi di coloro che non erano certi che il colombiano potesse partire con i gradi del capitano con la coppia britannica al suo fianco, rilasciando un’interessante intervista a France Tv Sport su ciò che il Tour ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà sempre per lui.
“Il Tour de France è come una droga. Prima fai di tutto per vincerlo, poi pensi al secondo, al terzo, al record… Non c’è niente che valga di più che vincere un Tour de France. Dopodiché, l’unica cosa che conta è vincere un altro Tour de France – dichiara il giovane talento sudamericano, che poi si lascia andare ad un appello per i suoi avversari -. Al Tour regalerò al pubblico lo spettacolo che si aspetta, sono sicuro che sarò all’altezza delle aspettative. Darò il meglio di me, vedrete il miglior Egan Bernal“.
I presupposti per vedere una Grande Boucle di assoluto livello sembrano quindi esserci tutti. Ora, come sempre, spetterà alla strada, unica giudice impossibile da contraddire, decretare chi alzerà al cielo le braccia sotto l’Arc de Triomphe. L’unica richiesta che ci viene sinceramente da avanzare, tuttavia, è che tutti i fenomenali talenti in corsa abbiano la possibilità di esprimersi al meglio.
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michele.giovagnoli@oasport.it
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Foto: LaPresse