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Ciclismo, Fabio Aru compie 30 anni. Sognando di tornare il campione che infiammava l’Italia

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30 anni. Alcuni sogni già realizzati, ma tanti altri ancora da intraprendere. Quest’oggi Fabio Aru spegne le sue prime 30 candeline, quelle definite per antonomasia come simbolo di maturità, di una crescita ormai raggiunta, di una certa realizzazione di vita, personale e lavorativa. Un concetto che calza a pennello con l’esistenza del Cavaliere dei quattro mori, definito da sempre come il faro italiano per le grandi corse a tappe, assieme a Vincenzo Nibali.

Dall’esplosione con i due podi al Giro d’Italia tra il 2014 e il 2015, la conquista della Vuelta a España di cinque anni fa, la vittoria di tappa a Planche des Belles Filles al Tour de France 2017, due giorni in maglia gialla, il quinto posto finale, e la maglia di campione italiano, Fabio non è stato più lo stesso. I sei anni gloriosi affrontati con l’Astana, e che hanno fatto sognare l’Italia intera, hanno lasciato spazio, nel 2018, ad una nuova avventura con il neonato UAE Team Emirates. 

Doveva essere il momento giusto per alzare l’asticella delle ambizioni personali, tentare una nuova impresa al Giro o al Tour, ma qualcosa non ha funzionato. Sono arrivati guai fisici, uno dietro l’altro. Sono arrivati attacchi da ogni fronte. Perchè sì, c’è chi ha continuato a credere profondamente in lui, ma c’è anche chi lo ha dato per finito, sopravvalutato. C’è chi ha sparato a zero contro Fabio, chi continua a farlo, dimenticandosi ciò che è riuscito a fare di così buono fino a tre anni fa. 

Ma certe imprese non si possono cancellare, non si può smettere di credere in un uomo di 30 anni così improvvisamente. Nella vita di tutti noi si è maturi anche dando una seconda opportunità alle persone, e dando una seconda chance a se stessi. Questo è ciò che auguriamo a Fabio Aru, di continuare a crederci, di non smettere mai di sognare, di guardarsi indietro e vedere cosa ha lasciato di buono finora all’Italia sportiva.

Tra poco si ritornerà in corsa, l’incubo del Covid-19 è “quasi” alle spalle. Questo è il momento decisivo, i 30 anni sono il simbolo di una nuova vita, quelli dell’uomo pronto a realizzarsi definitivamente, a puntare in alto il più possibile. E siamo certi che l’arrivo della piccola Ginevra, il sostegno della sua Valentina, della famiglia, e dei tifosi da sempre fedeli al campione sardo, continueranno ad essere la grande forza di Fabio. Noi gli possiamo augurare soltanto il meglio, e continuiamo a sperare di poter riempire tante altre pagine di gloria ciclistica targata Italia, targata Fabio Aru.

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lisa.guadagnini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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