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F1, Fulvio Conti: “Ferrari? Con questa organizzazione serviranno altri 2 anni per vincere”

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Il Mondiale 2020 di F1 sta per partire. Nel weekend del 3-5 luglio prenderà il via il GP d’Austria, prima prova iridata e la domanda è la seguente: quali saranno gli equilibri in pista? Gli unici riferimenti, prima della pandemia, sono quelli dei test a Barcellona (Spagna) nel mese di febbraio. Tanto tempo, dunque, è passato rispetto a quello che si era visto sul tracciato catalano.

E le squadre come si saranno organizzate? La FIA, vista l’emergenza sanitaria, aveva imposto il blocco delle attività nelle specifiche aziende e quindi si è tornati a lavorare in maniera più o meno normalizzata sul finire del mese di maggio. Un lasso di tempo molto breve, quindi, rispetto all’inizio del campionato e tante difficoltà per i tecnici, desiderosi di trovare nuove soluzioni per rendere le monoposto più efficienti. Indubbiamente le vetture che vedremo sul Red Bull Ring saranno un po’ diverse da quelle che avrebbero dovuto fare il loro esordio a Melbourne (Australia) il 15 marzo. Tuttavia, le macchine saranno congelate in molte parti per essere mantenute tali anche nel 2021 proprio a partire dal fine settimana citato (clicca qui per saperne di più).

Una sfida per gli ingegneri e una difficoltà importante soprattutto per chi non dovesse avere a propria disposizione una monoposto veloce, su cui gli interventi saranno molto limitati dalle norme, legate a una logica di risparmio dei costi. Di questi aspetti, ma anche di altri, si è parlato con Fulvio Conti, ex motorista della Ferrari (periodo: 2004-2015) e attuale direttore di osservatoresportivo.com (responsabile della comunicazione di Hammer Time), in un’intervista realizzata da OA Sport, in collaborazione con Sport2U, nel corso dell’ultima puntata di FormulaUno2U.

Nel corso di questa pausa, gli ingegneri hanno lavorato in remoto per valutare dei dati. Non solo la Ferrari, ma tutte le squadre hanno dovuto fare i conti con la chiusura imposta dalla FIA per motivi di sicurezza, in relazione anche le direttive dei vari Stati. Gli interventi saranno, dal 3 luglio, legati per lo più a un lavoro sulle regolazioni e sui cambi di assetto“, le parole di Conti.

Tema importante è quello dei motori. Secondo quanto si è visto nel corso delle prove a Barcellona, la Mercedes ha palesato qualche problema (criticità su cinque power unit) e secondo l’ex motorista della Rossa questo è dovuto al fatto che le Frecce d’Argento stanno cercando di spingere per recuperare il gap in termini di potenza dalla Rossa: “Non riusciranno a raggiungere molto facilmente la Ferrari perché il metodo lavorativo di Maranello si concentra su tutto. Del motore i tecnici hanno piena conoscenza complessivamente. In Mercedes invece ognuno sviluppa un componente e questo rende complicato ottenere in breve tempo dei risultati“.

Non solo Ferrari vs Mercedes, ma anche Red Bull. Di fatto, i primi due round mondiali si disputeranno in Austria e nelle ultime due stagioni Max Verstappen si è imposto. Un vantaggio? “L’attuale Red Bull è una vettura molto equilibrata ed è il suo punto forte. Può soffrire su alcuni circuiti di pura potenza (per il motore), ma può distinguersi su altri. C’è però ancora un deficit di potenza legato al motore Honda perché, a mio parere, il modo di lavorare giapponese è troppo gerarchizzato. Tuttavia, una crescita rispetto al connubio con la McLaren c’è stata, frutto della filosofia in Red Bull. Può far paura“.

Virando su Ferrari, il discorso “pressione psicologica” è un evergreen e Conti lo conferma. In questo discorso vi può rientrare anche il tedesco Sebastian Vettel, che lascerà la Rossa al termine del 2020: “Sicuramente ha sofferto per questo cosa, ma gli è mancato un manager, una linea guida e lui è arrivato troppo in fretta alla vittoria in F1. Ha vinto molto bene con Red Bull perché aveva una grande macchina, ma ha fatto anch’egli un grande lavoro. Il problema è stato dimostrare di essere un pilota forte, lontano dal team di Milton Keynes. Il non ottenere determinati risultati ha chiaramente inciso emotivamente. In questo senso, credo sia emblematica la stagione 2018: a inizio anno la Ferrari aveva una macchina più performante della Mercedes, poi la scuderia di Brackley fece un investimento importante (circa 20 milioni di euro) per creare una versione B della W09. La mazzata, soprattutto dopo anche la scomparsa di Marchionne, fu il fatto di ritrovarsi gli avversari davanti, quando prima erano indietro. In quel caso Sebastian si è fatto carico di una situazione più grande di lui, non riuscendo a supportare ciò. Questo ha portato a degli errori importanti. Sempre però parlando di Ferrari, se ci fosse stato un Christian Horner al posto di Maurizio Arrivabene, Vettel avrebbe vinto il Mondiale nel 2018.

E sull’attualità il parere è categorico: “Difficile vincere in Ferrari, vista l’organizzazione interna. Bisognerà attendere altri due anni“.

L’INTERVISTA A FULVIO CONTI

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse

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