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MotoGP, si avvicina il via del Mondiale 2020. Sarà l’anno dei record per Valentino Rossi e Marc Marquez?

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Dopo un’infinita attesa, finalmente anche la MotoGP è pronta a partire. Il Mondiale 2020 sarà estremamente particolare a causa di un calendario amputato e schiacciato. Andiamo dunque ad analizzare i temi statistici più interessanti in vista dell’imminente annata agonistica, durante la quale potrebbero essere raggiunte diverse pietre miliari, soprattutto da parte di Valentino Rossi e di Marc Marquez, mentre sul fronte costruttori la Ducati ha nel mirino un successo significativo.

LA STAGIONE PIU’ CORTA DAL 1995?
Innanzitutto potrebbe essere una stagione breve, sia sul piano temporale che per quanto riguarda il numero di Gran Premi da disputare. Al momento la prospettiva più probabile è che l’annata possa essere compressa in quattro mesi (19 luglio-15 novembre), comprendendo solo 13 gare. Per trovare un Mondiale disputato su una distanza così ridotta si deve tornare indietro di un quarto di secolo, ovvero al 1995, quando andarono in scena esattamente 13 appuntamenti, seppur diluiti tra fine marzo e inizio ottobre. Chiaramente, se al calendario dovesse essere aggiunta un’appendice extra-europea (la decisione al riguardo sarà presa entro fine mese), si potrebbe arrivare a un massimo teorico di 17 eventi, eventualità che però appare di difficile realizzazione, soprattutto per questioni logistiche (non sarebbe per nulla banale inserire 4 eventi tra l’Asia e il Nordamerica dal 22 novembre in poi). Dunque, con ogni probabilità si effettuerà un viaggio nel passato poiché, 1995 a parte, l’ultimo Mondiale con meno di 17 GP è datato 2004, quando se ne disputarono 16.

ROSSI E MARQUEZ CERCANO LA CIFRA TONDA SUI PODI
Valentino Rossi e Marc Marquez andranno entrambi alla caccia della cifra tonda nel conteggio dei podi nella classe regina. Il “Dottore” sinora ne ha raccolti 198, pertanto due piazzamenti nella top-three gli permetterebbero di diventare il primo a toccare quota 200. Lo spagnolo invece attualmente vanta 95 podi nella top class. Aggiungerne altri cinque al suo conteggio gli consentirebbe di tramutarsi nel quarto pilota della storia a raggiungere la tripla cifra, affiancandosi in questo esclusivo club al già citato Rossi, a Jorge Lorenzo (114) e a Dani Pedrosa (112).

VALENTINO ROSSI PUNTA AL VENTENNIO SUL PODIO
Da quando corre nella classe regina, sia essa 500cc o MotoGP, Valentino Rossi non ha mai chiuso stagione senza ottenere almeno un piazzamento sul podio. Questo significa che tra il 2000 e il 2019, il centauro di Tavullia non ha mai mancato l’appuntamento con la top-three. Chiaramente, se davvero ci saranno solo tredici gare a disposizione in questo 2020, il Dottore avrebbe meno possibilità di allungare la sua impressionante striscia. Cionondimeno le chance non mancano e raccogliere anche un solo podio consentirebbe a VR46 di ritoccare un primato già clamoroso di per sé.

VALENTINO PUO’ EGUAGLIARE RANDY MAMOLA
Come detto, Valentino Rossi è salito sul podio in tutte le sue stagioni di permanenza di MotoGP. Ottenere anche un solo ulteriore piazzamento nelle prime tre posizioni gli consentirebbe di vantare almeno un ingresso nella top-three in tre diversi decenni. Se il Dottore dovesse riuscirci, eguaglierebbe il record stabilito da Randy Mamola, unico centauro capace di fare altrettanto. Lo statunitense ha infatti raccolto podi negli anni ’70, negli ’80 e nei ’90.

MARQUEZ VUOLE SUPERARE DOOHAN
Per Marc Marquez la prossima vittoria partendo dalla pole position sarà estremamente significativa. Infatti il ventisettenne spagnolo sinora ha ottenuto 37 successi scattando dalla prima casella, tanti quanti quelli raccolti da Michael Doohan. Pertanto, un’ulteriore affermazione dopo essere partito dalla pole, consentirebbe all’iberico di diventare il primatista assoluto sotto questo singolare aspetto.

MARQUEZ CERCA IL RECORD DI HAT TRICK
Marquez cerca il primato assoluto anche per quanto riguarda gli hat-trick (ovvero pole position, vittoria e giro veloce nella stessa gara). A oggi lo spagnolo ne ha firmati 25, ma ha ormai a tiro Doohan, ancora oggi recordman assoluto in quest’ambito. L’australiano si è issato a quota 27, dunque vede a serio rischio la sua leadership.

PROSEGUIRA’ IL DOMINIO DELLA SPAGNA?
Dal 2012 in poi, il Campione del Mondo nella classe regina è sempre stato uno spagnolo. Questo significa che il Paese iberico ha raccolto gli ultimi 8 titoli iridati, realizzando un filotto mai visto nella storia della top class, ancora più lungo di quello firmato dall’Italia (ovvero da Giacomo Agostini) tra il 1966 e il 1972. Dunque viene da chiedersi se il predominio della Spagna proseguirà ulteriormente, allungando la già incredibile striscia attuale, oppure se qualcuno riuscirà a spezzare quello che ormai è diventato una sorta di monopolio.

IL DIGIUNO AZZURRO È DESTINATO A CONTINUARE?
A corollario del punto precedente, bisogna ricordare come l’Italia non vinca un titolo mondiale dal 2009 (con Valentino Rossi). Questo significa che il bel Paese sta vivendo uno dei digiuni più lunghi di sempre, secondo solo al periodo tra il successo di Franco Uncini nel 1982 e quello di Valentino Rossi nel 2001. Certo, siamo solo a metà strada rispetto all’astinenza patita alla fine del XX secolo, ma in ogni caso vedere i centauri azzurri rimanere a bocca asciutta per un lasso di tempo così prolungato è un’anomalia. Con Rossi in parabola discendente, l’unica speranza concreta per il 2020 sembrerebbe essere rappresentata da Andrea Dovizioso, secondo classificato nelle ultime tre stagioni.

FRANCIA FINALMENTE IRIDATA?
Uno dei piloti più accreditati per la conquista del titolo in questo 2020 è Fabio Quartararo. Se il transalpino dovesse riuscire nell’impresa di laurearsi Campione del Mondo, allora scriverebbe automaticamente la storia, in quanto diventerebbe il primo francese ad arpionare un Mondiale nella top class. Se così fosse, la Francia si tramuterebbe nel settimo Paese a issarsi sul trono iridato dopo Gran Bretagna, Italia, Rhodesia, Stati Uniti, Australia e Spagna.

DUCATI, CINQUANTESIMO SIGILLO?
Questo 2020 potrebbe permettere alla Ducati di raggiungere una pietra miliare. Sinora la Casa di Porgo Panigale ha vinto 49 Gran Premi nella classe regina. Pertanto, il prossimo successo rappresenterebbe la cinquantesima affermazione della storia del costruttore italiano, che potrebbe diventare il quinto a toccare la quota dei cinquanta acuti dopo Honda (309), Yamaha (229), MV Agusta (139) e Suzuki (93).

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Foto: La Presse

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