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Beach volley, è il momento di ripartire! Bruno Cattaneo e Antonio Bilato (presidente e vice della Fipav) lanciano l’ultimo allarme

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E’ passato il 13, è passato il 25 giugno, adesso l’obiettivo è il 5 luglio ma stavolta il pugno sul tavolo lo sbattono tutti. Il mondo del beach volley italiano sta vivendo il suo momento più difficile. Inserito negli sport di contatto, il beach volley sta vivendo un’estate complicata, fatta di mascherine e divieti, di sanificazioni e mortificazioni e le società sono sempre più alla canna del gas perché fare un corso con i protocolli vigenti è molto complicato e organizzare tornei è impossibile.

Possiamo capire tutto – ha dichiarato l’ex azzurro Dionisio Lequaglie, oggi tecnico dell’iBeach, portavoce di un mondo, quello delle società di beach volley, arrivato allo stremo per via di una situazione paradossale – apprezziamo l’impegno e le difficoltà della Federazione ma ci aspettavamo una presa di posizione netta sulle differenze sostanziali tra il beach volley che si gioca due contro due all’aperto e pallavolo che si gioca sei contro sei al chiuso. Speriamo in una soluzione veloce perché l’estate è già iniziata e siamo tutti in grande difficoltà senza tornei e senza svolgere l’attività abituale, tutto nel rispetto delle regole”.

Il presidente della Fipav Bruno Cattaneo giura, sempre sul Corriere dello Sport, che questa differenziazione è stata messa in evidenza a più riprese.Abbiamo fornito a chi deve decidere tutti gli strumenti per conoscere le differenze tra beach volley e pallavolo, c’è un carteggio che non si limita certo alla importante lettera scritta congiuntamente con le Federazioni di pallamano e basket e resa pubblica nei giorni scorsi. Se mi dicessero che è necessario presentarmi davanti al presidente Conte e cantare una canzone pur di far riprendere l’attività del beach volley, lo farei subito. Io sono uno studioso di educazione civica e so bene il significato di ‘potere esecutivo’. Un Comitato, seppure autorevole, non può prendere decisioni al posto del Ministro e noi, come Fipav, con decine di migliaia di tesserati, siamo vittime di questa situazione totalmente anomala. Ha ripreso solo il calcio e sono felice perché se riparte almeno una attività sportiva, indubbiamente la più importante, significa che la situazione sanitaria è confortante ma noi, pur non essendo professionisti, non siamo una Federazione di serie C, organizziamo eventi internazionali, siamo in grado di seguire i protocolli e in questo momento ci sentiamo messi da parte“.

A parlare a OA Sport è anche il vice presidente federale Antonio Bilato, che un occhio di riguardo per il beach volley lo ha sempre avuto.E’ una situazione paradossale – dichiara, secco – a tal punto che già diverse regioni, tra cui Liguria, Veneto, Sicilia, Puglia e Marche, si sono mosse in autonomia ed hanno dato il via libera agli sport di contatto e dunque anche a pallavolo e beach volley, mentre nel resto d’Italia resta valido il protocollo emanato una ventina di giorni fa. In realtà eravamo già pronti con il nuovo protocollo, mercoledì sera c’era il sì del Ministro Spadafora, poi ci siamo svegliati e di nuovo abbiamo trovato un muro di fronte a noi. Nessuno decide, o meglio si decide di non decidere e di rinviare e chi ci rimette sono le migliaia di praticanti e tutti coloro che di beach volley in qualche modo vivono. Noi siamo pronti con i protocolli e non ci volevamo trovare in questa situazione di disparità fra regioni perché ora ci sta pervenendo la richiesta di disputare tornei e chi si prende la responsabilità in caso di contagio? La Regione, i presidenti di società, la Federazione? Un intervento, che attendevamo con ansia per il 25 giugno, da parte del Ministero toglierebbe ogni dubbio“.

Bilato apre anche una porta alla speranza di rivedere un mini-circuito tricolore nel 2020. Se ci danno il via libero credo che un paio, forse tre tappe ad agosto si possano organizzare. Ci impegneremo al massimo per riuscirci“.

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